Varanasi: l’alba sul Gange6 min read

Avete presente quelle persone che nelle foto di profilo su Facebook sembrano Belen e poi le vedi dal vivo e sono peggio della Bindi? Ecco: Varanasi è così! Anche io stentavo a credere, dopo avere rivisto le foto del doppio viaggio appena fatto, che quelle immagini corrispondessero alla realtà vista poche ore prima. Ancora una volta, e forse più delle altre, Varanasi è stato un viaggio ignorante.
Partiamo dalle premesse. Anche se di solito, per evitare scivoloni, è meglio non parlare mai di religione, ma in questo caso uno strappo alla regola è quasi obbligatorio. Varanasi è, secondo l’induismo, il posto più propizio dove crepare perché se muori in quella città salti il ciclo della reincarnazione. Tutto questo attira molti fedeli desiderosi di fare il fast track, rendendo la cosa quantomeno un po’ macabra. Vieni a Varanasi! Votata “best place to die” dagli utenti di Zingarate.com!

Varanasi-India- barcone -Gange
Varanasi. barcone sul Gange

 

L’organizzazione

Il mio doppio viaggio inizia molto presto, avendo prenotato un volo per Varanasi, con scalo a Dehli, che parte alle 7 del mattino. Arrivo a mezzogiorno a destinazione e l’autista dell’albergo (con il solito cartello con il mio nome scritto male) si fa vedere subito. Credo sia la prima volta che succede in India. Come tanti altri aeroporti in giro per il mondo anche questo dista un’oretta dal centro della città.
L’autista mi fa sapere che, essendo il giorno dopo la Festa Nazionale (Maha Shiva Ratri ossia la notte di Shiva), molta gente si sta radunando a Varanasi, dove tra l’altro il tempio Vishwanath (dedicato proprio a Shiva) è il più importante. Più caos e folla del solito si prospettano all’ orizzonte.
Arrivo in albergo, sistemo la roba e vado a mangiare. Dopo lo screening (eh si, faccio parte della categoria di “ansiosi” descritta dall’infingardo Messinese) il Brown Bread Bakery è stata la mia opzione. Non sono rimasto deluso: i prodotti da forno che prepara sono ottimi, al primo piano del palazzo è possibile prenotare una gita in barca sul Gange all’alba per sole 100 rupie (potete essere bravi a trattare quanto volete ma non riuscirete mai a fare di meglio, quindi prenotate questa soluzione!) ed all’ultimo piano c’è una bella vista del Gange. Unica pecca è che si trova in un dedalo di viuzze molto squallido e vicino ad un’altra Brown Bread Bakery quindi confondersi è facile (per non farlo dovete vedere se il palazzo è alto 4 piani, ai tempi del doppio viaggio inoltre l’insegna del Brown Bread Bakery “falso” era gialla e spuntava la scritta “consigliato da Lonely Planet”, in barba alla policy dell’Azienda che vieta agli esercizi di fare ciò). Nel tratto che separa l’albergo dal negozio un tipo si avvicina e mi chiede se voglio comprare stupefacenti. Alla fine saranno in sette a farmi la stessa domanda. Bella reputazione ci siamo fatti noi occidentali.

 

Varanasi- candela Loto Gange
Varanasi. Candela di Loto sul Gange

 

Il Vishwanath Temple

L’avventura vera e propria inizia, nel peggiore dei modi, con la visita del Vishwanath Temple sopra citato. Per entrare si deve lasciare in custodia cellulare ed altro, poi devi registrarti con il passaporto (originale) e devi indicare il nome dell’Hotel (meno male che avevo in tasca un bigliettino da visita: il poliziotto mi aveva già spedito indietro a controllare la prenotazione sul cellulare che avevo appunto lasciato in custodia), dopodiché devi toglierti le scarpe (mi vengono in mente tutte le volte in cui mia madre in piscina mi raccomandava di usare le ciabatte “per evitare di prendere i funghi”: con tutta la sporcizia presente in quel tempio i piedi mi dovevano come minimo squagliare….) ed alla fine entri. In teoria l’accesso è riservato ai soli Induisti, ma se stai buono e calmo nessuno rompeva. Ovviamente la mia prima premura è stata quella di uscire subito (dovevi seguire un percorso obbligato mettendoti in coda ai fedeli uno dietro l’altro: forse ho scoperto perché si chiama “fila indiana”!) e rimettermi le scarpe, dopo avere pulito i piedi dal fango alla meno peggio. Tutti i templi segnati nell’itinerario sono stati depennati.

Varanasi- Arcobaleno - Gange
Varanasi: arcobaleno sul Gange

Il Gath: la scale mistiche

Il doppio viaggio prosegue con la visita deiGath, ossia quelle scalinate che arrivano lungo il fiume Gange, sacro per gli Induisti. Il paesaggio è vario e variopinto e nonostante una pioggia inaspettata (il meteo non dava cattivo tempo, ma il viaggiatore ignorante prevede qualsiasi imprevisto ed io avevo il mio fidato ombrello con me). I colori di Varanasi sono scintillanti come sempre, anzi forse pure un po’ di più visto che ad un tratto compare pure l’arcobaleno. L’esperienza dei Gath vale la pena di essere vissuta. Non sarà (forse) del tutto spirituale, come vogliono intortarci, ma sicuramente assomiglia ad un percorso di “giochi senza frontiere”: i continui dribbling tra le vacche, i loro escrementi ed i venditori ambulanti metterà a dura prova le vostre abilità psicofisiche. A proposito di procacciatori: vi ricordate questo articolo dove elencavo le principali scuse per togliersi dai piedi i venditori? Ebbene, se andate a Varanasi nessuno ha delle calamite! Chiedete se hanno “magnet” e se ne andranno mesti, non prima di avervi tentato di convincere che, pur non avendo le calamite, non potete fare a meno di avere ciò che stanno tentando di vendervi. Particolarmente ignoranti due  situazioni con gli ambulanti: il primo è un ragazzino insistente che per togliermelo di mezzo l’ho mandato a riempire una boccetta con l’acqua del Gange, il secondo, invece, ad una mia richiesta di “magnet” è tornato con dei magneti!

Varanasi -Gath -Gange
Varanasi. Gath sul Gange

 

Ganga Aarti: la cerimonia 

Alle cinque prendo posto sul Dashashwamedh Ghat per assistere alla cerimonia del Ganga Aarti, molto bella e particolare. Lo spazio è poco e se volete vederlo da una posizione comoda e seduti conviene appunto arrivare in anticipo. Durante le due lunghe ore di attesa ovviamente non sono mancati i procacciatori (ho ceduto ad una venditrice di candele di loto da poggiare sul fiume per migliorare il Karma) e naturalmente i furbi che arrivano dieci minuti prima dell’inizio della cerimonia e pretendono di sedersi nel buco che c’è tra te e l’altro scemo che aspetta pazientemente da due ore (avranno capito i miei insulti in italiano?).
Alla fine del Ganga Aarti ho incrociato uno dall’evidente faccia scozzese e gli ho chiesto se avesse un accendino per la candela. Dopo averla accesa scambio di battute ignoranti <<il mio karma ringrazia>> <<ed il mio dice “prego”>>. Poi a letto, il giorno dopo sveglia presto.

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Varanasi. Ganga Aarti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E questa è la prima parte del mio viaggio a Varanasi. La seconda potete leggerla qui.

Vito DoppioViaggio