Il leopardo di Kublai Khan, una recensione

La Cina è sempre più presente sugli scaffali delle nostre librerie, almeno quelle maggiori. A decidere cosa viene pubblicato e cosa invece no è il mercato, stime di vendita e possibili target di mercato, oggi sempre individuati anche grazie alla rete ed ai social network. Quindi sempre più Cina e questo ci rende molto contenti ma bisogna anche stare attenti, il rischio di libri – nell’editoria più commerciale veri e propri prodotti – di non grande qualità esiste, meglio quindi fare le proprie ricerche ed affidarsi a case editrici che sono una garanzia, come Einaudi che ci offre Il Leopardo di Kublai Khan, scritto da Timothy Brook.

Perché questa premessa? Perché il sottotitolo di questo libro, ossia Una storia mondiale della Cina, è fuorviante, soprattutto per chi fa l’errore di comprare un libro senza leggere la quarta di copertina, il dietro del libro per intenderci! Questa non è una Storia della Cina, tantomeno una Storia mondiale della Cina, sono invece delle storie dalla Cina, quindi chi cerca un classico libro in cui trovare le vicende cinesi in ordine cronologico resterà deluso. Chi invece ha già qualche conoscenza di Storia cinese potrà godersi queste pagine, scritte dal sinologo conosciuto in Italia per il libro intitolato La mappa della Cina del signor Selden.

Brook è un grande divulgatore, nonché curatore di The History of Imperial China, interessante opera in sei volumi di cui abbiamo già parlato qui su Hanzi. Il lettore de Il leopardo di Kublai Khan il lettore conoscerà tredici personaggi, vissuti in un arco temporale che va dalla dinastia Yuan sino all’odierna Repubblica Popolare ed in luoghi che dalla Cina arrivano sino al Sudafrica ed al Belgio di fine settecento passando per l’impero persiano e la fu Ceylon. I protagonisti sono tutti accomunati, nelle intenzioni dell’autore, dal gettare una luce su quelli che furono i rapporti della Cina con il resto del mondo nel periodo in cui vissero.

L’autore pone poi un’altra questione, in realtà espressa solo nell’introduzione del libro, fonte di dibattiti molti accesi tra gli studiosi di Storia cinese, ossia quella del rapporto tra cultura cinese e cultura mongola. Riassumendo molto schematicamente, le relazioni tra civiltà nomade e civiltà sedentaria, sono uno dei temi più affascinanti delle vicende storiche che vedono come protagonista la Cina. Tesi di Brook è che la nascita della Cina moderna coincida proprio con la dinastia mongola di cui Kublai Khan è il più famoso esponente, una tesi che sicuramente non piacerà a molti tra i lettori più vicini alle posizioni storiografiche di Pechino.

La quantità di riferimenti storici, date, nomi e luoghi non potrà che essere una spinta alla lettura per gli appassionati di Storia cinese, a cui non sono sconosciuti i nomi di Matteo Ricci o di Galdan, l’ultimo grande capo degli Zungari. Questo libro è un grande viaggio nella quotidianità cinese, Brook è un maestro dell’affresco, dove i dettagli prendono presto il centro della scena, chi invece non conosce la Storia cinese non potrà che sentirsi travolto dal suo fascino e dalla sua complessità, con la voglia di approfondire le vicende dei pirati giapponesi sulle coste cinesi o le avventure dei primi imprenditori occidentali in Oriente.

Ma il leopardo del titolo? Il leopardo del titolo si riferisce ad un dipinto del pittore di corte Liu Guandao, risalente al 1280, dove forse più che altrove viene rappresentata l’essenza mongola di Kublai Khan. Una battuta di caccia, una principessa, dei cavalieri, la tipica bandiera mongola e sullo sfondo l’immensità di paesaggi apparentemente vuoti. Vale la pena ricordare che nella cultura cinese, il leopardo tradizionalmente rappresenta il coraggio e l’atteggiamento marziale, qualità storicamente legate alle popolazioni nomadi. Un libro da leggere, per avvicinarsi alla meravigliosa complessità della Cina.

Se vuoi approfondire la conoscenza della Cina e della sua cultura leggi il mio blog Farfalle e trincee

Fonte immagine: Thehistorianshut.com