Integrazione a tavola. L’amore smisurato per la cucina tedesca

LA CUCINA TEDESCA – Ogni volta che posto su Facebook le foto di quello che mi preparo (sì, sono uno di quei malati che fanno le foto al cibo, qualche problema?) vengo sommerso di “insulti” e prese in giro dai miei amici rimasti in Italia. La domenica preferisco farmi un bel petto di tacchino marinato con contorno di crauti e riso profumato al curry? Ecco che si scatenano gli scudieri dell’Artusi ricordandomi come la domenica sia d’obbligo il ragù o la lasagna. Vado pazzo per i Maultauschen e voglio condividere il mio amore pubblicamente? Ecco che tutti si dichiarano fan number 1 dei tortellini e dei ravioli ricotta e spinaci, anche se poi investigando bene bene scopri che l’ultima volta che li hanno mangiati era il 2008. Ammetto senza vergogna che non bevo un espresso da almeno 18 mesi? Ecco che c’è chi vuole indire un referendum per togliermi la cittadinanza italiana.

Sono sempre stato una buona forchetta e la Germania è sempre stata una meta interessante per i miei viaggi culinari. Involtini di verza, spalle di maiale, wurst di ogni tipo, leberkäse… la cucina tedesca riserva molte sorprese a chi sa mangiare con gusto. Però è tanto semplice per l’italiota medio negare l’evidenza e trincerarsi dietro la nostra manifesta superiorità. Nessuno vuole dire che la cucina tedesca sia meglio di quella italiana. Voglio solo dire che anche qui in Germania si può mangiare bene, con gusto, senza dover ricorrere ai ristoranti asiatici e alle pietanze vegan che tanto vanno di moda. L’apoteosi del maiale in ogni sua forma. Maiale ovunque. Anatra tenerissima. Verdure forse non varie come da noi, ma a loro modo gustose. Avete mai provato il kohlrabi ad esempio? Tanto brutto da guardare quanto buono e delicato.

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Ovvio che ogni volta che ripenso ai carciofi, alle zucchine romanesche e alla cicoria mi viene da piangere e prenderei di corsa il primo aereo per Roma. È scontato che nei momenti di più acuta malinconia ucciderei per poter avere nel piatto 300 grammi di trippa, ma la vita dell’emigrato a Berlino non è così triste come ve la dipingono. Certo, se non sapete cucinarvi nient’altro che un uovo al tegamino non potete accusare le tradizioni culinarie altrui. Se vi cibate di tonno in scatola e pizze surgelate non è certo colpa mia.

Kasseler, käsespätzle, asparagi bianchi, cetriolini dello Spreewald, knodel… non mancano cibi tipici di qui che possono stuzzicare il vostro appetito. Se poi siete del partito che “la fettina panata di nonna Gina è meglio della Wiener schnitzel”, allora alzo bandiera bianca e mi ritiro. In cucina. A gustarmi la cucina tedesca.

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