Essere Parigi (secondo episodio)

Nuovamente a Parigi e nuovamente avvolti dal caldo tepore di suoni, parole e grida che non hanno mai smesso di risuonare per le strade, sommandosi alla quotidianità di ogni epoca che si manifesta. Camminiamo appena dopo il Quartiere Latino, su “la Rive Gauche”: siamo a Montparnasse. Non esiste luogo al mondo talmente brulicante di vitalità artistica negli ultimi due secoli, sorprendentemente magico e sacrale, che tinge e ammalia l’anima del visitatore tra spennellate e poesia, tra Impressionismo e Surrealismo e Cubismo e Dada e chissà quanti altri eccezionali imbastardimenti di interpretazione del reale.

Devi fare lo sforzo di concetrarti, di assaporare l’intima pulsione di vivere nella Bohème che fu: siamo in unbistrot, appunto, di Montparnasse.

C’è una linea sottile che passa tra la sessualità d’istinto, nell’animalesca necessità dell’orgasmo, e l’erotismo sublime che diventa adorazione infinita di un continuum tra bellezza e personalità, godimento ed eleganza.

Una trasposizione, donna e dea, dea e donna. Kiki de Montparnasse,colei che è stata musa e amante di personalità che hanno sconvolto gli occhi del mondo nella sua percezione: Modigliani, Fouijita, Tzara, Breton, … , Man Ray. E’di quest’ultimo la celebre “Le Violon d’Ingres”:le sinuosità ed il modellamento del corpo femminile che inducono l’occhio dello spettatore a percorrerne interamente il perimetro, dalle spalle ai fianchi e di nuovo su; poi il turbante, l’espressione spontanea di chi volta lo sguardo perché interrogato; ed infine le chiavi di violino, là, impresse nel dorso, che accarezzano quella perfezione e convincono del valore soprannaturale di Kiki. Una divinità concreta, sguaiata ed ebbra, lussoriosa e  brillante, del tutto estranea al divismo americanointriso di coreagrifica imbecillità.

Violon d'Ingres

Scriveva Hemingway: “E poi, era meraviglioso, dopo il lavoro, vedere Kiki. Lei era a tutti gli effetti meravigliosa da contemplare.. Ha certamente dominato l’epoca di Montparnasse molto meglio di quanto  la regina Victoria abbia fatto con quella Vittoriana”.

Controversie ruotano ancora attorno alla sua figura, al suo ruolo, alla sua genialità. Rimangono le foto, i dipinti, gli scritti, le sculture ed il cinema; rimane il profilo di un caschetto cortissimo e nero quanto la fuliggine delle sue misere origini, sopra ad un trucco inconfondibile che delinea labbra ed occhi

Nuovamente, questa è Parigi.

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