Balticolarmente bello (pt. 8)4 min read

Al mare con la felpa

Che estate, ragazzi! I nostri amici a soffrire l’afa a Nola con 40° all’ombra. E noi a prendere il sole sul Mar Baltico. Sì, ma con la felpa. Eh già, perchè a Danzica fa davvero “freschetto”. E a prima mattina le temperature sono molto basse. Sarebbe bello restare al calduccio nel Gdanziger Dom (42 euro a notte, colazione inclusa, indirizzo: Maki 22A), ma abbiamo il check-out, mentre il treno che ci porterà a Brno partirà solo in tarda serata. Quindi abbiamo tutto il tempo per girare Danzica. Il proprietario ci consiglia di fare una visita alle spiagge cittadine: Stogi Plaza e Brzezno.

Mar Baltico -Polonia
Il Mar Baltico in Polonia

 

Il mio Baltico è differente

La prima meta è Stogi Plaza. Restiamo incantati dalla maestosità della spiaggia: un’ immensa distesa di sabbia spianata color oro perlopiù deserta. Invidiamo quelle anziane signore che si immergono completamente in uno specchio d’acqua cristallino spettinato dall’invadente vento del Nord. Noi a stento bagniamo i piedi. L’acqua è gelida, il Baltico è glaciale, e le gocce sembrano tanti aghi conficcati nella pelle. Sullo sfondo scorgiamo solo cantieri navali in piena attività. Kaliningrad e la Russia sono lì. Ma si nascondono e ci ingannano come la Fata Morgana. Il mar Baltico non è bello come la Costa Smeralda o il golfo d’Otranto. Ma ha il suo fascino un po’ malinconico e un po’ melanconico. E soprattutto in Italia qualcosa di simile non c’è. E non è una cosa da poco, perchè la diversità è un valore in una società troppo omologata nei gusti. 

Danzica stogi plaza
Danzica. Stogi Plaza, la spiaggia sul Baltico

 

L’incidente di Breslavia

Nella tarda mattinata andiamo anche a Brzezno dove c’è una spiaggia magnifica con i bunker costieri della seconda guerra mondiale posti a guardia della città che è la perla del mar Baltico. Non è molto frequentata come l’altra. E forse è anche meno commerciale. Il confine tra pineta e arenile è molto labile, ma non intacca la bellezza del paesaggio. Nel primo pomeriggio decidiamo di tornare in centro per scoprire gli anfratti più nascosti della città. Danzica è una continua sorpresa. Spesso capita di svoltare l’angolo e trovare qualcosa di sontuoso: una fontana, una porta medievale o un arco. Dopo aver mangiato in uno dei tanti locali per turisti che affollano il lungo fiume ( a proposito, vi consiglio un piatto a base di salmone. E’ squisito) facciamo un salto in stazione. Chiediamo all’impiegata delle ferrovie un biglietto per Breslavia. Lei ci guarda stranita. Alt, piccolo passo indietro, noi italiani abbiamo il brutto vizio di “italianizzare” tutto. Persino i nomi delle città. Pertanto Breslavia in polacco si scrive Wroclaw (stendo un velo pietoso sulla fonetica). Disperati cerchiamo di farle capire che dobbiamo andare lì. Alla fine ho l’intuizione, esclamo “Breslau”. Lei mi guarda schifatissima. E finge di non capire. Allora apriamo google e scriviamo su un foglietto il nome corretto. Lei sorride e ci informa che il tedesco non è ben accetto in Polonia. C’avranno i loro motivi, no?

Stogi plaza  mar Baltico - Polonia
Danzica. Stogi plaza: veduta del mar Baltico

Il momento degli ultras

Il momento più drammatico di tutto l’interrail: aspettiamo sulla banchina l’arrivo del treno per Breslavia. Nel frattempo in lontananza ne arriva un altro con alcuni tifosi che sventolano sciarpe gialloblu e fanno caciara. Mi rivolgo a Paolino:” Non sapevo che gli ultras del Chievo fossero così calorosi”. Altro che Chievo, sono la frangia più violenta fra gli hooligans del Legionovia Legionowo (squadra di serie C polacca). Sono su un treno speciale (cosa che in Italia non si vede da più di 15 anni) e sono ubriachi. Fradici. Aggrediscono un tifoso del Lechia Gdansk che passeggia lì, poi iniziano il tiro al bersaglio: lanciano le bottiglie di birra in vetro contro quelli che aspettano il treno. Tra cui anche noi. I vandali si sentono padroni di fare quel che vogliono, finchè la polizia (che viaggia con loro su un altro vagone) non si incazza veramente. I celerini calano la visiera del casco, salgono sulla loro carrozza e fanno un “caricone” selvaggio (VEDI VIDEO). Dopo poco il treno può finalmente partire. Con le buone maniere si ottiene sempre tutto.

 

 

Il poliziotto cattivo

Finalmente partiamo anche noi: tutta una notte da trascorrere su un treno polacco. Esperienza agghiacciante. Nel vano ripostiglio biciclette ci dorme una famiglia di 6 persone. Il bagno è inservibile dopo appena mezz’ora. Mentre a metà tratta entra un poliziotto nel nostro scompartimento. E’ un armadio a 3 ante. Ha la pistola nella fondina e un manganello in mano. Dallo sguardo cattivo deduco che sia stato reclutato al tempo del Patto di Varsavia. Io inizio a tremare. Paolino suda freddo. Che vorrà? E se ci fa scendere dal treno perchè la nostra carta di identità è in pessimo stato? E se ci manganella senza pietà e basta? Alla fine è entrato per punire un altro viaggiatore che ha osato appoggiare le scarpe sul sedile.Un rimprovero a voce alta, multone e tanti saluti a tutti. Sarà una luuuunga notte.

 

(8- continua puntata precedente)