Vairano Patenora

Vairano Patenora

Foto di Giovanni Zoglio

 

 

La storia di Vairano Patenora è molto interessante perchè i suoi territori furono abitati probabilmente fin dall’età della pietra; sicuramente durante il neolitco ed il eneolitico vi furono degli insediamenti come dimostra il ritrovamento di un raschiatoio di selce marrone rossastra sul monte Catreola (Caievola) ed altri ritrovamenti sul Montauro, volgarmente detto monte Sant’Angelo.
Nell’età del bronzo (XVIII-XI a.C.) sul monte Catreola sorgeva un villaggio formato da più capanne realizzate con frasche e argilla, come dimostrano cocciami sparsi su una vasta superficie. Mentre all’età del ferro (VIII-VII sec. a. C.), risalgono alcune necropoli ritrovate ai piedi del monte Catreola nei pressi del colle Vrecciale ed alcuni corredi funebri ritrovati nelle necropoli di Marzanello e della Corvara. I primi popoli presenti nelle terre di Vairano furono gli Opici e successivamente, tra il V e IV secolo a.C., i Sanniti, fondando la civiltà Osco-Sannita e forse la città di Austicola, probabilmente ubicata su monte Sant’Angelo.
Infatti i Sanniti costruirono sui monti Catreola, Montauro e Monforte una serie di centri fortificati ancora oggi visibili.
Alla fine della III° Guerra Sannitica, con la vittoria dei Romani il territorio viene assegnato ai Sidicini.
Nei secoli successivi Vairano fu dominata dai Longobardi e dai Normanni, questi ultimi costruirono la prima fortezza di proprietà della Regia Corona del Re, e successivamente dagli Svevi. continua

 

Il comune di Vairano Patenora ha due frazioni: Vairano Scalo e Marzanello.

  • Vairano Scalo: è la zona commerciale del comune, nonché sede della Stazione Ferroviaria collegata con Roma e Napoli via Cassino, ed è attraversata dalle strade statali degli Abruzzi (SS 85) e Casilina. Nella frazione fermano molti autobus provenienti dal Molise e diretti a Napoli o Roma. La frazione Vairano Scalo è conosciuta per l’Unità d’Italia, essendo il luogo d’incotro tra il re Vittorio Emanuele II e il generale Giuseppe Garibaldi… continua

Pubblicato da borghicastelli

Giulio D. Broccoli