La Neptunbrunnen, allegoria neobarocca nel cuore di Mitte

La Neptunbrunnen di Berlino è sicuramente uno dei monumenti più conosciuti della città. Del resto bisogna passarci davanti per forza, sia che si vada ad Alexanderplatz, sia che si voglia visitare la Marienkirche, che si voglia fare due foto al Rotes Rathaus o che si sia diretti all’Aquadom. La sua forma sinuosa, barocca, attrae tutti, ma la storia della fontana non è conosciuta da tutti.

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La Neptunbrunnen una volta si trovava davanti il Castello di Berlino, sulla storica Schlossplatz. Solo nel 1969 la fontana è stata spostata nella sua posizione odierna. Sopravvissuta intatta ai bombardamenti della seconda guerra mondiale, la Neptunbrunnen nel 1951 fu spogliata delle sue figure e messa in sicurezza per permettere la demolizione delle rovine del Castello. Negli anni ’60 il Governo della DDR ripensò gli spazi di Mitte, andando a demolire le rovine ancora rimaste e andando a creare enormi spazi per ricostruire la città secondo i canoni del Socialismo Reale. Nel vuoto lasciato dalla demolizione del Marienviertel (quel buco ai piedi della Torre della Tv) si trovò lo spazio giusto per riposizionare la Neptunbrunnen, che da quel giorno troneggia fiera nel piazzale davanti il Municipio.

Il modello per la fontana è stata la Fontana dei Quattro Fiumi di Gian Lorenzo Bernini. Per la sua costruzione l’architetto Reinhold Begas fece un viaggio in Italia in cerca di ispirazione e la fontana di Piazza Navona diede l’idea definitiva al progetto: una statua che celebrasse i quattro corsi d’acqua più importanti dell’Impero Tedesco. E fu così che ai piedi del Nettuno trionfante trovano spazio le allegorie dei quattro fiumi tedeschi: Reno, Oder, Elba e Vistola. Ognuna delle quattro figure femminili è decorata con caratteristiche che rimandano al territorio in cui scorre il relativo fiume. Dunque il Reno è decorato da viti e reti da pesca, la Vistola veste zoccoli in legno a richiamare i boschi che la circondano, l’Oder abbraccia una capra e l’Elba ha frutti intorno alla testa.

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