Un referendum per il futuro dell’aeroporto di Tempelhof

*di Paolo Sprecacenere

Il prossimo 25 Maggio l’Unione Europea tutta sarà impegnata nella scelta dei propri rappresentanti a Bruxelles, non fa certo eccezione la Germania. L’attualità politica berlinese è però occupata da un discorso che sta molto più a cuore ai suoi cittadini: il futuro del Tempelhofer Feld (ex-aeroporto di Tempelhof). Lo stesso giorno infatti nei seggi di Berlino avrà luogo un referendum popolare che deciderà le sorti di una delle aree verdi più importanti della città.

I 340 ettari a disposizione fanno gola a molti investitori, che qui vorrebbero costruire un paio di nuovi quartieri, una biblioteca, negozi, parcheggi e tutto quello che è necessario per la vita quotidiana. I piani di sviluppo di quest’area sono stati però momentaneamente bloccati da una raccolta firme (più di 200.000) che han portato come risultato un referendum in cui saranno gli stessi berlinesi (e gli stranieri registrati) a decidere le sorti di questo enorme spazio verde a sud del centro cittadino.


Da una parte c’è l’iniziativa popolare che vuole che il parco resti così com’è: un enorme spazio verde intorno ad un luogo della memoria importante (è qui che ebbe luogo il famoso ponte aereo su Berlino Ovest del 1948-49). Dall’altra la coalizione SPD-CDU che vorrebbe costruire qui unità abitative per lo sviluppo della città, oltre a negozi, una biblioteca (fissazione del sindaco Wowereit) e una pista ciclabile che colleghi Kreuzberg a Neukölln attraversando il terreno dell’ex-aeroporto. Il piano del Senato cittadino non è distruggere un luogo caro ai berlinesi rendendolo un ammasso di palazzoni e basta, a differenza di quello che vorrebbero far credere i sostenitori del “Sì”.

Il progetto vede la costruzione di 5.000 nuovi appartamenti, principalmente intorno al parco, preservando quindi 230 ettari di spazio per il verde. Una delle critiche che viene fatta al progetto è che soltanto il 18% di questi appartamenti (850) saranno affittati ad un prezzo popolare, mentre la parte restante sarà costituita da appartamenti di lusso che la maggior parte dei berlinesi non può permettersi. Va pur detto che anche se i prezzi fossero la metà di quelli fissati, la maggior parte dei berlinesi non potrebbe comunque permetterseli… e non certo per colpa delle lobby dell’edilizia o per la “gentrification”.

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Personalmente ritengo il Tempelhofer Feld uno dei luoghi più belli di Berlino, ma come molte cose in questa città in continua trasformazione, non viene sfruttato a dovere. 340 ettari di cui più dei due terzi senza alberi a chi servono? E’ bello vedere giovani correre con lo skate, trentenni fare jogging già dalle prime ore del mattino o bambini giocare con gli aquiloni in questo immenso spazio aperto, ma una città come Berlino non può permettersi di lasciare le cose così come sono.

Come anche detto da Ursula Lüscher, responsabile all’urbanistica di Berlino, gli appartamenti di lusso servono ad attrarre capitali. Il compito della politica è far sì che questi non cambino l’assetto cittadino come già successo altrove. I berlinesi devono capire che il Tempelhofer Feld sarà veramente di tutti i cittadini quando questo riuscirà ad essere completamente integrato nel tessuto urbano. E questo può avvenire soltanto se il parco diventa parte di una zona residenziale, una zona viva, vivibile ed abitabile. Così com’è ora, è soltanto un’oasi verde a tratti desertica, con un potenziale enorme non sfruttato.

Bisogna uscire dal mito del “arm, aber sexy” (povera, ma sexy). Berlino è la capitale dello Stato più importante al momento in Europa e i flussi migratori senza sosta richiedono la costruzione di nuove abitazioni per i berlinesi del futuro. Se progetti come quelli presentati dal governo cittadino possono aiutare a risolvere il problema, rivalutando al contempo una delle zone verdi più grandi della città, ben vengano!

Voi cosa ne pensate? Siete a favore della rivalutazione del parco o preferite che rimanga così com’è? Un’idea precisa ancora non me la sono fatta. Le ragioni portate avanti dal Senato cittadino e dai promotori del Referendum sono entrambe valide, ma tutte e due incomplete. Una via di mezzo tra le due proposte sarebbe l’ideale, ma una discussione a riguardo non sembra programmata al momento, sebbene i Verdi stiano pressando incessantemente la maggioranza politica in tal senso…

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