Il marxista alternativo in vacanza1 min read

Si tratta di una specie in via di estinzione: colpa del riflusso, del crollo del muro di Berlino o forse del Pd renziano. Il Marxista alternativo ha un feticcio: la tenda. Non si muove senza. E’ una sua naturale appendice, proprio come la coperta per Linus o il parrucchino per Antonio Conte. Non esiste vacanza senza una sua foto sull’amaca mentre legge un libro, solitamente “Il capitale” di Marx o un autore della beat generation.

A volte viene immortalato a torso nudo, durante un falò in spiaggia, mentre finge di strimpellare qualche canzone di De Andrè. Gli altri accessori sono il cappello di paglia e i Ray-ban. Conciato così pensa di assomigliare a Bob Dylan. In realtà l’effetto lascia a desiderare perché sembra ” l’uomo del monte andato a male”.

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Tipico esemplare di marxista alternativo (si fa per dire) al mare

La pulizia

Il nostro eroe considera l’igiene uno strumento di oppressione borghese e auspica l’avvento della “dittatura dei pisciatori all’aria aperta”. Se gli fate notare l’olezzo di decomposizione che emana il suo corpo, si giustificherà sostenendo che è un gesto di solidarietà verso gli abitanti dei villaggi andini privi di acqua corrente. Il marxista ama le mete alternative: se gli proponete Rimini, risponderà con Roncobilaccio, se sparate l’India rilancerà con il Vietnam, con annessa visita al mausoleo di Ho Chi Minh. Può anche darsi che accetti di seguirvi a Calcutta.

Ma guai se provate a prendere un risciò. Vi attaccherebbe un pistolotto contro il neo-colonialismo europeo. E c’è il rischio che vi costringa a scendere dal posto passeggeri per aiutare il legittimo conducente a trainare.  E’ così alternativo che i suoi compagni di viaggio preferiscono un’alternativa a lui. Solitamente l’igienista compulsivo, nemico giurato del marxista.