Polemiche per il vergognoso dipinto antisemita realizzato da Giovanni Gasparro

Ha fatto molto discutere il dipinto antisemita realizzato dal pittore barese Giovanni Gasparro (classe 1983) che ha per soggetto il martirio di Simonino da Trento, una sorta di fake news del Quattrocento: la vicenda, uno dei casi più eclatanti di antisemitismo del XV secolo, racconta di un bambino, Simonino da Trento, che scompariva dalla sua abitazione la sera del 23 marzo 1475 e veniva ritrovato morto tre giorni dopo, vicino alla casa di una famiglia di ebrei. Le autorità e la popolazione di Trento, fomentate dal principe-vescovo Johannes Hinderbach, accusarono del presunto omicidio la comunità ebraica, che avrebbe rapito e ucciso Simonino per compiere un omicidio rituale. Per l’occasione furono giustiziati molti membri della comunità (il più giovane di anni 15).

L’antisemitismo medievale attribuiva infatti agli ebrei la pratica del sacrificio umano, da compiersi con bambini cristiani precedentemente torturati: non ci sono attestazioni di tale pratica, ma la credulità popolare dell’epoca la riteneva fondata, e di conseguenza, dopo il ritrovamento del corpo di Simonino, diversi ebrei, tutti innocenti, furono incarcerati, torturati per confessare crimini mai compiuti, e in molti casi giustiziati. Per molti anni rimase il culto antisemita del martirio di Simoninom Solo nel 1965 il culto fu abolito, grazie alle perizie storiche (del Concilio Vaticano) che stabilirono l’incosistenza delle accuse rivolte alla comunità ebraica del tempo.

Nella foto il disgustoso dipinto incriminato.

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