IL GIORNO CHE IL CLOWN PIANSE, il film inedito di e con Jerry Lewis

 

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C’è un film di e con Jerry Lewis che (forse) nessuno ha visto.

IL GIORNO CHE IL CLOWN PIANSE è un film (forse) rimasto incompiuto del 1972.

Già durante la lavorazione ci furono polemiche al riguardo. Perché?

Vediamo, un attimo, di cosa parla la pellicola.

I temi trattati sono la Shoa e la coscienza umana. Argomenti molto forti per un film che alterna commedia (poca e amara) e dramma.

 

 

 

Trama (contiene anticipazioni sul finale):

 

“Ci troviamo in Germania nel periodo all’inizio della Seconda Guerra Mondiale. Il clown Helmut Dorque, un tempo celebre, è ormai un artista decaduto e poco considerato. Dopo esser stato cacciato dalla compagnia per aver causato un incidente durante uno spettacolo, si confida con la moglie, che gli consiglia di mettersi in proprio. Ubriaco, Helmut viene arrestato dalla Gestapo in un bar per aver sbeffeggiato Hitler. Dopo un interrogatorio al quartier generale della Gestapo, viene imprigionato in un campo di concentramento per prigionieri politici. Passano quattro anni di prigionia, nei quali Dorque millanta agli altri carcerati il suo passato di clown famoso. Il suo unico amico in carcere è un tedesco dal cuore buono di nome Johann Keltner, la cui ragione di detenzione non viene mai esplicitamente rivelata. Gli altri detenuti chiedono a Dorque di esibirsi per loro, ma lui rifiuta. Incolleritisi, i detenuti lo spingono nel fango in cortile a riflettere sulla sua decisione. Improvvisamente, vede un gruppo di bambini ebrei ridere di lui dall’altro lato del campo, dove gli ebrei vengono tenuti lontani dagli altri prigionieri. Felice di essere ancora apprezzato da qualcuno, Helmut si esibisce per loro fino a quando il nuovo comandante del campo gli ordina di cessare immediatamente lo spettacolo.

Dopo che le SS hanno interrotto la sua performance, Dorque viene selvaggiamente picchiato, mentre i bambini vengono spinti via con violenza dal filo spinato. Inorridito, Keltner si getta su una delle guardie, ma viene presto fermato e ucciso all’istante. Dorque, intanto, è messo in cella d’isolamento. Trovando un modo per sfruttare le sue doti comiche, il comandante gli assegna il compito di tenere alto il morale dei bambini ebrei mentre vengono fatti salire sui treni diretti ai campi di sterminio, dietro la promessa di una revisione del suo caso. Per uno scherzo del destino, Dorque finisce accidentalmente insieme a un gruppo di bambini su un treno diretto ad Auschwitz e, giunto nel campo, viene destinato ad accompagnare i bimbi alle camere a gas.

Anche se riluttante, Helmut accetta il compito in cambio della promessa di libertà. Accompagnandoli alle docce, cerca di farli ridere e di divertirli il più possibile. Dopo che tutti i bambini sono entrati, l’insopportabile rimorso lo spinge ad entrare egli stesso nella camera a gas con loro. Una volta dentro, cerca di farli ridere per l’ultima volta, prima di morire anch’egli sotto gli effetti dello Zyklon B insieme a tutti i bambini.”

 

 

 

 

 

Produzione e riprese (info da Wikipedia):

 

Nel 1971, mentre stava esibendosi al teatro Olympia di Parigi, Lewis incontrò il produttore Nathan Wachsberger, che gli propose di dirigere ed interpretare il film sotto il completo finanziamento della sua compagnia, gli Europa Studios. In precedenza, la stessa offerta era stata fatta a diverse altre star come Bobby Darin, Milton Berle e Dick Van Dyke che avevano tutti rifiutato. Lewis inizialmente era dubbioso se accettare o meno la parte, specialmente dopo aver letto il copione, e raccontò nella sua autobiografia Jerry Lewis in Person, che: «Il pensiero di interpretare Helmut mi terrorizzava». In aggiunta, sentiva di non essere adatto per la parte, a causa delle forti tematiche trattate nella pellicola.

Alla fine però, accettò dopo aver letto la sceneggiatura definitiva di Joan O’Brien e Charles Denton. Nel febbraio del 1972, visitò le rovine dei campi di concentramento di Auschwitz e Dachau e girò qualche immagine di esterni per il film; intanto riscriveva e rielaborava incessantemente il copione. Perse anche svariati chili per le scene nel campo di prigionia. Le riprese iniziarono in Svezia nell’aprile 1972, ma la produzione fu funestata da diversi problemi. L’equipaggiamento venne perso e ritrovato in seguito, e i finanziamenti stentavano ad arrivare.

Lewis fu ripetutamente rassicurato da Wachsberger, il quale però, non si fece mai vedere sul set. Il produttore non solo non diede il denaro per il film, ma la sua opzione sulla produzione della pellicola sfumò prima dell’inizio delle riprese. Lewis finì col dover pagare di tasca propria la maggior parte delle spese, ma le controparti coinvolte nella produzione del film non raggiunsero un accordo per la distribuzione dello stesso, che non uscì mai nelle sale.

Lewis possedeva l’unica copia esistente in videocassetta del film, una versione non rifinita, che tenne chiusa a chiave nella cassaforte del suo ufficio. Il luogo dove è custodito il negativo originale del film è sconosciuto a tutt’oggi. Lo stesso Lewis ha sempre evitato di far menzione del film in tutte le sue interviste, e i giornalisti vennero avvisati di non parlarne in sua presenza Qualche anno prima della morte, Jerry Lewis ha donato il film insieme al resto della sua collezione personale alla Biblioteca del Congresso di Washington, con la garanzia che lo stesso non sarebbe mai stato mostrato al pubblico almeno fino al 2025.

 

 

 

 

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