La fortezza Santa Barbara a Pistoia, un salto nel medioevo

In un angolo di una delle piazze più amate dai pistoiesi, Piazza della Resistenza (o Piazza d’armi), si trova la Fortezza Santa Barbara, raro esempio di edilizia militare perfettamente conservata.

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«…I Fiorentini feciono fare in Pistoia uno castello in su le mura di porta San Pietro, alle spese del Comune di Pistoia, e facean alle spese loro, e ressono la città grande tempo in buono stato e in gran pace e se non fosse lo castello che vi feciono fare e ‘l modo che teneano a signoreggiare la città, li Pistolesi non sarebbero stati tanto in pace che l’uno non avesse cacciato l’altro per le sette e divisioni loro…».

Con queste parole, nelle Historia Pistoiesi, si parla delle origini della fortezza, che venne costruita nel 1331 dai fiorentini, quando Pistoia si era volontariamente sottomessa a Firenze. La fortezza possedeva le caratteristiche tipiche dei castelli trecenteschi ed era posta contigua ad una piccola Cappella dedicata all’Apostolo Barnaba, da cui prese il nome di Castello di San Barnaba. Sembra che questa prima struttura sia stata distrutta dai pistoiesi stessi verso la metà del XIV secolo. Solo al 1539 risalgono i primi lavori relativi alla costruzione della seconda fortezza voluta da Duca Cosimo I con l’intento di consolidare il potere mediceo rinnovando molte strutture difensive in tutta la Toscana.

8741002Le caratteristiche di questa seconda fortezza sono quelle proprie del modello fortilizio che si diffuse nel XVI secolo quando si doveva far fronte agli assalti di una nuova arma da guerra, la polvere da sparo. La fortezza, il cui nome era ormai mutato in Fortezza Santa Barbara aveva forma quadrilatera, era dotata di bastioni e circondata da un fossato. Nel 1571 la fortezza venne ampliata da Bernardo Buontalenti, sempre per volere del Duca Cosimo I, che la inglobò in un grande baluardo e la collegò alla terza cerchia muraria della città. La fortezza, nel corso dei secoli, ha subito un unico assedio nel 1643 quando le truppe fedeli ai Barberini scese da Bologna, tentarono di espugnarla senza risultati. Fu nel 1774 che il Granduca Pietro Leopoldo decise di disarmare la fortezza che fu in seguito utilizzata come caserma e poi come carcere militare. I primi interventi di restauro sono stati effettuati dalla Soprintendenza per i Beni architettonici e per il Paesaggio di Firenze , Prato e  Pistoia nel 1970, ma solo recentemente l’intera struttura è stata restituita ai visitatori e ai cittadini.

Si accede alla fortezza dall’antica Piazza d’armi, attualmente uno dei più bei parchi pubblici della città. Attraversando il ponte di pietra, che un tempo era in legno e permetteva di scavalcare il fossato, si entra all’interno dell’antica fortezza di Santa Barbara. Sul paramento murario esterno è ancora visibile lo stemma mediceo.

16455191110_944d010144_cL’edificio che si trova sulla sinistra fu parzialmente distrutto durante i restauri del 1970, ma è possibile ipotizzare che si tratta dell’oratorio di San Barnaba intorno al quale fu costruita la prima struttura della fortezza trecentesca. L’oratorio fu eretto nella cappella della fortezza dalla compagnia dei Bombardieri per volontà di Cosimo I ed è completamente decorato in stucco con gusto tardo barocco. Poco oltre si nota una rampa di scale risalente al XV secolo dalla quale si accede  all’imponente torre mastio, rivolta verso Pistoia, come a dissuadere i pistoiesi dal ribellarsi a Firenze. Dalla sommità della torre si può addirittura vedere la torre del Barbarossa a Serravalle e i passi dell’Appennino verso Bologna e Modena. Ai lati di una delle porte della fortezza, la porta fiorentina, sono poste due lapidi commemorative, una dedicata ad Attilio Frosini un giovane pistoiese che fu fucilato dalle truppe austro-ungariche e l’altra in onore di alcuni partigiani uccisi dai nazi-fascisti durante la seconda guerra mondiale. All’estremità opposta si trovano gli edifici delle antiche scuderie, dove sono ancora ben conservate le mangiatoie e il canale di scarico dei liquami.

Fuori dalla fortezza, è possibile proseguire la passeggiata lungo l’antica cerchia muraria della città, che mostra ancora i resti dei bastioni e delle porte cinquecentesche.