Nepal: una gemma tra i ghiacciai (pt.1)5 min read

 

Se il buongiorno si vede dal mattino…anzi dall’alba! Il volo doveva essere alle 8.45 ed alle 4 mi arriva una mail (ovviamente dormivo) che dice che è stato spostato di 45 minuti alle 9.30. Ora il problema principale è che il volo successivo era solo a due ore dall’atterraggio. Non è un disagio da poco, perché bisogna considerare che dal momento in cui l’aereo “tocca terra” a quando metti piede nel terminal possono passare tra i 15 minuti e la mezzora (a volte anche di più, dipende l’aeroporto e se ti fanno uscire dal finger o col bus). A questo vanno aggiunti i controlli di sicurezza che vanno fatti in tutti gli aeroporti (anche se sei di passaggio) e, nel caso di voli internazionali come questo, i controlli alla frontiera (qui trovi la lista delle migliori compagnie di volo per i viaggi in Asia. E qui le peggiori).

 

Due ore di distanza sono il tempo di sicurezza minimo per stare sereno. Le due ore si erano trasformate in un’ora ed un quarto e non va bene. A proposito: se avete bagaglio da stiva dimenticatevi di vederlo all’arrivo: se hai i minuti contati tu puoi spostarti velocemente, lui no! Se la compagnia è seria al massimo il giorno dopo ti viene recapitato a casa o in albergo, se è Alitalia (esperienza personale) dopo 2 mesi devi andare a prenderlo in aeroporto. Ma sto giro ho solo il bagaglio a mano quindi fottesega.

Insomma questo è il prologo del mio viaggio in Nepal che comincia alla grande. Si fa per dire.

Odissea in aeroporto

Svegliato da questa bella mail mi preparo frettolosamente (per fortuna ho scelto  un hotel vicino all’aeroporto), faccio il check out dall’albergo e spero che in aeroporto mi facciano partire con un volo precedente. Ovviamente non accettano, ma garantiscono che lo staff mi assisterà in tutto e per tutto (film visto milardi di volte e di cui conosco bene il finale). Per essere sicuri quelli di Air India partono con 15 minuti di ritardo e, ciliegina sulla torta, all’arrivo il finger è rotto e raggiungiamo il terminal in bus. Con tutto il ritardo accumulato parto sparato alla Bolt. Ma appena entro un addetto ai lavori di Air India mi domanda: “Kathmandu?” Ed io “Yes, cosa dobbiamo fare?” “Aspetti”. Aspetti? Con l’aereo che parte tra meno di un’ora? La mia faccia ve la lascio immaginare.

Passiamo i controlli di sicurezza scavalcando la fila (il tipo aveva parlato con quelli della sicurezza, niente italianate) dopodiché chiedo cosa dovessi fare. La risposta è la stessa: “Aspetti”.  Stavolta perché i controlli dovevano farli pure gli altri. Un occidentale (sembrava inglese) lo ripete 4 volte perché ogni volta suona il metal detector e 3 volte non sono sufficienti a fargli svuotare le tasche. Alla fine ci riesce anche lui. “Bene ed ora?” “Ora correte fino al gate. Sbrigatevi perchè è lontano”. Piccole considerazioni mentre batto il record della maratona: 1) mettere una golf car a disposizione no? 2) ma se dovevamo farcela a corsa perché non ci hai lasciato andare ad uno ad uno dopo i controlli? Vabbè. Si parte.

Nepal: vista dall'alto
Nepal: veduta dall’aereo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’ape regina

Non ero sfortunatamente riuscito a fare il visto online e la frontiera all’ingresso in Nepal è un incubo: prima fila per pagare il visto. Seconda fila per passare la frontiera, rigettato perché non avevo la foto cartacea (vada a compilare il modulo online in quella macchinetta), terza fila rigettato “qui è solo per permanenze superiori ai 90 giorni” (ma se non c’è nessuno perché non aiutano!). Al quarto tentativo entro in Nepal. Nella prenotazione era incluso il pick up in aeroporto quindi inizio a cercare il tipo con il cartellino con il mio nome sopra. Ovviamente non c’è. Vedendomi spaesato, i soliti avventori iniziano a cercare di portarmi nei loro hotel: “No, il suo hotel è chiuso per restauro”. E’ questa la scusa più frequente: “Ma se ho prenotato su booking!”.

Insomma faccio su e giù per il corridoio  alla ricerca del mio autista con cartello di benvenuto. Ovviamente non sono solo, sembro l’ape regina:  mi seguono 4 persone per tentare di convincermi a ingaggiarli. Dopo mezz’ora abbondante finalmente spunta il tipo (con il nome scritto male ma vabbè lo sbagliano pure gli italiani il mio nome…). Cazziata e via verso l’albergo. Avendo perso due ore inaspettate tra frontiera ed autista ho parzialmente mandato a puttane il primo pomeriggio a disposizione.

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Kathmandu: veduta della città

Patan: cosa vedere

Decido così di visitare subito la vicina Patan (10km da Kathmandu) e la sua Durban Square che dicono sia più bella di quella di Kathmandu. Purtroppo arrivo tardi ed il sole va via poco dopo. Ora se il Nepal dovesse identificarsi in un difetto credo sia la mancanza di luce per le strade la sera. La pagheranno la bolletta? Mistero. Con il poco tempo a disposizione per fare foto immortalo qualche monumento. I segni del terremoto sono visibili: impalcature, edifici pendenti che manco la torre di Pisa ed una sensazione di precario vista raramente se non nei cantieri. La ferita è ancora aperta dopo quasi un anno. Torno in albergo e dopo cena decido di fare un giro nel vicino quartiere di Thamel, famoso per lo shopping.

Nonostante sia piccolo come dimensioni ed abbia vicino due Nazioni dalle culture forti e contrastanti come India e Cina, il Nepal ha saputo mantenere una sua identità distinta ed anzi è riuscito a cogliere il meglio delle due Nazioni. Due esempi su tutti: le nepalesi che con quegli occhi a mandorla hanno ereditato lineamenti migliori di indiane e cinesi e i manufatti. Se volete fare dei bei souvenir a Thamel c’è solo l’imbarazzo della scelta: si va dall’argento ai porta oggetti spaziando davvero un po’ ovunque. Nella mia nutrita lista ho voluto includere un tipico gioco da tavolo nepalese chiamato tigri contro capre (una sorta di dama un po’ più complessa ma meno difficile degli scacchi), una campana tibetana, un sapone al latte di yak (dicono faccia bene alla pelle) e l’eccellente tè prodotto da queste parti.

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Kathmandu: folla nel centro cittadino

 

Per leggere la seconda puntata del mio viaggio in Nepal, clicca qui

Vito DoppioViaggio