Peter Fechter, la giovane vittima del Muro

Il 17 agosto del 1962 sembrava un giorno come un altro per gli abitanti delle due Berlino. Il Muro era stato eretto già da un anno, portando con sé tristezza, divisione e morte. A 12 mesi dalla sua costruzione sono già ventisei le vittime del Muro: abitanti di Berlino est che con ogni stratagemma hanno cercato la via dell’Ovest, trovando invece solo la fine della propria esistenza. Tristi precedenti che non fermano di certo i piani dei giovani Helmut Kulbeik e Peter Fechter, sicuri di aver trovato un piano perfetto per eludere le guardie della DDR e passare incolumi da Mitte a Kreuzberg attraverso la striscia della morte.

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Il piano di per sé non era affatto malvagio: nascondersi in una bottega di un falegname nella Zimmerstrasse e da lì studiare i movimenti delle guardie di frontiera. Attraversare a tutta velocità la Striscia e scavalcare il secondo Muro – quello che dà su Berlino Ovest, alto appena due metri e difeso da un timido filo spinato – per poi ricadere nei pressi di Checkpoint Charlie nel quartiere di Kreuzberg, finalmente liberi dalla dittatura della SED e dal socialismo reale della DDR.

Purtroppo il progetto non si concluse come sperato. Helmut Kulbeik fu il primo a correre verso la liberà e riuscì a scavalcare incolume il Muro, il povero Peter Fechter fu invece raggiunto da una pallottola al bacino mentre cercava di scavalcare e ricadde a terra, in una pozza di sangue, all’interno della striscia della morte. Un’ora di agonia tra le urla di dolore del giovane Fechter (che aveva appena 18 anni) e le veementi proteste dei cittadini di Berlino Ovest che avrebbero voluto aiutare il giovane ferito. Le guardie di frontiera della DDR per tutta risposta puntarono i fucili verso ovest, facendo desistere ogni tentativo di soccorso. Anche le guardie americane di stanza nel vicino Checkpoint Charlie avrebbero voluto salvare la vita a Fechter, ma la paura di scatenare una reazione spropositata della DDR e dell’intero blocco socialista arrestò le loro buone intenzioni. Scene di vita comune ai tempi della Guerra Fredda.

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Von DoD photo, USA, Gemeinfrei, Link

E così, dopo un’interminabile ora, Fechter morì. Le guardie di frontiera della DDR andarono a recuperare il corpo, mentre dal settore Ovest della città di alzavano alti i cori “assassini! assassini!”. Nel 1997 ebbe luogo il processo contro le Guardie del Muro e le due guardie che verosimilmente furono coinvolte nell’omicidio di Peter Fechter furono condannate rispettivamente a 20 e 21 mesi di carcere, pena poi sospesa.

Kreuz für Peter Fechter 1962.jpg
Von Blunt. - Eigenes Werk, Copyrighted free use, Link

Fin da subito la figura di Peter Fechter venne utilizzata come simbolo di libertà: sul luogo della sua uccisione fu posta una croce a ricordo già pochi giorni dopo il fatto. Oggi una stele nei pressi della Zimmerstrasse ricorda il giovane tedesco. Un anno dopo la sua morte il compositore finlandese Aulis Salinnen pubblicò “Mauermusik”, un brano orchestrale dedicato alla memoria della giovane vittima.

Oggi cadono esattamente 55 anni dalla morte di Peter Fechter ed abbiamo deciso di dedicargli questo articolo. In memoria sua e di tutte le vittime del Muro, di tutte quelle persone morte cercando la libertà.

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