L’estetica del tassinaro.

A Lisbona c’è una categoria di lavoratori davvero peculiare: i tassisti. In genere sono piuttosto ruspanti, a volte scorbutici, hanno mezzi mediamente vecchi e sporchi, ma hanno l’impagabile pregio di essere molto economici, almeno se paragonati ai loro omologhi di Roma e dintorni.

Però, siccome spesso costituiscono il primo impatto del turista con la città appena escono dall’aereo, alla Câmara Municipal (il Comune) hanno deciso che qualcosa deve cambiare. Così, notizia di qualche giorno fa, l’assessore ai Trasporti ha detto che d’ora in poi solo un numero selezionato di tassisti può prestare servizio all’aeroporto di Portela, suggerendo la creazione di un codice di condotta al quale deve adeguarsi chi vuole essere presente all’aeroporto.

Per esempio, sono fuori discussione la pulizia e la buona manutenzione dell’auto, che non può essere molto datata (come invece è la maggior parte dei mezzi), nonché la dotazione di alcuni optional indispensabili come l’aria condizionata. Inoltre anche il tassista deve trasmettere decoro: basta a uomini in canottiera, ciabatte e pantaloncini (che magari puzzano anche di sudore stantio, aggiungo io), disco verde invece a chi conosce le lingue straniere (laddove certi tassisti sono incomprensibili anche quando parlano portoghese) e soprattutto la città, visto che spesso devi essere tu a spiegare come arrivare in una determinata strada. Inoltre dev’essere possibile effettuare il pagamento anche con bancomat, carta di credito e voucher acquistati in albergo o in altri punti vendita.

Una nuova generazione di tassisti nascerà a Lisbona?

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