Alkantara Festival: “diciamolo” in maniera differente

“È tardi, è tardi è tardi” … direbbe il Bianconiglio ad Alice nel paese delle meraviglie osservando il suo grande orologio.
Non è un granchè scrivere un post su un evento già iniziato, lo so, mea culpa … ma se  l’evento dura fino all’ 8 giungo ed è una cosa supermegabella non posso che parlarvene, anzi, devo!

In questo periodo Lisbona non ci dà affatto il tempo di annoiarci.

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Dal 13 maggio, infatti, la capitale portoghese ospita il fantastico mondo dell’ Alkantara Festival, evento dedicato alla danza e alle rappresentazioni teatrali e musicali.
Giunto alla sua 13esima edizione l’Alkantara è uno degli eventi più attesi dedicato alle performing arts.

Linguisticamente parlando e non il Festival non è che la parola che si traduce in azione, movimento ed espressione.
Fino al 2005, con il nome di  Danças na cidade, l’ Alkantara Festival ha promosso specialmente spettacoli di danza contemporanea conferendo fama sopratutto a coreografi nazionali e non.

L’evento si è sempre più affermato nel corso degli anni  come momento di diffusione e di dialogo artistico e culturale, coinvolgendo l’espressione teatrale nel suo giro di manifestazione e cambiando di fatto nome nel 2008.
Alkantara è dunque  trasversalità, è un lavoro di dedizione che dà vita a progetti che possano avvicinare e incuriosire diversi tipi di pubblico.

Alkantara è interscambio, interdisciplina e, più di ogni altra cosa, a mio avviso, l’esempio di ciò che generalmente viene definita transcodificazione del messaggio.

Ciò che di norma può essere detto può essere anche danzato, esibito, recitato e musicato sfatando quel mito errato secondo il quale, per molti, etimologicamente linguaggio è parola.

È così che, fondamentalmente, ci muoviamo nella jungla della comprensione, cercando di cogliere messaggi che non siano solo ed esclusivamente vocali ma che nascano da un’ espressione, da una postura o da un gesto fermo piuttosto che da una giravolta, da una nota.
Gli spettacoli proposti da questa 13esima edizione sembrano voler offrire al pubblico differenti  modi di assimilazione della realtà che ci circonda.

Il palcoscenico non vuole semplificare o banalizzare il reale ma quasi convogliarlo in uno spazio per nulla asettico e decisamente dinamico.

Tra le tematiche centrali il complesso tessuto urbano delle relazioni umane, il confronto tra l’arte e l’ordine sociale, ciò che si nasconde dentro le comunicazioni verbali, il tutto tradotto in movimento e mimica facciale, passi e parole, luci e scena.

Il Festival invade la capitale portoghese dislocando i suoi spettacoli in differenti spazi: dall’ Espaço Alkantara, alla Culturgest, dal Gulbenkian al Teatro São Luiz al Teatro Nacional D. Maria II e ancora altro. Insomma, un gran numero di artisti sta per entrare in scena per noi dandoci la possibilità di vivere Lisbona come luogo di affermazione culturale e di sviluppo delle arti interpretative.

Vamos?
Per maggiori informazioni date un’occhiata al programma e godetevi lo spettacolo!

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