Fai contenta Mamma, torna a casa!

L’emigrazione è un fenomeno antico quanto l’umanità. Già nella Bibbia si parla di lunghe marce alla ricerca della Terra Promessa e con il passare dei secoli l’uomo non si è mai fermato. Spesso grandi flussi migratori sono associati ad eventi storici: la scoperta dell’America, il trattato di Schengen, la costruzione… ma soprattutto la caduta del Muro di Berlino. Nell’immediato dopoguerra sono molti i tedeschi rimasti ad Est che cercano la fortuna ad Ovest, consapevoli che l’invasione sovietica e la nascita della DDR non porteranno niente di buono nelle loro vite. Molte le vittime di tentativi di fuga spettacolari alla ricerca di una vita diversa, a Berlino come negli altri punti sorvegliati del confine tedesco-tedesco. Una fuga di cervelli (a differenza di quanto scritto QUI) e forza lavoro che ha indebolito ed impoverito le città della ex Germania dell’Est.

Per questo alcune piccole realtà alle porte di Berlino si sono unite in una campagna per convincere i propri ex-cittadini a tonare a casa, usando la figura di mammà, alla faccia di chi dice che gli italiani sono i mammoni d’Europa!

Fai contenta Mamma, torna a casa!

Solitamente chi se ne va, difficilmente torna indietro. Soprattutto in alcune zone poco attraenti del Brandeburgo e della ex-DDR. Per questo si è deciso di puntare sulla figura della mamma per riportare a casa i vari figli e figlie emigranti per ripopolare delle zone che stanno sparendo sotto i colpi dell’emigrazione di massa. Dando un occhio ai social media però la campagna non sembra fare moltissimo effetto. “Nel 1998 me ne sono andato ad Amburgo, non certo di mia spontanea volontà. Vengo dai dintorni di Dessau e tutt’oggi nell’area mancano offerte di lavoro nel campo dell’elettronica comparabili a quelle dell’ovest. Un ritorno dalle mie parti lo vedo molto molto difficile” commenta un utente del Morgenpost su Facebook. “Che pessima campagna!” le fa eco un’altra utente “Ci dovrebbero essere motivi più importanti della famiglia per spingere i lavoratori a tornare nel Brandeburgo”.“Spesso tornano anche prima, soprattutto quando devono regalare una corona di fiori alla mamma” fa eco l’ironia nera di un altro utente.

A prescindere da questo, uno studio del Leibniz-Instituts für Länderkunde ha mostrato come effettivamente 3 emigranti su 4 tornerebbero volentieri nella loro città di origine, se ne avessero la possibilità.

Questa azione va ad aggiungersi ad una serie di iniziative degli ultimi tempi in cui i sindaci delle piccole città del Brandenburgo hanno invitato i berlinesi (e neo-berlinesi) a scoprire la comodità della vita di provincia, ad un’oretta di treno dalla grande metropoli. Affitti più bassi e maggior presenza di verde sono solo un paio dei motivi che vengono citati come vantaggio del vivere nel Brandeburgo. Ma quanti effettivamente andrebbero a vivere a Werder, Jutebog, Cottbus, Prenzlau e altri picoli centri, senza avere le comodità dei club, degli späti, del Mate e di tutte le cavolate hipster che rendono Berlino ancora tanto cool?

Voi italiani a Berlino lo fareste? Ma soprattutto, tornereste a casa da mammà?

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