Fare il Portoghese o fare l’Italiano? Una gran confusione

Da quando scrivo su Zingarate questo post mi si è avvicinato diverse volte, voglioso di essere scritto, paladino di giustizia e amante della verità, ma io l’ho sempre snobbato, troppo banale, ma ad un certo punto bisogna pur dire le cose come stanno, anche se sarà una dura verità per tutti!!!

Se un giorno venisse a rapirmi un alieno e mi direbbe: “Ciao piccolo essere umano, adesso ti porto in un pianeta sconosciuto e ti cancello tutti i ricordi di Lisbona, puoi tenerne  solo uno, scegli! …e muoviti che non abbiamo tempo da perdere!”

Per prima cosa cercherei di corromperlo con una Imperial (magari funziona!!!) ma in merito al ricordo non avrei dubbi, terrei tutti i miei viaggi sul Tram 28 … appeso  fuori alla porta sul retro.



Fare un viaggio sul 28, da fuori, è una delle esperienze più belle che si possano fare a Lisbona e che pochi hanno la voglia e la sicurezza di fare, soprattutto quando si è stranieri.

Si può fare?”, “Se arriva la polizia?” tutte domante lecite che anche io mi porrei se fossi in una città che non conosco, ma siccome Lisbona la conosco…

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Confesso, sono uno di quelli che i turisti guardano male (soprattutto gli Italiani), tutti pensano che sono uno scroccone, che sono appeso fuori dal tram per non pagare il biglietto senza sapere che in tasca ho un abbonamento e sul tram ci posso salire come e quando voglio.

Ma chi sul 28 così non c’è mai salito, non può capire com’è. Una giostra su un percorso lunghissimo e spettacolare, lo sferragliamento delle rotaie, il legno poco stabile della presa, le salite e le discese, i restringimenti con le pareti ad un centimetro dallo zaino e tu appiattito sulla porta con il trattenendo il fiato, altro che andare a vedere i pesci all’Oceanario!!!

Quando si decide di optare per questo tipo di viaggio, la cosa che mi piace diverte di più è ascoltare i commenti delle persone che sono dentro. A volte divertiti cominciano a scattare foto oppure a farmi smorfie, altri commentano (spesso sono stranieri e quindi non capisco), tutti pensano che da fuori non si senta, invece si sente e si vede tutto, ma il trucco è far finta di niente e guardare impavido avanti la strada correre.

Inutile dire che i miei preferiti sono gli Italiani, preferiti perché li capisco meglio sia quando parlano che quando mi guardano incuriositi e basta, probabilmente tutti i turisti dicono le stesse cose, ma un Cinese vallo a capire.

Potrei suddividere gli Italiani osservatori in diverse categorie, ma le più comuni sono 3:

1)      Il Tecnico: è quello che osserva interessato il modo, la tecnica usata per viaggiare con questo sistema.

Il tipo che deve dare una spiegazione razionale a qualsiasi cosa e dopo un’attenta osservazione coinvolge gli altri elementi del suo gruppo mettendoli a conoscenza della sua analisi. “Vedi, con la punta delle dita … poi quando si arriva alla fermata allora … guarda come controlla”, questo tipo di commentatore solitamente è neutro, non giudica, si appassiona al gesto, dopo che lo ha capito perde attenzione e si orienta ad altro.

2)      L’Invidioso (un’invidia positiva chiaramente per carità): solitamente giovane ma non troppo, mi osserva con la coda dell’occhio e pensa: “Noooo, che figata!!! Vorrei farlo anche io, ma come faccio?”.

Vorrebbero farlo, lo vedi lì che pensa che potrebbe postarlo su facebook, fare le foto e metterle su instagram (si scrive così?), potrebbe raccontarlo a tutti, una cosa che nessuno dei suoi amici ha mai fatto a Lisbona. Tante possibilità, ma purtroppo…

3)      Il Critico: il mio acerrimo nemico!! Ogni tanto quando scene lo becco e gliene canto quattro, altrochè!

Quelli che “il rispetto delle regole prima di tutto!”, “farabutto, dovresti pagare il biglietto come tutti!”.

Il critico è quello che, quando mi vede appeso fuori dal 28, non si lascia scappare l’occasione per attaccare il monologo più pesante della storia sul fatto che “per forza il Portogallo è in bancarotta”, “…e la Polizia non fa niente contro questi delinquenti”, odiosi.

Il Critico, che è anche uno che ne sa a pacchi, ad un certo punto tira fuori il suo millesimo luogo comune: “… ed è per questo motivo che si dice: fare il Portoghese, perché non pagano il biglietto!”, ma quante ne sa il mio genietto???

Statisticamente il Critico proviene sempre dalle stesse regioni d’Italia (ormai sono un esperto), ma scriverlo sarebbe una generalizzazione regionale e io generalmente, in generale, preferisco non generalizzare, Generale!

STOP

Il post che avevo in mente doveva cominciare ora, diciamo che tutta la parte scritta fino ad ora è una lunga prefazione, io volevo solo raccontare perché si dice “Fare il Portoghese”, ma è andata così.

ALT

Dai che prima o poi lo concludo questo post.

Volevo aggiungere che prossimamente scriverò un post/tutorial, come quelli che si trovano su Youtube, dal titolo: come attaccarsi al Tram, Il manuale!

CI SIAMO

In Italia il detto “Fare il Portoghese” non è molto comune, però è conosciuto da molti.

Ormai siamo tutti onesti e civili cittadini (non come in Portogallo), il biglietto lo facciamo tutti e questo modo di dire sta cadendo in disuso per mancanza di “Portoghesi”.

Comunque, per chi non lo conoscesse, “fare il Portoghese” si usa comunemente per chi utilizza un mezzo (o un servizio) senza pagare, ad esempio chi prende un 28 e decide di non pagare il biglietto.

Con la presente vorrei provare a spiegare da dove viene questo detto, facendo una premessa necessaria, l’origine non è certa! … ma molto probabilmente è andata così.

Leggenda vuole che il termine nasca in Italia (infatti in Portoghese non esiste) nel XVIII, a quei tempi il Portogallo non era commissariato dalla Banca Centrale Europea ma era uno dei paesi più ricchi al mondo, soprattutto grazie alle colonie in giro per il mondo.

A quei tempi lo stato Portoghese e lo Stato Pontificio erano in ottimi rapporti, feste sontuose e grandi banchetti venivano organizzati per coadiuvare le pubbliche relazioni tra i due popoli (mettiamola così).

Una di queste feste, nei pressi di Piazza Argentina, venne organizzata in onore della comunità Portoghese residente a Roma, l’ingresso alla festa era esclusivo e molto selettivo, per entrare bisognava presentarsi e dichiararsi Portoghese.

Ovviamente potrei finire qui il post visto che il finale è scontato, quanti secondi hanno impiegato i Romani a capire come funzionava il giochino e intrufolarsi alla festa?

Legenda dice che in quella notte tantissimi Romani cominciarono a dichiararsi Portoghesi, entrarono alla festa, mangiarono e danzarono e vissero tutti felici e contenti.

Copyright fotografico: www.fabiosalvo.net

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11 Risposte a “Fare il Portoghese o fare l’Italiano? Una gran confusione”

  1. “Se un giorno venisse a prendermi un alieno e mi direbbe” NON SI PUÒ SENTIRE. Imparate l’italiano prima di fingervi scrittori di qualsiasi genere

    1. Grazie a entrambi per il commento, sono contento che il post vi sia piaciuto 🙂
      Scrittore??? Magari!!! Uno scrittore scrive libri o commenti sui post altrui, quando uno non è capace di scrivere ma vuole raccontare qualcosa, il massimo che può fare, è scrivere un blog.

      …comunque è vero, non si può sentire!!!

  2. Vorrei aggiungermi alla schiera di osservatori: quarto tipo, quello che legge un tuo scritto dove ti vanti di fare una cosa ovviamente pericolosa e molto stupida, cercando di farla passare per qualcosa di romantico e inorridisce. Magari, un giorno, potresti cadere (oppure potessi cadere, come diresti tu) e sfracellarti contro un muro, finire sotto un’auto o direttamente sotto le ruote del tram (è possibile). Non te lo auguro, ovviamente, ci mancherebbe. E non ti auguro neppure di assistere a qualche ragazzino che perde una gamba per aver voluto provare l’ebbrezza di una cosa, ripeto, molto stupida. E per niente originale. Neanche quello. Comunque continua a scrivere sul tuo blog, che è cosa buona e giusta, ma cerca di trovare argomenti più intelligenti.

    1. Touchè!

      Questo è un commento che mi piace e stavolta lo dico con estrema serietà e sincerità.

      Una persona che mi commenta con accanimento per una parola sbagliata non lo prendo nemmeno in considerazione, soprattutto quando il commento viene fatto con supponenza. Il blog lo scrivo con leggerezza e alla velocità della luce, non rileggo, scrivo in lampo e pubblico. Se faccio errori, mi scuso, però chi legge dovrebbe pure avere la maturità e l’intelligenza di capire che cosa legge e il valore culturale che un articolo possa avere, scusa ma ho usato questa risposta per agganciarmi agli altri commenti.

      In merito al tuo invece, hai perfettamente ragione, non ho nemmeno preso in considerazione questo aspetto. Il fatto di scrivere un articolo pubblico comporta alcune responsabilità, visto che c’è gente che legge.

      Però (ci pensavo mentre scrivevo questa risposta), ma una persona che legge il mio blog, decide di fare una cosa del genere perchè lo dicoio? Sono io che devo dare l’esempio?
      Se qualcuno decide di fare qualcosa di pericoloso perchè lo ha letto su un blog di uno sconosciuto, il problema sono io che l’ho scritto o è l’individuo stesso che non è responsabile?

      Sono riflessioni ad alta voce, non sono domande retoriche, io anche se leggo la Bibbia traggo le mie conclusioni, le mie, decido io se quello che leggo è divertente, interessante, utile oppure sono solo parole al vento, non dovrebbe essere così?

      Chiudo con uno sfogo, ma perchè c’è sempre questa cattiveria di fondo nel dire le cose?
      Siamo sconosciuti, per dire che forse dovrei pensare un pò di più a quello che scrivo, che bisogno c’è di tirare fuori gli incidenti, i bambini sotto il tram e l’inutile (al fine del commento) battuta sul potreipotessi?

      Comunque continuerò a scrivere come ho sempre fatto e delle cose che ho sempre scritto perchè confido nell’intelligenza delle persone.

      Grazie ancora per il commento

  3. Il riferimento agli incidenti, frequentissimi e cruenti, serve a spiegare in cosa consiste il pericolo e la “stupidità” della cosa. Non ho parlato di emulazione nè di dover essere un modello per qualcuno che legge. Ho detto solo che non ti auguro di assistere a scene come quelle, perchè potrebbe essere un pugno nello stomaco in grado di farti ripensare alla faccenda in chiave meno poetica. La battuta sul potrei/potessi era di sfondo, ma era evitabile, certo. Saluti.

  4. strafalcioni a parte l’ho trovato parecchio noioso… leggendo il titolo dell’articolo uno si aspetterebbe di trovare risposta alla sua curiosità, senza “pipparsi” prima i tuoi “rocamboleschi” viaggi sul tram… (si va bè, bravo…. ma chissenefrega…)

  5. ..a me il post è piaciuto..strafalcioni a parte che ci stanno se uno scrive e non rilegge..sono stato sul tram 28 ma non con lo stesso spirito e mi hai fatto venire voglia di tornarci..magari non fuori ma sicuramente di risalirci 😉

    1. Io davanti a questi commenti resto pietrificato, non so mai bene cosa rispondere, ci sono troppe cose che mi chiedo e che non trovano mai risposta.

      La prima cosa che non capisco è la cattiveria, la frustrazione e l’acidità.
      Non mi danno fastidio le critiche o le idee diverse anzi vorrei ricevere mille commenti ai miei post, però mi piacerebbe vedere commenti costruttivi, anche di disaccordo, ma onesti e soprattutto educati.
      Come ho già scritto, siamo sconosciuti, che motivo c’è di attaccare un’altra persona in questo modo?

      L’altra cosa che mi lascia perplesso è che a volte un blog venga scambiato per wikipedia “leggendo il titolo dell’articolo uno si aspetterebbe di trovare risposta alla sua curiosità”, un blog è un blog!
      Non è fatto per contenere verità assolute e soprattutto chi lo scrive, spesso, non è uno scrittore (tanto meno un giornalista) ma una persona normalissima che ha un po’ voglia di raccontare qualcosa in modo leggero, senza peso.
      (E per essere precisi, la soddisfazione al titolo c’è, quindi non capisco il commento)

      Per non parlare dei commenti che mi attribuiscono responsabilità sul futuro dell’umanità, come se chi legge un mio post deve fidarsi completamente e fare quello che io scrivo.
      Ho fiducia nelle persone, ognuno legge, capisce quello che vuole capire e da quello che c’è scritto prende quello che crede giusto.

      Detto questo spendo due righe sull’argomento del post in questione.

      Spero sia chiaro a tutti che stiamo parlando di aria fritta!!!

      L’unico vero “rimorso” di coscienza che posso avere, appendendomi al 28, è che è illegale, questa è l’unica vera cosa discutibile della faccenda.

      Per chi critica il fatto che sia pericoloso e stupido, chi parla di morti sanguinolente e disastri che turberanno per sempre la mia esistenza (o quella di qualche mio emulatore) ho una domanda, ma voi il 28 a Lisbona l’avete mai visto?

      Perché io a Lisbona ci vivo ormai da 4 anni, sul 28 ci vedo sempre gente attaccata e mai, dico MAI, in questi anni ho sentito una sola notizia di qualcuno che ci sia rimasto secco o che abbia avuto qualche problema. Forse sono solo stato fortunato e particolarmente distratto rispetto alle notizie di cronaca nera della città, ma se così fosse vi prego di farmi avere qualche stralcio di giornale in modo da poter colmare questa mia grossa lacuna.
      Quindi, mi piacerebbe, che se si parlasse di cose reali e non di critiche tanto per criticare qualcosa che tanto va sempre bene.

      Detto questo, penso che internet alzi meccanicamente i toni della discussione e mi dispiace, se passate da queste parti fatemi un fischio e prendiamo un caffè insieme.

      Fabio

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