Cales, l’antica Cales era una città maestosa, “urbs egregia” secondo Strabone e “civitas magna” secondo Cicerone e Polibio: contava oltre 20 mila famiglie e una popolazione di circa 65 mila abitanti.
Già nel III secolo a.C. la città aveva una moneta propria, il “caleno”.
Era nota nel mondo romano per le sue botteghe artigiane e per la produzione di ceramiche a vernice nera, esportata anche in Spagna; secondo Catone, a Cales, l’odierna Calvi Risorta, era attiva anche un’industria di strumenti agricoli.
Orazio, Strabone, Plinio, Giovenale e Frontino la decantarono per l’eccellente qualità del suo vino e delle sue acque.
La città, nel suo periodo di massimo splendore, occupava una superficie di oltre 60 ettari, era racchiusa da mura e difesa da un fossato profondo oltre i 20 metri; il suo territorio si estendeva dall’attuale Calvi Risorta fino a Pignataro Maggiore, Sparanise e Giano Vetusto.
Cales, situata lungo la Via Latina, diventò nel III secolo a.C. diventò capitale dalla Campania romana, e dopo il 267 a.C. fu sede di questura e chiamata a vigilare sui porti della Campania e della Magna Grecia. Il periodo di massimo splendore fu dal II secolo a.C. al I secolo d.C., tanto da diventare Municipio romano nell’81 a.C. Ma la sua storia è molto più antica. Cales è più antica di Roma.
La leggenda vuole che sia stata fondata da Calai, figlio della ninfa Orizia e di Borea, uno dei mitici eroi della spedizione degli Argonauti; secondo Virgilio, Cales accorse in difesa di Turno contro Enea.
Nel 2500 a.C., Cales era una delle principali città del popolo degli Ausoni, nel IX secolo a.C. arrivarono gli Etruschi e poi i Sanniti. Fu conquistata dai Romani nel 335 a.C. ad opera del console Marco Valerio Corvo. Secondo quanto narra Tito Livio, la conquista di Cales avvenne nel mese di dicembre durante le feste saturnali, complice un certo Marco Fabio, che fuggito dalle prigioni calene, avvertì il console dello stato di ubriachezza dei soldati. Nel V secolo d.C. divenne sede vescovile e assoggettata al Ducato longobardo di Benevento, nell’863 fu castaldato della contea di Capua.
Nell’872 fu distrutta dai Saraceni, e in età angioino-aragonese iniziò la costruzione del castello, nell’area del preesistente castrum longobardo.
Resti archeologici da visitare
- L’area intorno al sito dell’antica Cales, situata tra il Rio Pezzasecca e il Rio Lanzi, è tanto ricca di reperti storici da dover essere dichiarata, nell’immediato futuro, “Parco archeologico della città antica”.
- Cattedrale romanica di San Casto. Sorge sui resti di un tempio, da alcuni identificato con quello di Giano.
- Anfiteatro. Risalente al I sec. a.C.. Come l’anfiteatro di Pompei, è ricavato in parte per scavo ed in parte per accumulo di terreno riportato, ed è di forma ellittica con gli assi che misuravano m. 110 x 72 all’estremità dei quali si aprivano quattro porte monumentali. I sedili erano in tufo e furono sagomati direttamente nel banco tufaceo esistente.
Terme centrali e settentrionali, risalenti al I e al II secolo d. C.
Tempio con colonnato esterno d’ordine corinzio. Risalente al I sec. d.C.
Teatro d’età repubblicana.
Della costruzione originaria resta parte dell’analemma meridionale. La restante struttura fu rifatta in età sillana. - Ponte delle Monache. Tagliato nel tufo grigio e risalente ad età molto antica (IV sec. a.C.). Esso trova confronti soltanto con il Ponte Sodo di Veio. Il ponte, secondo Johannowsky, trova analogie solo nel ponte Sodo e Veii risalente al 396 a.C..
- La Cattedrale di Cales. – Costruita nel IX secolo sulle strutture di un tempio pagano, forse dedicato a Giano, in sostituzione della preesistente Chiesa paleocristiana di San Casto Vecchio.
- Il castello. Fu costruito in età angioino-aragonese nell’area del preesistente castrum longobardo, con la sua funzione di vigilare l’accesso in Campania della Via Latina. Oggi il Castello è in restauro, ed ospiterà il costituendo Museo dell’Antica Cales.
San Casto Vecchio. Costruita nei primi anni del Cristianesimo sulle strutture di un edificio preesistente, ospitò dal 307 d.C. le spoglie del primo vescovo caleno, San Casto. Dell’antica chiesa rimangono solo alcuni ruderi. Negli anni sessanta sono stati riportati alla luce un’area funeraria romana e quattro sarcofagi, uno dei quali potrebbe aver ospitato il corpo di San Casto. - La Grotta dei Santi e la Grotta delle Fornelle. Si possono ammirare, in delle grotte tufacee, affreschi d’ispirazione bizantina con forti umori locali, i più vecchi (oggi rubati) risalenti al X° secolo.
Come arrivare a Cales:
- Cales si trova nel territorio di Calvi Risorta, in provincia di Caserta, in Campania; si può raggiungere uscendo all’uscita di Caianello della A1 (Roma – Napoli) e proseguendo verso Capua, oppure uscire all’Uscita di Capua della A1 e poi proseguire verso Nord per Cassino.