La crisi in Portogallo secondo me e secondo Ballarò

Crisi Portogallo

Questo è un post che ho in testa da diversi mesi, forse quasi da un anno, che gira sempre da queste parti ma che, per la complessità dell’argomento, ho sempre rinviato.

La crisi!!!

Questa parola che (in Italia) da qualche anno è ormai diventato il Jolly di qualsiasi discussione, siamo passati dal “non ci sono più le mezze stagioni” al “questa crisi ci uccide”, che pensandoci bene però potrebbe ricollegarsi facilmente al grande classico “si stava meglio quando si stava peggio”, non trovate?
Io ancora cerco di resistere all’influenza negativa della parola e per questo mi salvano i Bluvertigo, ogni volta che sento la parola crisi nella mia testa parte il video di Morgan e Andy nella clinica di cura per cercare di riprendersi dalla loro di crisi.

Prevedo un post molto lungo e pieno di parentesi, mi scuso in anticipo per le disconnessioni che farò e invece non mi scuso per quello che scriverò. L’argomento è complicato e io la penso in modo diverso rispetto a tanti altri ma che volete farci, vivo in un modo tutto mio.

Tornando alla crisi, la decisione di scriverci un post nasce da un’esigenza quasi civica, una necessità naturale di dover raccontare meglio come stanno le cose rispetto al paese che ospita me e altre migliaia di Italiani.
Questa esigenza impellente nasce ogni volta che Ballarò manda una troupe a Lisbona a girare un video sulla situazione economica del Portogallo.

Attenzione, non solo Ballarò, anche Quinta Colonna, La7, altri giornali più piccoli, ogni tanto, randomicamente, un gruppo di giornalisti cala su Lisbona per uno o due giorni e costruisce un servizio “su di noi”.
Il su di noi è virgolettato perché chiaramente non mi sento Portoghese ma soprattutto non mi riconosco mai in questi articoliservizi e soprattutto non ci riconosco il paese dove vivo da quattro anni.

Da come la vedo io, solitamente funziona così, Ballarò di turno…

(Ma poi proprio Ballarò dovevano chiamarlo questo programma? Io sono Siciliano (per i due tre che ancora non lo sapessero) e per moltissimi anni ho vissuto a Palermo, vicino al bellissimo mercato di Ballarò, qual è il collegamento di Ballarò con Baddrarò?)

Scusate…

Da come la vedo io, solitamente funziona così: Ballarò di turno decide che, per l’argomento della puntata, deve sputare m… mettere in cattiva luce uno dei paesi in crisi della comunità Europea e, in maniera rotativa, sceglie la Grecia, l’Irlanda o il Portogallo.
Bisogna fare un servizio dove SERVE raccontare che questi paesi sono al collasso, che la gente muore di fame, che la situazione è drammatica, insomma bisogna far vedere agli Italiani, in modo chiaro, che fuori c’è qualcuno che sta peggio di noi.
Qui parte la prima domanda da Italiano, perché? Qual è lo scopo di questo progetto? Perché una testata giornalistica deve montare ad arte un servizio con uno scopo ben preciso? Non è questione di complottismo, la mia è una domanda reale che non trova risposta.
Ballarò viene a Lisbona, io ci vivo quindi penso di essere abbastanza cosciente e consapevole dell’argomento e nel servizio vedo raccontata una verità (assolutamente vera) ma che racconta solo una parte della situazione, casualmente solo la parte peggiore.

E’ come se una partita di calcio realmente equilibrata finisse 2-2 e la Gazzetta dello Sport facesse un articolo intero parlando dei due gol subiti da una delle due squadre, di quanto abbiano giocato male, dei favoritismi degli arbitri, insomma è vero che due gol li hanno presi…ma due li hanno anche fatti, perché raccontare solo una parte?

Insomma la cosa che succede è che Ballarò del caso decide di fare questo servizio, incarica dei “giornalisti” e questi cominciano a lavorare.
Una delle prime cose che gli incaricati fanno è mettersi in contatto con qualche Italiano che vive qua, per due motivi: il primo perché non conoscono il Portoghese (ma basterebbe l’Inglese) e quindi non sanno come andare in giro, il secondo perché vorrebbero intervistare qualche Italiano all’estero per poter conoscere un punto di vista “familiare”.

La cosa che succede di solito quando la troupe arriva a Lisbona è che comincia ad intervistare gli Italiani contattati, solo che le risposte non sono mai quelle che i giornalisti vorrebbero. Loro vorrebbero un’intervista pietosa e strappalacrime dove un Italiano racconti che in Portogallo si vive male, che non c’è il cibo nei supermercati, che viviamo tutti di elemosina … questa cosa non succede mai!!!

I giornalisti si trovano sempre spiazzati perché chi vive a Lisbona è (mediamente) soddisfatto e, nella maggior parte dei casi, in questo momento non vorrebbe tornare in Italia, insomma la risposta classica è si vive meglio a Lisbona che in un altro posto qualsiasi d’Italia (almeno oggi).
Allora il giornalista prova subdolamente a farsi dare delle risposte che proprio non arrivano fino a quando molla la spugna e cede. Il risultato? In rete ci sono tantissimi servizi su Lisbona, non viene mai mandata in onda un’intervista ad un Italiano, eppure qui ne trovi migliaia e soprattutto tanti sono anche stati intervistati, allora perché?
Quindi illa giornalista di turno sconfortata dal risultato con gli Italiani si avventura da sola in giro per la città e a gesti comincia a intervistare gente per strada.

Ma Rai3 non ha nemmeno €50 per pagare un traduttore/guida mezza giornata???

Comunque, odio dover farvi vedere questo video ma per correttezza bisogna capire di cosa parliamo, il video in questione (uno degli ultimi almeno) lo trovate qui sotto:

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-c61976f7-c4e1-40b7-9273-4fcc88c17053.html

Io non nego la crisi e non sono così cieco da non rendermi conto che la crisi ci sia, forte e invadente. Allo stesso modo non dico sia falso il servizio di Ballarò, tutte le interviste sono reali, le cose che dicono sono tutte vere (tranne il discorso della Feira da Ladra che è una bufala gigante), però non approvo (ma è un’opinione personale) il modo di fare, il messaggio preconfezionato che si vuole far passare.

E’ innegabile che il Portogallo sia in crisi, è in crisi l’Italia che è il terzo paese più ricco d’Europa, vuoi che non lo sia il Portogallo? Però, dal mio punto di vista, la crisi in Italia è più profonda e pericolosa, ma soprattutto (questa è la cosa che mi interessa di più): a Lisbona ci sono tante possibilità, si possono fare tante cose che in Italia non si possono fare e che Ballarò non racconta mai, perché?

Tra le mille cose, a Lisbona faccio il fotografo di interni (soprattutto alberghi e strutture ricettive), tacito accordo con i clienti, sempre, quasi scontato è che il servizio fotografico deve essere reale, le foto di un soggiorno devono far vedere il soggiorno così com’è grande se è grande, piccolo se è piccolo, con le cose belle e le cose brutte, dalla foto si deve poter percepire tutto, chi vede la foto deve avere la stessa impressione che ha chi vede realmente il posto. Questo si fa per tanti motivi, il primo è una questione etica, il cliente che arriva non deve avere sorprese, e soprattutto perché alla lunga è controproducente fare il contrario.
Con la fotografia (le pubblicità insegnano) è possibile far diventare una topaia un albergo di lusso, ma non è corretto, quindi non si fa.

Per me un servizio di Ballarò è come una fotografia, deve essere reale e completo, vuoi fare un servizio sulla crisi in Portogallo? Ottima idea ma devi essere corretto, intervista il miliardo di persone in difficoltà ma intervista anche qualcuno che non ti dica niente di scontato…va bè insomma l’avete capito, da quando vivo a Lisbona sono in guerra con la stampa Italiana, ho capito, ho visto, che tutto viene fatto per un fine, le cose vengono raccontate per convenienza…forse mi preoccupano di più le cose che non vengono raccontate per convenienza…ma questo è un altro discorso.

Però se faccio un post che finisce così mi sento un po’ Grillo, “contro tutti, tutti a casa e vaffanculo”, ma anche un po’ Renzi “nel fare del dire so fare a chi vuol fare far fare…” quindi continuo il post …con un po’ di disinformazione.

E se tutta la prima parte del post è cominciata con un video, bisogna cambiare tono e forse un altro video potrebbe essere utile:

Io sono di parte in questa vicenda, sono così positivo su Lisbona che molti pensano che lavori per il ministero del Turismo Portoghese ma, purtroppo, così non è.

La cosa bella di Lisbona è che le facce che si vedono in questi video non sono alieni, sono ragazzi tra i 20 e i 40 anni che hanno lasciato la propria casa e sono venuti a costruire qualcosa in Portogallo, insomma seguendo Ballarò sono dei pazzi scatenati che stanno investendo in un posto che non ha nemmeno lo zucchero al supermercato…oppure non è proprio così.
Lisbona è un posto piccolo, questi nuovi imprenditori si vedono ovunque, sono ragazzi normali che hanno voglia di fare e quì hanno facilmente la possibilità di realizzarsi, cosa che in Italia è impossibile!!!

E gli Italiani a Lisbona che fanno? (penso ad un altro articolo che girava su facebook in questi giorni)

Gli Italiani a Lisbona sono tantissimi quindi generalizzare è difficile, come già scritto e riscritto, Lx è il regno dei call center quindi molti lavorano in posti del genere.
Perché Ballarò non dice che c’è un flusso continuo di ragazzi che abbandonano l’Italia per venire a lavorare nei call center di Lisbona? Solo a Gennaio una delle più conosciute imprese in questo campo ha assunto 100 Italiani, colloquiati via Skype e in pochi giorni mandati al lavoro, 100 ragazzi che hanno lasciato l’Italia e si sono trasferiti a Lisbona, il paese della gente che vende i propri mobili di casa alla Feira da Ladra.
E’ giusto? E’ sbagliato? Io questo non lo so e non mi interessa giudicarlo adesso, mi interessa il fatto, ragazzi giovani che abbandonano l’Italia e vengono, a scatola chiusa, a vivere a Lisbona.

Quindi a Lisbona l’unica possibilità è il call center? Ma quando mai?!?

Il call center è la scelta più facile, trovi lavoro in un giorno e riesci a vivere tranquillo (al minimo ovvio, minimo investimento=minimo guadagno).
Ma gli Italiani si ingegnano e qualcosa si inventano sempre c’è chi si apre un ristorante, chi un Bed and Breakfast, altri si mettono assieme e si inventano una Casa d’Arte oppure divento guide turistiche o imprenditori, per non parlare di tutto il giro legato all’architettura (sottopagata e stressata pure qua per carità, però almeno con la possibilità di lavorare dentro qualche studio importante). Moltissimi ingengeri specializzati trovano impiego in grosse aziende che hanno la sede europea in Portogallo e la lista potrebbe ancora continuare.

Si ok sto esagerando, raccontato così sembra il paese dei balocchi e ovviamente non lo è, il Portogallo è un posto normale…in crisi, dove le cose si possono fare se si vogliono fare, dove le difficoltà ci sono, sono tante ma sono superabili, dove serve tanto tanto impegno e costanza e gli obiettivi si raggiungono.

L’Italia invece non è un paese normale…in più è in crisi!!!

Insomma forse è ora di chiudere questo post delirante e supergeneralista, aspetto solo il commento del primo lettore che scriva “beh allora resta lì visto che si sta tanto bene!” ma nel frattempo:


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9 Risposte a “La crisi in Portogallo secondo me e secondo Ballarò”

  1. beh allora resta lì visto che si sta tanto bene!

    Haha scusa non ho resistito, dovevo essere la prima 🙂
    Grazie per questo articolo e per la tua positività e schiettezza.
    Ci saranno presto due pazzi in più a Lisbona!

  2. Concordo in parte. Spesso si tende a “negativizzare” il tutto, ed è sbagliato. Critico però fortemente qualsiasi tentativo di nascondere la profonda crisi che attraversa il Paese. Ho girato per più di 50 agenzie pubblicitarie a Lisbona e ho cercato molto anche nei call center. Possiedo una laurea magistrale, corsi di specializzazione, parlo portoghese madrelingua e ho due anni di esperienza alle spalle. Nulla. Non ho trovato nulla. Nemmeno nei call center tanto acclamati.

    Perciò dico di stare attenti. Se qualcuno chiedesse a me direi che in Italia la crisi non esiste, ho un lavoro ben pagato per il quale non ho nemmeno fatto domanda ma sono stato chiamato. Mi sono licenziato ma mi vogliono indietro. Quindi attenzione a generalizzare. Nel bene o nel male.

    1. Concordo assolutamente con te!
      Non voglio assolutamente negare la crisi e, come ho scritto più volte, il Portogallo non è il paese dei balocchi…anzi. La crisi c’è complessa e presente nella vita di tutti, non è mia intenzione negare una evidenza così grossa.
      Il mio post voleva soltanto raccontare che, dal mio punto di vista, in Portogallo e in particolare Lisbona, c’è molto di più che un paese affondato dalla crisi economica.

      Poi ognuno ha una storia diversa che vive ogni giorno, come te che hai trovato l’America in Italia 😉

  3. Anche in Italia si potrebbero fare tante cose se non fosse che tutto funziona con disonestà e favoritismi vari.Studio in Italia,son prossima ad una laura in Lingue e letterature straniere e non so che fare del mio futuro.Ad ogni modo voglio dire una cosa in tutto questo,e la voglio dire avendo un bagaglio di esperienze di viaggio fatte in tutta Europa,al giorno d’oggi per quanto riguarda la creazione di un futuro ogni posto è migliore dell’Italia….
    Con quest’ultima frase mi son dato risposta sul cosa fare del mio futuro,e’ molto dura pero’ nascere in un’isola come la Sicilia ti lega molto alla terra d’origine.
    In definitiva,mi complimento con l’autore dell’articolo,e’ molto interessante e mi ha aiutato ad allargare la visione complessima che ho del Portogallo.

  4. Haaaa Lisbona ci ho vissuto per un anno, dovevano essere tre ma siamo rientrati x un lavoro più sicuro cioè tre anni tempo determinato con prospettive. Risultato? Ci pensiamo tutti i giorni a Lisbona io ci tornerei a vivere anche domani e sembrerà assurdo ma ho conosciuto pochissimi italiani ma in compenso portoghesi indiani iraniani cinesi danesi ecc. Le persone, Lisbona, l’oceano, i colori mi sono rimasti nel cuore. Un grande in bocca al lupo ai portoghesi.

  5. Ballaro e questi programmi secondo me hanno fatto un report molto accurato, e vero sopratutto in quanto devi vedere i portoghesi nel globale, quelli che lavorano per il salario minimo, vivo a porto da 5 anni e ti dico solo che dopo aver finito l università non ho trovato nulla, sono fotografa,ho fatto dei lavoretti ma niente di che, adesso voglio solo scappare in italia….questo posto è molto ingiusto penso , non so come sia a lisbona, ma qui fa paura….naturalmente se hai i soldi e pioi investire va bene il portogallo o qualunque altro posto, ma in termini sociali e di protezione per me il portogallo è pessimo.

    1. Ciao
      non credo che la situazione tra Porto e Lisbona sia molto differente e sono pienamente daccordo con te, è difficile trovare lavoro, molte (molte più che in Italia secondo me) sono in grosse difficoltà e lo stato sociale è in una forte crisi per non dire di più.

      Non concordo quando dici “hanno fatto un report molto accurato”, per me hanno fatto invece assolutamente parziale perchè, come dici anche tu, se hai i soldi e puoi investire il Portogallo va bene. Volevo focalizzare il post sulla parzialità del servizio, del fatto che si racconti solo una parte facendola passare come situazione assoluta di uno stato intero.

      Ma soprattutto volevo far nascere una domanda, perchè? Perchè Ballarò (diciamo Ballarò na vale per tutte le altre testate che hanno fatto servizi di questo tipo) ha interesse a far vedere a noi Italiani SOLO la parte perggiore di uno stato?

      Boh?! Io non ho la risposta, per questo chiedevo, ma è solo un post.

      ciaociao

      fabio

  6. Credo ci siano due-tre motivi per cui Ballarò e simili danno una visione parziale e generalmente desolante della crisi portoghese. Il primo ha a che vedere con la tendenza e l’abitudine alla narrazione vittimistica e alla sollecitazione dell’empatia col prossimo sottolineando gli aspetti di povertà, disagio, impotenza. Come se la solidarietà umana dovesse sempre e solo passare dalla visione della miseria altrui. Il secondo riguarda lo straniamento del giornalista o dell’intervistatore. Si deve fare un servizio sulla crisi; si arriva in Portogallo con quella parola in testa e salta agli occhi solo quello che si sta cercando. Lisbona non assomiglia alla maggior parte delle città italiane o delle capitali europee. I giornalisti arrivano, stanno pochi giorni e vengono colpiti da quello che è diverso, per esempio dalle forme in cui la povertà si manifesta. Resta più semplice riprendere e intervistare chi si trova in situazioni di obiettivo disagio piuttosto che fare i calcoli delle tasse, intervistare i decisori politici e i padroni dell’economia e soprattutto capire il processo in corso e fornire un’interpretazione. C’è ancora un fatto, che ha a che vedere con l’italianissimo “noi non siamo il Portogallo, ma occhio che potremmo diventare così”. Il che può essere in parte vero e in parte falso, solo che nella maggior parte dei casi serve a contenere le pressioni sociali e a scongiurare le rivolte.

  7. Buongiorno Dottore,
    Scrivo con colpevole ritardo di due anni dalla pubblicazione dell’articolo, ma purtroppo sono appena stato in Portogallo per la prima volta in vita mia (27 anni) e, adesso che sono sulla strada del ritorno a casa, mi accorgo che in quella “landa desolata” come a volte viene dipinta, in realtà io lascerò un pezzo di cuore… Nonostante fossi a Marinha Grande (120km a nord di Lisbona) posso confermare che, seppur la crisi esista e la si vede dalle decine di case in affitto e in vendita anche in un posto NON turistico come quello da me visitato, ma quello che mi ha colpito e che mi ha colpito un’altra volta quando ho letto l’articolo è che quando sei qui capisci che qualcosa è possibile… Qualcosa per cui vivere ed essere felici in un paese che si, sarà in difficoltà, ma per quanto poco lo conosco, per lo meno mi sembra vero… L’Italia, la quale crisi non so se sia paragonabile o meno, comunque non naviga in acque tanto migliori: lavoro non esiste (ed io lavoro in proprio da 6 anni ormai e sono felice), tassazione sui redditi allucinante al netto dei servizi scadenti, nessuna prospettiva di risanamento degli ideali che mancano a chi governa per rendere l’Italia davvero un bel posto dove vivere… Quindi anche se non so se questa è o meno la sede indicata, vorrei avere informazioni su un sacco di cose perché mi piacerebbe investire i miei utili del lavoro svolto in Italia in case/appartamenti da affittare e/o rivendere quando le condizioni economiche saranno migliori… Ho un amico che vive qui da un anno e mi sta spingendo a farlo, ma vorrei qualche suggerimento anche da chi vive lì da tempo è sicuramente può spiegarmi meglio le cose o darmi almeno un punto di partenza da dove posso partire per cominciare questa grande avventura, o se invece secondo voi non ha senso per qualche motivo che adesso mi sfugge… Per favore contattami via mail e scusate per il disturbo creato.
    Cordialità,
    Dimitri Bruno Giammellaro

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