Berlino, lì dove la politica vuole testare la purezza delle droghe

I tempi dei ragazzi della Bahnhof Zoo sembrano lontani, eppure passeggiando per la città le spore delle droghe (più o meno pesanti) ancora sono ben visibili. Negli anni ’80 troppi giovani sono rimasti vittima dell’eroina nella ex Berlino-Ovest, eppure la cronaca nera, i film, i libri, i dibattiti e le esperienze di conoscenze dirette sembrano non aver insegnato nulla ai berlinesi. sarà forse dovuto al fatto che della popolazione attuale di Berlino i berlinesi doc sono una sparuta minoranza?

Basta farsi un giro nei club berlinesi per trovare tutte le sostanze chimiche più chimiche in ordine alfabetico dalla A alla Z, nessuna esclusa. Basta passeggiare nei pressi della S-Bahn Warschauerstrasse per vedere il venerdì ed il sabato sera (ma anche gli altri giorni della settimana) giovani pippare cocaina sulla tazza del bagno pubblico all’angolo. Basta riandare di poco indietro con la memoria (autunno 2010) per ricordarsi come il Senato cittadino volesse abbassare il tempo massimo di utilizzo delle toilette pubbliche per evitare che venissero utilizzate dagli eroinomani del 2000. Un problema che non risparmia nessuna zona della città, dalla Hermannplatz al civilissimo, ricco e ultraborghese Ku’damm. Parlare degli spacciatori africani del Görlitzerpark sarebbe come sparare sulla Croce Rossa…

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E come contrastare questo fenomeno dilagante? Prevenzione? Pubblicità progresso come per le campagne anti HIV? Macché! Il Piratenpartei se ne è venuto fuori con un’idea geniale: laboratori ambulanti davanti ai locali della movida. Laboratori dove i consumatori possono rivolgersi in maniera anonima agli esperti che faranno dei test (ovviamente gratuiti) per vedere se la cocaina che è stata appena acquistata è stata tagliata male. così i tossicodipendenti possono pippare in allegria e continuare la loro serata non-stop di 72 ore di techno imbruttita.

Come cercano di giustificare questa proposta politica i Pirati? Christofer Lang parla di prevenzione, di controllo del territorio, di sensibilizzazione. Da una parte potrebbe essere anche vero. e magari grazie ad un solo consumatore che si fa “testare” si evita che decine di persone possano immettere nel loro corpo sostanze velenose. Del resto i danni permanenti causati dall’assunzione di droghe li paghiamo anche noi cittadini con le nostre tasse (Krankenkasse su tutte). E questo – rimanga tra di noi – mi pare meno giusto. Ognuno deve pagare per i propri vizi e per le conseguenze che questi portano. Non vedo perché la comunità (e l’Assessorato alla Salute secondo il progetto dei Pirati) debbano spendere soldi che a Berlino potrebbero essere usati per progetti di riqualificazione del territorio.

I tempi della “Station to Station”. di Christiane F. e della prostituzione minorile nella Jebensstrasse non sono purtroppo così lontani. La tipologia del consumatore medio è cambiata, ma i problemi restano. Anche nella bellissima, sbrilluccicante, ribelle, permissiva, fantastica, ultrasuperhype Berlino.

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