Varanasi: ci vuole karma e sangue freddo4 min read

Sono le 4 del mattino quando la sveglia inizia a suonare. L’appuntamento è per le 5:30, cioè un’ora prima che il sole sorga sul Gange. I vicoletti angusti dove si trova la Brown Bread Bakery sono ancora più inquietanti con il buio e la scarsa illuminazione. Arrivano altri due turisti, un inglese ed un’olandese, poi arriva il tipo della barca.Mentre andiamo verso i Gath passa un uomo totalmente nudo con la pelle dipinta di colore bianco: il tipo mi ha spiegato il motivo, ma erano le 4 del mattino e francamente non me lo ricordo. Si parte dal Dashashwamedh (lo stesso del giorno prima) e si va verso nord. Tra i Gath di Varanasi più particolari sicuramente merita un paio di foto lo Scindia Ghat: crollato in parte nell’acqua perché i calcoli non li hanno affidati agli stessi Ingegneri del Taj Mahal (ad ognuno la sua torre di Pisa). Qualche minuto dopo l’inglese mi dice <<ehi girati>>: una palla di fuoco spunta all’orizzonte oltre il fiume.

Varanasi - Scindia Ghat
Varanasi, Scindia Ghat

 

Lo spettacolo e il Karma

L’alba sul Gange rimarrà l’esperienza più bella della gita a Varanasi. Poi si torna sulla terra ferma. Provo a tornare in albergo per riposare un poco ma quelli delle pulizie (alle 10 del mattino) fanno un casino che nemmeno un gruppo metal. Esco dalla mia camera due volte urlando “quiet!”. Sarà inutile. Nel pomeriggio ho prenotato un trattamento di benessere  Ayurveda: è un po’ come quando vai a mangiare il kebab in Turchia o vai a bere il Singapore Sling al Raffles Hotel: vuoi provare il brivido dell’esperienza “originale” per poi raccontarlo agli amici.

Varanasi - alba - Gange
Varanasi, alba sul Gange

La Spa Ayurveda

Il tipo della Spa, forse notando la mia corporatura robusta, ha riscaldato parecchio l’olio per il massaggio Potli: non so se mi abbia aperto il chakra, ma la pelle di sicuro! Bello invece il massaggio shirodhara e particolare l’aarna facial. Dopo tre ore di relax l’India bussa subito alla porta per riportare in equilibrio i conti con lo stress. Fermo un tuk tuk per tornare all’albergo, il tipo mi dice che essendo festa la strada per arrivare all’albergo è bloccata (era vero in effetti!) e mi lascia “poco prima”. Quando mi fa scendere dal mezzo mi dice “vai sempre dritto che arrivi”. Purtroppo il cellulare era scarico e non potevo attivare google maps per vedere dove mi avesse lasciato, ma dopo 15 minuti di camminata non avevo la minima idea di dove mi trovavo. Ciliegina sulla torta: dal nulla si è messo a diluviare.

Varanasi - India- Spa Ayurveda
Varanasi: La Spa Ayurveda

Il tuk tuk

Chiamo un secondo tuk tuk e trattiamo per portarmi a destinazione per 100 rupie. La pioggia diventa ancora più insistente. Si ferma a circa 300 metri dall’albergo iniziando a dire nel suo pessimo inglese che non può andare oltre perché c’è la polizia, la pioggia, gli alieni e tutto il resto. Dopo due minuti in cui gli ho spiegato che non avendo ombrello non potevo fare a piedi quei 300 metri gli dico che se mi porta davanti all’ingresso lo pago il doppio. Magicamente sono scomparsi tutti i problemi. La mezz’ ora di pioggia ha fatto saltare in aria il circuito elettrico dell’albergo costringendomi a tornare fuori per prelevare del contante dal bancomat visto che non potevo pagare il soggiorno con carta di credito (per fortuna ce n’era uno proprio di fronte) ed a non potere effettuare il check in online. “Vabbè senta, almeno una cortesia: domani vado via presto. Al posto della colazione potrei avere una bottiglietta d’acqua?” “Certo!”. Secondo voi la mattina dopo, al momento del check out la bottiglietta era presente? Come sempre non è stato un viaggio, ma un doppio viaggio! Ma ricordatevi che se avete intenzione di andare in India, che il vostro sia un viaggio ignorante o meno… ci vuole karma e sangue freddo!

Varanasi - Tuk Tuk
Varanasi. Il “Tuk Tuk”, uno dei caratteristici mezzi di trasporto indiani.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fine (2/2 puntata precedente)

Vito DoppioViaggio