Bairro Estrella D’Ouro Una storia di fabbriche, operai e cultura

Bairro Estrella Douro

Non ho mai creduto alla casualità, il caso come opposizione alla causa, l’elemento determinate di qualcosa da opporre alla teoria delle combinazioni incontrollabili che portano alla generazione di un evento.

Non credo nemmeno alla casualità che porta due persone ad incontrasi, credo ad un’energia comune, fatta di stessi modi di vivere che in qualche modo ci portano naturalmente ad incontrarci ma nemmeno quella è casualità.

Credo che non sia il caso di andare avanti, non ho mai studiato filosofia in vita mia, non vorrei mai infilarmi in un tunnel senza uscita rischiando il linciaggio innocuo di qualche lettore particolarmente attento.

bairro estrella douro 1

Però, l’incipit del caso è legato (in questo caso) ad un luogo.

C’è un quartiere a Lisbona, un posto dove chi vive quì passa spesso (almeno io ci passo spesso e quindi penso che tutti ci passino quanto ci passo io), che ha sui marciapiedi, sui prospetti dei palazzi, nei dettagli architettonici un simbolo ricorrente ovunque, il simbolo di una stella.

Il quartiere in questione si chiama Estrela d’Ouro (Stella d’Oro) e si trova nelle vicinanze del Largo da Graça, più o meno, sotto il miradouro di Nossa Senhora do Monte.

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Ci sono stelle sulla calçada (la pavimentazione dei marciapiedi), sulle cornici delle porte, sui prospetti dei palazzi, negli azulejos che decorano gli edifici e allora mi sono chiesto: “è un caso?”

Il caso non esiste (almeno secondo me) e infatti dietro questo quartiere c’è una storia importante per la città e la stella d’oro è il simbolo di questa storia.

Estrela d’Ouro è un piccolo quartiere operaio costruito agli inizi del 1900 nel cuore di Graça.

E’ stato progettato nel 1907 dall’architetto Norte Junior e terminato nel 1909, il bairro si trova tra rua da Graça e rua da Senhora do Monte.

Il progetto (e l’idea) è nato da un’idea di Agapito Serra Fernandes, un imprenditore galiziano che decise di costruire a Lisbona la sua fabbrica di dolci.

Agapito Serra Fernandes costruì il quartiere come un piccolo villaggio dove far sorgere la sua fabbrica, costruire la sua dimora e delle case per tutti i dipendenti (e le loro famiglie) che per lui lavoravano all’interno della fabbrica.

La Villa Rosalina era il luogo dove la famiglia al completo del ricco imprenditore Fernandes viveva. La residenza aveva, oltre a tantissime stanze, una cappella privata, un piccolo laghetto e un giardino e poi una discoteca per il bunga bunga, una sala per cene eleganti, un vulcano … no, questa è un’altra storia (scusate mi è scappata!).

Attorno alla Villa principale c’erano le abitazioni di tutti gli operai, le costruzioni tipiche (ancora chiaramente visibili) erano fatte ad U e distribuite su due piani con dei lunghi corridoi esterni, allora queste abitazioni ospitavano 120 famiglie.

Le vie del quartiere hanno, ancora adesso, i nomi delle figlie e dei familiari del grande imprenditore.

Il simbolo della stella d’oro deriva dal forte legame e dall’appartenenza al popolo galiziano, la stella d’oro è uno dei simboli che si lega a Compostela (Campostela, in latino campus stellae, campo della stella).

Fine del momento Wikipediano Zingaresco, vi racconto la mia.

La mia curiosità per questo posto nasce da un grande Azulejos sulla strada principale e su un racconto che una volta un mio amico mi fece su questo quartiere, allora in uno dei miei tour cittadini, ho deciso di farci un salto per scattare qualche foto e cominciare a cercarne la storia.

A quanto pare, questo ricco imprenditore, era uno dei tanti Galiziani che si spostavano verso Lisbona agli inizi del ‘900 per fare business. Cercando informazioni in rete ma soprattutto parlando con i vecchietti del quartiere, Mr. Fernandes era un imprenditore illuminato.

Capiva l’importanza della comunità e cercava di porsi sempre alla pari rispetto ai propri dipendenti, insomma non sembrava un padrone ma più un padre, però io non c’ero quindi chi lo sa?

Il quartiere oggi ospita più di 200 famiglie, sembra davvero di entrare in un villaggio (questa sensazione in realtà si ha spesso a Lisbona), c’è un clima subito accogliente, non c’è il caos cittadino anche se siamo in pieno centro.

Il quartiere è molto bello, gli edifici hanno queste scale di metallo esterne dell’inizio secolo (come si vedono anche a Milano o a Torino), tipiche dell’industrializzazione e a due passi, basta salire un po’, si arriva al fantastico miradouro di nossa Senhora do Monte che è di sicuro uno dei posti più belli della città.

Se siete appassionati di archeologia industriale e vi trovate in zona un giretto il posto lo merita.

E chiudo con una curiosità (per me incredibile).

Passando per Rua da Graça, c’è un grande supermercato che tutti conoscono, il Pingo Doce da Graça.

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Fermatevi davanti l’ingresso e guardate in alto.

Sulla porta principale svetta una grande stella, il simbolo del quatiere. Agapito Serra Fernandes fece costruire per i suoi operai un teatro (poi diventato cinema), il Royal Cinema dove venne proiettato il primo film con l’audio di tutto il Portogallo.

Oggi, come già detto, del cinema resta solo la struttura esterna e l’edificio è stato trasformato in un grande supermercato.

Per la serie di cultura non si vive.

 

Copyright fotografico: www.fabiosalvo.net

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