Che denti grandi che hai : la buca della Fata di Agnano

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La Buca Della Fata di Agnano

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Canale di scolo al buio


Che cos’è l’iniziazione? È uno degli istituti peculiari del regime del clan. Il rito si celebrava al sopraggiungere della pubertà. Con esso il giovinetto veniva introdotto nella comunità della tribù,ne diveniva membro effettivo e acquistava il diritto di contrarre matrimonio. Questa la funzione sociale del rito. Le sue forme variano, e noi ci soffermeremo ad esaminarle in connessione col materiale del racconto di fate: esse sono determinate

dalla base mentale del rito: si riteneva che durante il rito il fanciullo morisse e quindi risuscitasse come un uomo nuovo. È questa la cosiddetta morte temporanea. La morte e la risurrezione erano provocate da atti raffiguranti l’inghiottimento e il divoramento del fanciullo a opera di animali favolosi. Si immaginava che egli venisse inghiottito da questo animale e, dopo aver trascorso qualche tempo nello stomaco del mostro, ritornasse alla luce, vale a dire fosse sputato fuori o vomitato…(Le radici storiche dei racconti di fate di Vladimir Ja. Propp )

Vorrei iniziare questo racconto con la frase c’era una volta, per onorare i riti della narrazione e per portarvi immediatamente in un mondo fatato e fanciullesco dove le regole sono diverse da quelle alle quali siamo abituati. Potrei scrivere c’era una volta un gruppo di esploratori, ma così facendo potrebbe sembrare che non ci sono più e forse vi svelerei il finale del racconto, quindi potrei semplicemente dirvi c’era una volta una fata, ma la verità è che questa storia nasce prima delle fate, e come si sa le fate nascono dai fiori, quindi abbiate pazienza, perchè inizierò con : c’era una volta un fiore.

C’era una volta un fiore,ma ad essere proprio precisi non era un semplice fiore, bensì uno sbubbolo di pelo rosso ( vedi maggiori info qui ) e come tutti sapete gli sbubboli sono i fiori preferiti delle fate. Nascono vicino ai sonagli ovattati ed è per questo che ogni volta che da uno sbubbolo nasce una nuova fata i sonagli ovattati producono quella strana melodia simile al parlare del vento.La nostra fata nacque proprio così. Per i primi mesi, lo sbubbolo era la sua casa, poi piano piano la fata crebbe e diventò adolescente. Rinnegò lo sbubbolo e andò in cerca di altre fate. Per prima cosa, recuperò un cellulare ultimo modello che una coppietta disattenta aveva lasciato cadere su un prato e subito dopo si fece un bel profilo su fatabook con tanto di selfie. Nel giro di poche ore il suo profilo era stato visitato da un sacco di altre fate e in men che non si dica aveva ben 1236 amici fatati dispersi per tutto il mondo. Passava il tempo guardando le foto dei paesi esotici dei suoi nuovi amici e per risposta, si postava accanto ad un soffioscoiattolo mentre ne soffiava via tutti i semi esprimendo un desiderio. Un giorno si accorse che era ancora sola, quindi decise di iscriversi a twester. Iniziò a twestare e a avere addirittura seguaci, era talmente bella che i suoi selfie avevano portato tantissime persone a seguirla. Un suo amico fatato di Bogotà, intrippato con la fotografia d’autore gli propose di iscriversi anche a fatagram, per poter far girare ancora meglio le sue foto. Era diventata la reginetta fatata del web, ma era ancora sola soletta. Un giorno, scaricando la sua casella postale, vide un nuovo sito, bastitù, che parlava di incontri fatati a km 0. Non si era mai occupata di cultura salutista e di rispetto dell’ambiente nonostante fosse una fata e non aveva la minima idea di che cosa volesse significare km0, ma capì immediatamente che iscrivendosi a bastitù avrebbe potuto trovare amici anche vicino a dove viveva in quel momento. Si costruì un profilo, si fece un nuovo selfie per l’occasione, con una margherita tra i capelli, per dare quell’effetto acqua e sapone. Ci mise più o meno otto ore, per sistemare i capelli, scegliere il vestito, darsi un filo di trucco, trovare la posizione migliore e lo scorcio più adatto. Il primo bip del cellulare segnava che l’operazione era andata esattamente a buon fine ed infatti ecco il primo commento : “ma quanto 6 bella, quel vestito sembra ke ti sia stato kucito addosso”e lei in batter di ciglia a rispondere : “ma ke dici, mi sono messa la prima cosa ke ho trovato, mi ero appena svegliata, ho una faccia da skifo in quella foto, ma sono contenta ke ti piaccia”. mentre scriveva il messaggio, rileggeva quello che le era stato scritto, controllava il profilo dell’ammiratore misterioso e trovava anche il tempo per arrossire come se lui la stessa guardando veramente. Si sa che le donne sono multitasking, le fate, sopratutto se adolescenti, con un cellulare in mano, possono esserlo molto di più.
La foto dell’ammiratore misterioso era decisamente interessante e pure il profilo era decisamente attraente. Il nick name era quanto mai intrigante “synekdékhomai”, che per voi lettori, sarà sicuramente un chiaro richiamo a figure retoriche più o meno allarmanti, ma per la nostra fata era l’eccelso suono del miele che tocca la lingua, passatemi la figura retorica ispirata liberamente dal nostro fato. Passava ore e ore a riguardare le foto di Sy, aveva collegato tutti i suoi profili, da fatabook a fatagram, passando per twester e sapeva in tempo reale qualsiasi cosa lui decidesse di far sapere al mondo fatato. Non lo aveva mai visto, ma sapeva tutto di lui in cinque clik. Si scrivevano oramai regolarmente e il cellulare della nostra fata squittiva come un nido con degli uccellini affamati, fintanto che un giorno Sy non le chiese di incontrarla. A questo punto la fata non sapeva proprio cosa fare, il suo desiderio più grande si stava per avverare e lei non aveva nemmeno un amica con cui parlarne, lo avrebbe scritto in internet, ma se poi lui avesse letto le sue paure forse si sarebbe tirato indietro. Decise pertanto di andare a trovare i sonagli ovatati, parlarono per un po’, ma tutto quello che loro riuscirono a dirle fu un suono che le fece drizzare i peli delle braccia. Decise allora di andare dal soffioscoiattolo, ma lui le rispose che lui poteva solo esaudire i desideri e quindi non poteva aiutarla visto che il suo desiderio era già stato esaudito. Poteva andare dallo sbubbolo di pelo rosso, ma si vergognava troppo a chiedergli consiglio e quindi decise che avrebbe fatto di testa sua e sarebbe andata all’appuntamento. Si fece mandare le coordinate gps per sms, le impostò nel cellulare e si mise in cammino. Dopo poco arrivò all’entrata di una grotta, ma il gps diceva che non era ancora arrivata. “se entro mi sporcherò tutto il vestito nuovo, ma se volo potrei arrivare tutta sudata e avere il trucco sfatto…” con questo cruccio sui grandi temi, si incamminò, un po’ volando e un po’ saltellando. La grotta scendeva sempre di più dentro la terra e ad ogni passo l’aria diventava sempre più fredda, si voltò per guardare l’entrata che diventava sempre più piccola e si domandò come mai Sy le avesse dato appuntamento in quel posto, fosse mai che il gps si era rotto? Voi lettori invece sapete benissimo che la verità è un altra, in qualsiasi mondo uno si trovi di Sy ve ne sono parecchi e appaiono in tanti modi diversi e se la nostra fata fosse stata un pochino più attenta e sgamata, non sarebbe certo andata ad infilarsi in questo casino. Anche se molti di voi, colpiti dal grande carisma e dall’intelligenza di Fata ( diamogli un nome noi, visto che era andata via talmente giovane che lo sbuffolo peloso non era nemmeno riuscito a dargliene uno ), desiderano a questo punto che  faccia la fine che merita e scompaia dal nostro racconto, purtroppo quello che è successo mi tocca raccontarvelo. Quindi per i più paurosi, potete mettere le mani davanti agli occhi e le dita dentro le orecchie, ma lasciate uno spiraglio in modo che le parole possano entrare. Torniamo a dove abbiamo lasciato la nostra piccola Fata, proprio dentro una grande grotta, con una bocca che diventava sempre più piccola. Oltre questo c’erano dei piccoli particoli che non la facevano stare proprio prorpio tranquilla, appoggiando i piedi sul terreno aveva sentito che era molliccio, ma essendo parecchio buio aveva pensato che fosse per colpa delle tante foglie. Girandosi verso l’alto l’apertura sembrava sempre più piccola, eppure non stava scendendo così tanto, ma guardando meglio, le rocce intorno all’entrata sembravano proprio grandi denti e l’entrata una grande bocca. Fece un sorriso smaliziato auto-compiacendosi della sua fervida immaginazione. Fu allora che gli venne un’idea, si fece un selfie e pubblicò immediatamente la foto con la scritta “mentre vengo mangiata da una grotta!” con un corollario di faccine. Guardando meglio una roccia sopra la sua testa si fece un secondo selfie, mentre con la mano indicava lo spuntone ” l’ugola della grotta” e via in pasto a fatabook. I mi piace schioccavano anche se il segnale era debole. La fata si addentrò ancora di più nelle profondità, galvanizzata dai mi piace e dai commenti su quanto era figa questa cosa che stava facendo e quanto era figa lei in quella situazione. Si avvicinò alla parete in fondo e vide un buco che andava giù giù nella terra. Facendo una faccia spavantata si fece l’ennesimo selfie ” la gola della grotta! che paura!!!” mentre stava scattando la foto l’apertura, con un lento movimento si chiuse e Fata rimase al buio spaventata. Guardò la foto e era venuta benissimo! la sua espressione terrorizzata era quanto mai autentica. Quel che successe alla fata lo potete ben immaginare, ma qualche cosa di bello ce l’ha lasciato. Per la paura, poco prima di essere mangiata, Fata era stata scossa da un fremito e tutta la polvere di fata le era caduta di dosso e si era andata a posare su una roccia, facendola brillare per sempre. Una lacrima era scesa dalle sue gote, capendo quello che stava per succedere e questa lacrima era diventata una stallattite e se andate nella grotta, potrete vedere tanti piccole stallattiti con piccole goccioline in fondo, quelle sono l’ultima lacrima di Fata che si ripete all’infinito. Si ripete perchè l’ultima lacrima, non è stata perchè stava per essere mangiata, non è stata perchè non aveva fatto pace con lo sbubbolo, non è stata perchè non aveva trovato Sy, e nemmeno perchè aveva avuto per un nanosecondo il dubbio che Sy fosse la caverna fatata e che l’avesse presa in giro per tutto il tempo, forse avrebbe dovuto controllare la veridicità delle foto del suo profilo, ma sono cose che si pensano sempre troppo tardi, l’ultima lacrima si ripete tutte le volte che qualcuno mette mi piace alla foto di Fata spaventata, perchè Fata oramai non può più vederlo.

Caspiternia, ma la storia avevamo detto che non era quella di Fata, ma quella dello sbubbolo! Ebbene si, perchè lo sbubbolo, avvisato prima dai sonagli ovattati e poi dal soffioscoiattolo, aveva mandato i suoi semi nel vento per cercare di raggiungere Fata, ma non c’era riuscito e i semi si erano posati tutti all’entrata della grotta proprio nel momento che questa si stava chiudendo. Se nelle vostre escursioni trovate una grotta con davanti dei fiori di sbubbolo, state attenti, potrebbe essere la grotta della Fata e se all’interno sentirete il suono di un cellulare e non è il vostro, correte più veloce possibile verso l’entrata, oppure non potrete raccontare a nesuno la vostra storia.

 

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La fontanella

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L’Itinerario

Raggiungere la grotta della fata è facile, è un luogo che può essere visitato tranquillamente anche nei periodi caldi, visto che a metà strada di trova un fontanella con l’acqua e visto che, dentro la grotta vi è una temperatura costante anche in estate. I sentieri per arrivarvi sono molteplici, vi mettiamo quello più breve. L’ideale è una passeggiata tranquilla, in estate, anche verso le 17. Il percorso non è impegnativo, solo nell’ultima parte, cioè quella che riguarda il trovare la grotta e la grotta stessa

Da dove si parte.Si arriva al paesino di agnano, giunti all’ultima rotonda, si prende la seconda uscita , come a voler andare a sinistra e si prosegue su questa strada fino a che non finisce e lì si può lasciare la macchina, proprio all’imbocco del sentiero 125.

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l’attacco del sentiero

Durata. 2 ore. Il tempo di percorenza non è quello da trekking per il quale in 40 min si arriva alla grotta e si torna, ma è quello dell’esploratore, cioè di colui che si ferma, fa le foto a quello che vede, fa le foto ai proprio amici cani mentre corrono, bevono ecc, si ferma a leggere il racconto della Fata dentro la grotta ecc…

Difficoltà. Non credo sia difficile da immaginare di essere mangiati una volta dentro la grotta, quindi direi che la difficoltà è bassa, ma a parte gli scherzi, il percorso è segnato e è facile da trovare, la grotta non è segnata, ma si trova facilmente e all’interno è abbastanza facile arrivare fino in fondo con una torcia. Spesso vi sono tante foglie all’entrata che rendono la discesa parecchio scivolosa.

Una volta giunti al paesino di Agnano si arriva alla rotonda che porta verso il centro e ci si dirige dalla parte opposta. La strada finisce in un piccolissimo parcheggio, al massimo due macchine, proprio all’entrata del sentiero. Il sentiero è sassoso e si incrociano due maoni . Sale leggermente attraverso il bosco e i punti soleggiati sono pochi. E’ un sentiero ricco di sambuco.Dopo circa 10-15 min. si raggiunge una fontana, posta ai piedi di un maone. Interessante è esplorare il sotto del canale di scolo, basta proseguire nella parte più bassa del sentiero, che corre parallelamente al sentiero principale, oppure fare un azimut di un metro e mezzo circa una volta arrivati nei pressi della fontana. Essendo tutto a vista, non potete sbagliarvi.
Si prosegue e il sentiero diventa sempre più bello, a tratti si apre su panorami mozzafiato. Si prosegue sempre sul sentiero principale, anche se si incontrano un paio di deviazioni. Si giunge dopo una mezz’oretta di cammino ad una curva che porta ad un bivio. Davanti a noi, un sentiero più piccolo, a destra continua il sentiero principale e ancora più a destra si apre un sentierino minuscolo che si inerpica su per un poggio. Molto interessante è esplorare il sentiero principale, che ci porta all’entrata di Angano, ma in questo caso noi prendiamo il sentiero più piccolo. Dopo una decina di metri il sentierino fa una curva, se continuate arriverete ad un’antenna, ma avrete sbagliato, se fate attenzione, sulla destra, poco prima della curva vi è un sentiero, facilmente percorribile, ma nascosto dalle fronde. Se prendete il sentiero, dopo circa 5 metri, sulla vostra sinistra vi trovate la grotta della fata.

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l’entrata della grotta

La Grotta.

La grotta è circa una trentina di metri, scende parecchio velocemente, ma vi sono una serie di gradini che aiutano e facilitano la discesa e la risalita. L’entrata è spesso piena di foglie e il divertente è che fanno scivolare, ma una volta scivolati, ve ne è talmente tante che uno si ferma attutendo il colpo in maniera molto picevole. La grotta è “viva” ,ma non essendo speleologa e non avendo trovato nessuna informazione su questa grotta non mi azzardo a scrivervi parole che potrebbero non essere totalmente corrette, se qualcuno di voi, leggendo questo blog, deicde di andare ad esplorarla e vuole allegare un commento con una descrizione più dettagliata, ne sarei solo felice. Per quel che mi riguarda, posso dirvi che il fondo è regolare, vi è solamente un camino piccolo, proprio sul finale, nascosto da un cumulo di rocce, tranquilli, non potete caderci dentro ne voi, ne i vostri cani.Non è possibile continuare l’eslorazione a meno di non essere speleologi esperti, a dire il vero non so nemmeno se sia mai stata veramente esplorata, visto che non vi sono informazioni a riguardo.
La grotta vista dall’interno sembra veramente una grande bocca, con tanto di denti e di ugola.

Per quanto riguarda i cani. l’itinerario è facile, e non presenta nessuna difficoltà, l’acqua esattamente a metà strada aiuta sia all’andata che al ritorno e il percorso nel bosco rende questa passeggiata perfetta anche nei periodi parecchio caldi. Non vi sono molti escurzionisti. Vi sono parecchi animali, quindi i cani con forte spirito predatorio saranno tentati di andare più volte dietro a scie odorose, le strade sono tutte molto lontane e i rischi pressochè nulli. Molto interessante vedere la reazione dei cani di fronte alla grotta. E’ sicuramente una cosa da sperimentare, alcuni possono averne paura, altri trovarlo un posto meraviglioso per refrigerarsi e rinfrescarsi, indubbiamente è un modo per far vivere ai vostri amici una giornata parecchio diversa e ricca di stimoli.

Grazie a “Il Mic”, questa volta abbiamo anche la cartina con il percorso gps perfettamente segnato :

Mappa Itineriario Gps

Se non siete così tecnologici, potete seguire le foto nella galleria di foto, dove vi è anche la foto della mappa.

Dove finire la vostra escurzione. Ci sentiamo di darvi un consiglio sul finale dell’escursione. Tornando indietro,prendete per asciano. Arrivati al bar che fa angolo girate verso destra e verso il centro di Asciano, arriverete ad una rotonda, prendete la prima uscita e andate subito verso destra. Parcheggiate subito dopo la rotonda, sulla sx vi trovate le opere parrocchiali e sulla dx un circolo arci. Gli spritz sono fantastici, l’aperitivo su misura, i prezzi sono più che popolari, c’è un giardinetto all’aperto dove potete portare anche i cani e il barista è assolutamente una persona unica e se è in vena e gli rimarrete simpatici, putreste avere la fortuna di ascoltare una delle sue storie su di un’isola con un vulcano miracoloso.


 


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l consiglio dell’esploratore

lasciate che la fantasia vi porti lontano e date la possibilità alla grotta di mangiarvi almeno una volta.

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