I Fantasmi d’Amore di Davide Lingua

La Torre della Violinista in un dipinto conservato nel Museo di Antropologia
La Torre della Violinista

 

Il 2016 è stato caratterizzato dalla mostra itinerante “Fantasmi d’Amore” del regista pubblicista (quindi giornalista!) Davide Lingua e dedicato a film e leggende di una certa zona piemontese.

Vediamo la didascalia del progetto:

“Le immagini raffigurate nelle seguenti tele sono una rappresentazione visiva di alcuni Filò della nostra zona. Tecnicamente sono state realizzate con bozzetti per ricreare la strana inquietudine di certi dipinti che compaiono nei film gotici degli anni ’70. Il Filò è la leggenda campestre italiana, che rappresenta la versione extraurbana delle leggende metropolitane e che oltreoceano assomiglia alle Campfire Tales, le storie che si raccontavano attorno al fuoco del bivacco i trapper, pionieri o cowboy mentre in Italia tali racconti venivano narrati anche nelle stalle o durante le feste paesane. L’autore che in questo momento vi sta parlando ha intitolato questa antologia di racconti per immagini “Fantasmi d’amore” perché narrano vicende di sfortunate romantiche fantasmine innamorate. Quella che seguirà è una breve sintesi di queste leggende per capire le opere (info Associazione Erulia, sezione Dizionario del Turismo Cinematografico). La prima storia dipinta è quella della Violinista Fantasma. La leggenda narra che in una torre a Verolengo secoli fa sia stata imprigionata una giovane che si era innamorata della persona sbagliata, la ragazza era una violinista che sfogava nelle dolci melodie la sua pena. Si mormora che in alcune notti si senta il suono del violino provenire dall’edificio. E’ la fantasma che non trova pace?

maga ypa
La regina Ypa

Il secondo lavoro rappresenta la regina Ypa, maga del Canavese che, dopo una delusione d’amore, si vendicò con una alluvione. Della leggenda esistono in rete diverse versioni (abbiamo riportato l’elemento che accomuna tutte queste). In una avrebbe allargato la Dora Baltea (che in effetti in un punto proprio sotto il Passo di Ypa forma una specie di lago) e in altre avrebbe formato quasi un mare del quale rimangono i laghi di Candia e Viverone. Comunque la storia assomiglia parecchio a quella della maga Medea.

la sposa del lago
La sposa fantasma del Lago di Viverone

Il terzo racconto ci porta sulle sponde del Lago di Viverone dove, nelle notti di plenilunio, si aggira la Sposa Fantasma in cerca del suo compagno disperso proprio nel giorno che avrebbero dovuto sposarsi. Ma cos’era successo? I due ragazzi abitavano a San Martino, paese non più esistente. La leggenda dice che sia sprofondato nel lago. Sarà vero? Chissà! Secondo quanto si mormora la località si sarebbe trovata pressappoco nella zona di Anzasco e in alcune notti dell’anno si sentirebbero suonare le campane della chiesa sommersa. Curiosamente a pochi km da lì, nel bel mezzo della Serra Morenica, si erge malinconico ed isolato il Campanile di San Martino. Questo edificio è ciò che rimane del non più esistente paesino di Paerno ed è in parte sprofondato nel morbido terreno (infatti pende come la Torre di Pisa!). Qualche chilometro ancora più in là ci sono le “Terre ballerine”, un particolare tipo di terreno (composto soprattutto da Torba e Muschio) dove, mentre cammini, hai come l’impressione di stare su di un materasso. Un tempo lì sorgeva il non più esistente Lago Coniglio. Che ci sia un nesso tra questi elementi? Infine il quarto ed ultimo dipinto parte da un fondo di verità, infatti rappresenta l’arcipelago di Cannero che è un insieme di isolotti dove erano ubicati i castelli dei pirati del lago (quello Maggiore) del quale ora non restano che suggestive rovine. I fantasmi in questione sarebbero le vedove delle vittime dei sanguinari razziatori, in cerca dei loro cari trucidati. (la barca nel quadro invece è la Tinca, protagonista del film LA STANZA DEL VESCOVO, thriller gotico lì girato) E con questo concludiamo dicendovi che queste storie danno alla zona un sapore di dolce inquietudine, l’atmosfera che si respira in queste Terre d’Acqua dove anche le location hanno ancora molto da raccontarvi. Chiudete gli occhi, aprite il cuore e ascoltate le loro storie…….. non ve ne pentirete!!!”

cannero
La Tinca nell’Arcipelago di Cannero

 

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