Kuala Lumpur: le tradizioni non muoiono mai (pt.2)5 min read

Kuala Lumpur: Merdeka Square

Dopo avere superato il record d’imprecazioni su minuti di sonno effettivi, mi rimetto in moto e tramite metro arrivo a Merdeka Square. Non fate quelle facce immaginando chissà cosa: Merdeka significa indipendenza! In questa piazza nel 1957 gli inglesi ricevettero un bel cartellino rosso e furono mandati a casa, il tutto mentre si alzava al cielo la bandiera malese, che ricorda quella USA con la mezzaluna al posto delle stelle. Impossibile non notare dalla piazza il Sultan Abdul Samad Building, quartier generale degli inglesi quando la Malesia era una loro colonia. Poco vicino (se arrivate in metro la vedete prima di raggiungere Merdeka Square) vi è la moschea Masjid Jamek che merita una visita ma non è niente di che. Con una piacevole passeggiata arrivo nella zona di Chinatown e con il Pasar Seni (il Central Market) pieno di cose ignoranti con cui il “finto intellettuale” (descritto dal poco lucido Messinese in questo post) potrebbe divertirsi a raccontare aneddoti al suo ritorno in Patria per i successivi tre capodanni.

<img src="Sultan Abdul a Kuala Lumpur.jpg" alt="Sultan Abdul Samad Building a Kuala Lumpur">

I satay Senibong

Ma è all’uscita dal mercato che incontro loro: i Satay Senibong! Questi deliziosi spiedini, sapientemente sventolati come se fossero un Sultano (forse per cacciare via le mosche, forse per diffondere nell’aria il loro invitante sapore) sono stati in assoluto il mio cibo preferito durante il Doppio Viaggio in Malesia. Semplicemente favolosi. Chissà perché quando li ho finiti, visibilmente soddisfatto, alla domanda “Sudah Makan?” non sapevo se rispondere “si” o “alla grande”. Sti viaggiatori ignoranti….

 

Le Batu Caves

Il secondo giorno Il secondo giorno colazione super ignorante con le leccornie del luogo: Kopi (caffe malese), Kaya (marmellata di noci di cocco) ed Ice kacang (fagioli di ghiaccio). Dopo avere fatto il pieno prendo il treno per andare a visitare le Batu Caves poco fuori città.poco fuori città. La lista di cose che è vietato fare all’interno del vagone copre praticamente l’intera fiancata, tra le più curiose (con tanto di disegnini simbolici) il divieto di trasportare durioni (un frutto tipico di quelle zone, privo di proprietà afrodisiache a dispetto del nome, di cui gli asiatici sono molto ghiotti, addirittura i cinesi lo chiamano “il re dei frutti”) e quello di scambiarsi effusioni amorose.

<img src Batu Caves.jpg" alt="Batu Caves a Kuala Lumpur">

Il saluto di Murugan

Poco prima dell’ingresso un’enorme statua di Murugan, figlio di Shiva (detta così sembra una cosa stile signore degli anelli) è messa di guardia e sembra volerti salutare. Vista la sua mano enorme forse è l’unico autorizzato a poter dire “ciaone”, una targa ai suoi piedi ricorda che si tratta della statua più alta del mondo dedicata a questa divinità. Nel corso dell’interminabile scalinata (alla fine saranno 272 i gradini e poco di più i “ma perché non sono rimasto a casa a dormire?”), gruppi di scimmie scorrazzano noncuranti dei turisti, anzi sembra che in passato vi siano stati casi di furti o aggressione. Per fortuna non succede niente di questo, anche perché un vecchietto del luogo (fornito di bastone) intima agli animali il ritorno all’ordine (si fa per dire) non appena nota che qualcuna va oltre le righe. Un tipo (lo ammetto: in ignoranza ha battuto anche me) mette il cibo in bella vista fuori dalle tasche e fischia per attirare l’attenzione delle scimmie: si vuol fare rubare di proposito. Ricorda Fry di Futurama quando in un parco a tema anni 2000 si faceva la foto con un tipo che si fingeva un ladro. Ho già chiesto il numero per farlo aggregare alla nostra redazione: folle più folle meno.

<img src="Statua di Murugan.jpg" alt="Statua di Murugan a Kuala Lumpur">

Una cartolina da Kuala Lumpur

La vista dalla cima è sensazionale e merita il sudore versato in precedenza: dal punto di vista del panorama quello è probabilmente il luogo migliore dove potere catturare Kuala Lumpur con lo sguardo o con uno scatto se avete una macchina fotografica con un ottimo obiettivo (non è il caso del viaggiatore ignorante). Arrivati in cima, tuttavia, il panorama della Capitale Malese non è l’unica cosa che merita l’attenzione: le caverne infatti sono disseminate di piccoli tempietti e di scimmie festanti. Uno spettacolo molto suggestivo, specialmente quando ci sono cerimonie religiose. Conclusa la parentesi torno a Kuala Lumpur dedicando il pomeriggio allo shopping ignorante: dai centri commerciali (ed a Kuala Lumpur ce ne sono parecchi carini da visitare) a Petaling Street, un mercato con il tetto coperto che tiene al riparo anche in caso di pioggia.

 

Petaling Street

Come tutte le regole, anche il viaggio ignorante fa delle eccezioni: durante la mia visita a Petaling Street infatti si abbatte un diluvio da fare impallidire anche Noè, per fortuna però ero nel posto giusto al momento giusto e quindi la disavventura è stata evitata, tra l’altro per un pelo, visto che una cascata d’acqua mi è passata a pochi metri di distanza da un varco presente nel tetto, annegando un malcapitato turista. Per la cronaca ci sono anche tre tempietti, uno hindu e due cinesi, che consiglio di vedere solo se mettete piede per la prima volta in Asia e quindi c’è il gusto della novità, altrimenti curatevi poco di loro o al limite guardate e passate velocemente come diceva il Marxista (descritto dal poco performante Messinese in questo post). I templi sono: Sri Mahamariamman Temple, Thean Hou e Chan See Shue Yuen. Alla fine il Doppio Viaggio mi è piaciuto, soprattutto realizzando che ho sostituito al classico mercoledì da leoni il sabato da tigri, tigri della Malesia ovviamente!

<img src="tempio.jpg" alt="Tempio a Kuala Lumpur a Petaling Street">
Tempio caratteristico a Petaling Street

 

Vito DoppioViaggio

FINE (2/2 PUNTATA PRECEDENTE)