Crisi nera

Qualche anno fa quando non si riusciva a trovare lavoro in Italia, si preparavano i bagagli e si volava via lontano. Negli Stati Uniti, in Australia, in Inghilterra. A Londra. Chiunque avrebbe trovato con un pò di sacrificio il lavoro che più gli piaceva. Il cameriere del ristorante italiano, l’ingegnere della società di trasporti, il camionista, il farmacista, il pilota di una compagnia aerea. Tutto era più facile. Bastava compilare qualche scheda, preparare un curriculum vitae ed una cover letter. Tempo qualche settimana e chiunque si sarebbe ritrovato dietro ad una scrivania o dietro a dei fornelli a lavorare.

Oggi, non è più così. Gli sforzi per trovare un lavoro si sono ingigantiti. Qui si licenzia solo. La cosa più preoccupante è che a chiudere siano proprio le agenzie di recruitment. Giustamente se non hanno lavoro da offrire cosa fanno? In un periodo sempre più buio partire con la speranza di andare in un posto “migliore” di quello che si lascia è purtroppo un barlume che si affievolisce di pari passo con l’aumentare dello spread. La crisi globale non è una crisi economica, è una crisi sociale. Nessuno può garantire nulla, nemmeno a Londra. Qualcuno dirà “Io parto, tanto non ho nulla da perdere”, io gli rispondo “Pensaci bene, perchè qui non hai nulla da guadagnare”. Certo, trovare lavoro non è impossibile ma difficilissimo si. Difficile come sarebbe difficile in Italia dove chi è fortunato trova qualche stage con rimborso spese. Pensateci bene dunque, perchè questo non è il momento migliore per fare fortuna a Londra e potreste ben presto rimanere delusi. In ogni caso “good luck”.

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Un commento su “Crisi nera

  1. venusia il said:

    io me ne sono andata da Londra nel 2007, dopo 7 anni, perchè i tempi tra un lavoro e l’altro si stavano allungando spaventosamente e sappiamo bene che vivere a Londra con i soldi contati è deprimente e logorante. Tanti miei amici professionisti hanno perso il lavoro perchè se una società entra in crisi licenzia i lavoratori in un battibaleno (ed i primi ad essere licenziati, mi sembra, sono gli stranieri).Inoltre la crisi ha cambiato volto alla città: le piccole attività hanno chiuso ed ora tutte le vie sembrano cloni, tutte col suo H&M, Starbucks, ecc. Anche Camden sembra ormai un mostruoso centro commerciale…mi piange il cuore ogni volta che ci vado. Mi manca moltissimo la mia vita londinese di un tempo e ci torno almeno un paio di volte l’anno, ma mi sembra che la Londra che ho conosciuto io non esista quasi più.

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