Italiani a Dublino. 4: Simona, dal mare Adriatico al mare d’Irlanda

Ciao a tutti.
So che fa piacere leggere le storie dei nostri connazionali all’estero, e so che spesso molti prendono spunto dalle relative storie ordinarie di emigrazione dal “Bel Paese”, per prendere, a loro, volta, decisioni personali. E infatti,..oggi vi parlo di un’altra storia italiana a Dublino: Simona, arrivata in irlanda nel 2002 esattamente il 13 giugno un giorno prima del suo compleanno.
LA STORIA DI SIMONA IN IRLANDA. TUTTO INIZIO’ COSI’…
Simona,  laurea in beni culturali con indirizzo storico artistico presso l’universita di Bologna nel marzo 2002, ha aspettato di finire un corso di specializzazione per poi partire alla volta di Dublino.
In realtà spiega Simona, la sua idea iniziale era di trasferirsi negli USA per fare un anno “sabbatico”, partendo proprio dalla capitale irlandese, ma poi le cose cambiarono…e scelse Dublino per la sua storia di vita all’estero.
La sua esperienza in Irlanda inizia con un lavoro come aiuto-cuoca  in una pizzeria, seguita da altre come barista e cameriera. Simona, (che ha sempre lavorato in Italia durante la università, come  stagionale)  passa due anni a lavorare in diversi ristoranti in mezzo a cuochi (quasi sempre uomini) in cui ha la fortuna di conoscere quello che sarebbe per poi diventato il suo attuale compagno. Secondo passo importante per Simona fu l’iscrizione a corsi di inglese ma sopratutto ad uno per Operatore turistico al FAS di 16 mesi, continuando tuttavia a lavorare part-time.
Terminato il corso, grazie a quest’ultimo riesce ad ottenere un posto di lavoro full-time presso il FAILTE Ireland, ente nazionale di promozione turistica, che poi diventerà permanente. Nel frattempo arriva la decisione di comprare la casa. I mutui nel 2005 sono ancora facilmente reperibili e le banche li concedono quasi a occhi chiusi: Simona ama il mare e non riesce a starci lontana… Skerries, splendida cittadina sulla costa a nord della capitale diventa il suo luogo di residenza, e così Simona evita di gettare al vento i soldi per l’affitto, e la scelta si rivela azzeccata.

Simona si considera contenta di vivere a Dublino
Simona si considera contenta di vivere a Dublino

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ARRIVA LA CRISI
Tuttavia, nel 2010 le cose cambiarono. Con la tempesta finanziaria sull’ Irlanda – roba che i venti freddi e le piogge locali da tanti odiati erano nulla a confronto – …arrivò una brutta notizia in casa di Simona. Il ristorante per cui lavorava il marito chiuse i battenti, e lui perse il lavoro dopo sette anni di collaborazione. Nel frattempo, nacque il secondogenito di Simona. Lei dopo sei mesi di maternità è così costretta a tornare subito al lavoro…e il marito rimane a casa a fare il papà a tempo pieno, in attesa di tempi migliori.
IL RISTORANTE IN PROPRIO: i piccoli “vantaggi della crisi”
Giustamente il tempo passa e il marito di Simona vuole cominciare a tornare attivo: ed ecco che qualche tempo dopo, arriva l’idea di cercare un locale per avere un proprio ristorante. E guarda a caso, la crisi che imperversa a Dublino in quel momento, corre in aiuto della coppia. Gli affitti, a causa della crisi stessa, si abbassano e trovare un posto disponibile (ce ne sono tanti rimasti vuoti) diventa più facile, dato che i venditori fanno fatica a trovare gente con iniziativa.
L’inaugurazione del ristorante arriva a marzo 2012: un “italian tapas restaurant”  chiamato “Divino “. Tapas, spiega Simona, “perché in tempo di crisi la gente poteva stuzzicare qualcosa e bersi un buon bicchiero di vino senza spendere un patrimonio”.

Simona, felice con la sua prole. I suoi figli sono ormai italo-irlandesi
Simona, felice con la sua prole. I suoi figli sono ormai italo-irlandesi

OGGI: L’INTERVISTA
Arriviamo ai tempi presenti: la coppia ha tre bambini, Simona  continua a lavorare per FAILTE ireland nell ufficio dell aeroporto (e il suo compagno al ristorante),  e sono rimasti sempre a Skerries. Simona si dichiara contentissima di questa scelta che, seppure abbia imposto tanti sacrifici, le ha permesso di ottenere tante soddisfazioni.
Vi riporto qui di seguito una mia breve intervista con Simona di questi giorni
D. Quando e perche sei arrivata a Dublino?
R. Sono arrivata a Dublin nel giugno 2002 dopo aver conseguito la laurea per un anno sabbatico, la mia intenzione era quella di rimane per l’estate e poi spostarmi negli States.
D.. Cosa fai qua in Irlanda?
R. Lavoro in qualita di Travel advisor per Failte Ireland, l’ente nazionale di promozione turistica irlandese , con sede presso l’aeroporto di Dublino.Parlo correttamente l’inglese, spagnolo e naturalmente l’italiano.
Accolgo e aiuto i turisti e non solo che arrivano in Irlanda/Dublin  con alloggio, trasporti, posti da visitare, noleggio auto, bici, escursioni, concerti  un po di tutto.
D. Hai in umente un ritorno nel bel paese prima o poi?
R. Se vincessi la lotteria partirei domani cosa molto improbabile quindi aspettero’ la pensione.
D.. Cosa ti piace e cosa non ti piace di Dublino
R. Mi piace la gente, molto educata sempre disponibile ad aiutarti e con la battuta sempre pronta e il fatto che le cose qui funzionano abbastanza bene: burocrazia quasi inesistente, la libertà di poter andare al supermercato con il pigiama se volessi e di muoverti con 3 bambini, passeggino incluso, e poter prendere tranquillamente un bus senza il timore di essere spintonata o borseggiata,…. in italia hai dei problemi persino ad attraversare la strada. Tutto qui si basa sulla fiducia, se sei bravo e hai voglia di fare ti viene data la possibilità, meritocrazia quasi inesistente. Cosa non mi piace? La superficialità nei rapporti: nonostante io viva qui da 12 anni le conversazioni tra le mie amiche irlandesi si limitano al più o meno o sui figli difficilmente si va sul personale.
Superficialità nel modo di fare… dicono in continuazione sorry mi dispiace senza dispiacersi. Ti chiedono “how are you” ma in realtà non vogliono sapere come stai.. “You look lovely”,  e ti chiedi se e’ vero che stai bene o e’ tanto per dire.
Superficiali nei lavori sopratutto in casa senza iniziarli/ finirli come si deve:  una volta dovetti cambiare la moquette e il tipo che la metteva su si rifiutò di togliere quella esistente per dirne una.
Superficiali culturalmente: troppo filoamericani o filo inglesi, è quasi impossibile trovare un libro di un autore francese/spagnolo e così per la musica, il cinema.
D. La cosa dell’Italia che ti manca di più?
R. Le stagioni e tutto quello che e’ relativo al territorio nel senso di tradizioni legate ai prodotti della terra, la raccolta dell uva, andare per boschi a cercar funghi, feste religiose, il patrono della città, feste di paese  e sagre …..quelle belle tavolate con tante persone davanti a un buon piatto e bicchier di vino, le feste in spiaggia fino a tarda notte etc.
Mi manca il mare la collina e la montagna nel senso di viverle, l’italia è un bellissimo paese con un terrirorio stupendo che offre a chi lo visita una varietà infinita di possibiltà.

Grazie a Simona...E questo è tutto per oggi, ci risentiamo al più presto con un’altra storia di noi italiani in Irlanda!

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