Berlino criminale. Storie di ordinaria violenza

Si parla tanto di Berlino, di quanto sia bella, di quanto sia verde, di quanto sia aperta, di quanto sia multikulti, di quanto sia gggiovane, di quanto sia selvaggia, di quanto sia libera. Difficilmente peró si dicono le cose come stanno. Mai si parla di quanto Berlino sia violenta, come tutte le metropoli del mondo. Certo, in confronto ad una qualsiasi grande città italiana, la capitale tedesca sembra il paese delle fiabe, eppure anche qui la criminalità (piccola e grande) si rende protagonista di atti di cronaca nera violenti e sanguinosi. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’aggresione ad un amico di Jennifer Weist, frontwoman della band Jennifer Rostock, lo scorso fine settimana presso il RAW Gelände, quella zona dove sorgono decine di locali notturni tra la Warschauerstraße e la Revalerstraße. Nella “tranquillissima” Friedrichshain. Dopo un tentativo di furto a cui il giovane ha tentato di reagire, un gruppo di complici dello scippatore ha assalito il malcapitato a colpi di coltello, recidendo un paio di arterie all’altezza della gola, lasciandolo in fin di vita in terra.

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Stessa sfortunata sorte è capitata a due turisti olandesi negli stessi luoghi qualche ora prima. Vittime di un tentato scippo a cui si sono ribellati, i due sono stati accerchiati e picchiati a sangue. Due casi fortuiti? Per nulla. Dove ci sono giovani, locali e droga, c’è da aspettarsi scene di questo tipo. I residenti sono anni che si lamentano di una situazione diventata insostenibile, ma la polizia locale sembra non avere abbastanza mezzi (e uomini) per tenere sotto controllo una situazione che sotto controllo non lo è affatto. E quando lo fa usando le pistole (come per fermare una rissa all’interno del Görlitzerpark lo scorso 29 luglio) si alza una polveriera di critiche che non finisce più.

Cambiamo zona. Cosa dire del cadavere trovato la notte di mercoledì 19 agosto nei pressi della Colonna della Vittoria all’interno del Tiergarten? Fatti di sangue e cronaca nera che in molti cercano di tacere, ma che confermano come Berlino non sia quel paradiso che tutti dipingono.

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Si parla della Berlino criminale solo quando a farne le spese è un turista italiano, come nel caso di Schlesisches Tor di qualche mese fa. Il giovane 23enne è stato aggredito da tre banditi a colpi di spray al peperoncino, per poi essere colpito ripetutamente (con violenza) con un cartellone pubblicitario. Solo l’intervento di un cittadino presente sull’altra banchina ha evitato conseguenze ben peggiori. Poche ore prima, un 25enne era stato aggredito con una coltellata nello stomaco presso la fermata Klosterstraße della U2. Solo un’operazione di urgenza ha salvato la vita al giovane.

E cosa dire della famiglia di origine polacca aggredita sul treno per Strausberg da tre ventenni lo scorso settembre? I giovani hanno reagito male alla richiesta del giovane padre di abbassare un po’ la voce, aggredendo lui, la moglie ed il bimbo di soli 6 anni. Sembra che dietro all’aggressione ci fossero anche delle motivazioni razziste. A Marzahn (e in generale nella ex-Berlino Est) le aggressioni con sfondo razziale non sono eccezioni, ma la norma. E non c’è bisogno di tirare fuori il problema rifugiati e Bärgida, sono scene che si ripetono da anni in molti quartieri di Berlino.

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Potrei andare avanti per ore citando i vari fatti di cronaca nera che giornalmente si susseguono in città, spesso – fin troppo – con protagonisti i coltelli, neanche ci trovassimo nella Glasgow degli anni ’70. La Berlino criminale, una Berlino a molti sconosciuta, esiste e non si nasconde. Potrei fare mille considerazioni in merito, ma preferisco limitarmi a segnalare i più importanti fatti di cronaca, senza fare riferimento alle nazionalità dei malviventi o a considerazioni che renderebbero troppo palese la relazione di molti di questi eventi al consumo di droghe. E chissà che forse la proposta di aprire dei coffee shop in città non metta un freno a tutto ciò. Io personalmente ci credo poco. Davvero poco.

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