The Revenant – le sfortunate avventure del Redivivo di Di Caprio (Italiano)

leonardo-dicaprio-dan-tom-hardy-tampil-garang-di-poster-film-the-revenant

Leonardo Di Caprio e la sua infinita rincorsa all’Oscar; o probabilmente lui quell’Oscar non l’ha mai cercato, mentre sono tutti gli altri a pensare che avrebbe dovuto già ottenerlo.

Quello che potrebbe a ragione d’essere l’unico “divo” sfornato negli ultimi venti anni dall’industry americana, il bello-anzi-bellissimo che faceva strepitare orde di ragazzine nei cinema e davanti alla TV ad ogni proiezione di Titanic, è ormai assodato che sia un grande attore. Un attore le cui performance sono migliorate di film in film, in un continuo crescendo che ha portato le masse a considerarlo uno – se non il – miglior attore del panorama hollywoodiano attuale (e del recente passato). Se Heath Ledger fosse ancora tra noi, sarebbe stata una grande lotta tra i due per il detentore dello scettro.

Si, proprio quell’Oscar che, per la cronaca, avrebbero dovuto già appioppargli sin dai tempi di The Departed (ah! che magnifica interpretazione); probabilmente arriverà per la tormentata (nel senso di faticosa) recitazione offerta in The Revenant. Abbiamo un personaggio al quale gli autori hanno assegnato poche linee di dialogo, dalla personalità poco approfondita; sappiamo soltanto, nel corso del film, che si porta dietro un’aura di sfiga non indifferente che, talvolta, rende le situazioni in cui lo caccia semplicemente ridicole.

Sarà perché il film punta maggiormente sulla potenza visiva che sullo storyboard (vederlo in un cinema con uno schermo decente è d’obbligo); sarà che il survival, preso in prestito da celebri serie televisive o dal mondo dei videogiochi, è fortemente gettonato nei prodotti di intrattenimento degli ultimi cinque anni; sarà che il fortissimo utilizzo della steadycam da parte del regista, a mio parere, si concilia meglio con l’utilizzo in spazi ristretti (vedi Birdman dello stesso Inarritu) piuttosto che per le scene d’azione in ampi (anzi sconfinati) spazi… tutto ciò sommato, ritengo che questo non sarà il film della consacrazione di Di Caprio. Semplicemente, The Revenant non esalta sufficientemente la sua capacità recitativa, proprio per il mix scelto dal regista e dagli autori.

a-dedicated-director-and-a-breathtaking-performance-make-the-revenant-2015-s-fine-fearl-769721

The Revenant parte piuttosto bene, anche se l’incipit sa di già visto in altre mille storie; Tom Hardy, ad esempio, veste molto bene i panni di quello che scopriremo essere il cattivo; se proprio devo dirla tutta, in proporzione, ho apprezzato di più l’interpretazione di Tom Hardy rispetto a quella Di Caprio: lui sì che appariva più centrato per il suo personaggio.  Al memorabile scontro che vede Di Caprio contro un orso grizzly segue poi una parte centrale del film eccessivamente diluita, incentrata sulla guarigione, sulla lotta del protagonista per la sopravvivenza e sull’inevitabile attraversata per stanare il cattivo Hardy. Ed è a questo punto che si inseriscono una serie di eventi decisamente sfortunati, un po’ tirati per i capelli, quasi ilari e goffi; altri invece appaiono eccessivi – o inutili – ai fini della storia (vedi la scena del cavallo).

Anche la causa scatenante del desiderio di vendetta del protagonista, l’uccisione del figlio, diventa secondaria nell’economia di un film che punta tutto sulla potenza dell’immagine: maestosa ma anche poetica quanto agli scenari; cruda, viscerale (a volte fin troppo), forse fine a sé stessa, nella rappresentazione della sofferenza e della lotta per la sopravvivenza dell’uomo. Minimalista invece la colonna sonora, firmata da un musicista giapponese. Ecco, forse The Revenant è il tentativo, poco riuscito, di sposare una storia che affonda le sue radici alle origini della storia degli Stati Uniti d’America con atmosfere e reminiscenze di un certa tradizione filmica orientale, minimalista e al contempo di stile, tuttavia non rinunciando alla forza commerciale e attrattiva che oggi ha il genere survival.

A mio modo di vedere l’inevitabile scontro finale risolleva solo parzialmente le sorti di un film che, nel frattempo, si era trascinato piuttosto tediosamente per circa due ore; sono proprio i due scontri uno-contro-uno che il protagonista deve affrontare a rappresentare, unitamente all’eccellente fotografia, il meglio di The Revenant. Sarà sufficiente per dare lustro alla (eventuale) assegnazione dell’Oscar a Di Caprio?

by Cimmo Santini

Pubblicato da babelblog

The bloggers are the citizens of the World - X info matteoleon81@libero.it

4 Risposte a “The Revenant – le sfortunate avventure del Redivivo di Di Caprio (Italiano)”

  1. Per me non vince neanche quest’anno, ultimamente a me i suoi film piacciono poco, meglio Justin Timberlake.

    1. Ciao Gennaro, grazie per il tuo commento!
      Speriamo che Leo abbia più fortuna quest’anno: nell’articolo anche il buon Cimmo ha espresso i suoi dubbi al riguardo…
      Justin è un ottimo cantante!

I commenti sono chiusi.