L’arte di Rinaldo Bigi

 

In vista dell’inaugurazione della mostra di Rinaldo Bigi, che si terrà sabato 19 Marzo nel complesso di Sant’Agostino a Pietrasanta, abbiamo deciso di parlarvi di questo eclettico artista.

Bigi nasce a Pietrasanta nel 1942 e il suo percorso scolastico è da subito rivolto al mondo dell’arte. Frequenta l’Istituto d’arte di Pietrasanta e, successivamente, l’Accademia di belle arti di Carrara. Deve molto alla sua formazione l’aver avuto nel suo territorio la fondazione Henraux, l’azienda marmifera che, grazie al suo amministratore Erminio Cidonio, negli anni ‘50 e ‘60 fece diventare gli stabilimenti della società un vero e proprio polo internazionale di scultura, attirando qui i più grandi artisti contemporanei del tempo come Moore, Hans Arp, Henri George Adams, Isamu Noguchi e molti altri. Grazie a questa iniziativa dell’Heraux gli artisti di tutto il mondo, così come quelli italiani, cominciarono di nuovo ad interessarsi all’utilizzo del marmo per la realizzazione delle loro opere. Questo portò, oltre che ad una rinascita artistica, anche ad una ripresa economica per molti laboratori. Nel dopo guerra infatti l’utilizzo del marmo era calato vistosamente perché veniva ancora considerato il simbolo della dittatura fascista e della scultura monumentale.

Tutti questi artisti contemporanei si avvalevano di abili artigiani locali per la realizzazione delle sculture, i quali mal volentieri acconsentivano a realizzare opere di cui difficilmente comprendevano il significato, ma che lentamente iniziarono ad apprezzare.

Uno degli storici artigiani di quel periodo, che con il suo laboratorio realizzò opere per i più affermati artisti, e per questo definito “la mano nascosta degli autori”, è Sem Ghelardini. Fu nel suo laboratorio che Rinaldo Bigi realizzò le prime opere, lasciandosi ispirare da artisti come Manzù e Marino Marini.

L’arrivo degli artisti stranieri portò un nuovo linguaggio e un nuovo modo di trattare il marmo con cui confrontarsi. Osservandoli lavorare Bigi “ruba” la loro tecnica e la loro concezione dell’utilizzo della materia, fino a trovare la sua strada. Oltre che ad essere sculture si confronta col bronzo e con dipinti, rappresentando personaggi e opere che sembrano essere uscite direttamente da una fiaba; il suo linguaggio diventa ironico, colorato, giocoso e pieno di fantasia. Il colore entra a far parte non solo dei suoi dipinti ma anche delle sue sculture. Con le sue opere racconta una storia e i personaggi che ne fanno parte è come se prendessero vita, creando un’atmosfera surreale e onirica.bigi7

Tra Bigi e Pietrasanta c’è un amore reciproco che si vede anche dalle suo opere sparse per il territorio e nel centro; come il San Martino che si trova sul fianco del campanile del Duomo, oppure “Serenata” che fa parte del Parco Internazionale della Scultura Contemporanea.

Ma la sua arte non rimane solo dentro i confini italiani, le sue mostre personali girano tutto il mondo, a partire dalla prima alla Marisa Del Re Gallery a New York nel 1970, e da allora non si è più fermato.

Non ci resta che invitarvi a visitare la sua nuova mostra per entrare a far parte di questo fiabesco mondo.