Questo itinerario ci porta nell’Alto Casertano, in provincia di Caserta (Campania) alla scoperta di antiche città perdute, costruite dal popolo Sannita e successivamente poste sotto il controllo di Roma.
Questo itinerario si può integrare con quello forse più conosciuto denominato “Sulla rotta dei Fenici“, itinerario del Consiglio d’Europa, che consente una maggiore conoscenza della storia e delle vicende che videro Annibale i Sanniti e i Romani come protagonisti, in lotta per il controllo dell’Antica Trebula Balliensis.
Cenni Storici
- I Sanniti giunsero in queste terre, Alto Casertano (Caserta), provenendo dalla Sabina, intorno a l’VIII e il VII secolo a.C, e assimilarono usi e costumi dei popolo degli Opici (o Oschi).
Vissero in queste terre per secoli coltivando i campi e praticando la pastorizia, la caccia ma anche costruendo fortezze e veri e propri abitati fortificati (Callifae, Allifae, Austicola,…ecc.), anche di grandi dimensioni, di cui oggi sono visibili soltanto dei resti archeologici.
L’ascesa di Roma segnò la fine del popolo sannita. Infatti, dopo aspre lotte durate alcuni secoli tutto il territorio del popolo sannita finì sotto il dominio dei Romani.
A tal proposito Tito Livio, nel IV secolo a.C. scriveva:
“… tria oppida in potestatem venerunt,
Allifae, Callifae, Rufrium, aliusque ager primo aduentu consulum
longe lateque est peruastatus …”
Le Tappe dell’itinerario:
- Allifae. La città Allifae, anticamente chiamata Allibo (olio) per la presenza di numerosi uliveti nei suoi territori, è di origine osco-sannita secondo Plinio il Vecchio, e fu fondata prima del 380-350 a.C. Probabilmente aveva una moneta propria, come sembrano dimostrare due esemplari ritrovati e conservati nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Distrutta e conquistata dai Romani nel 326 a.C, fu nominata municipio “sine suffragium”, cioè senza diritto di voto, con il nome di Allifae. Riconquistata successivamente nel 310, divenne cittadina romana a tutti gli effetti nel 307 a.C. Resti archeologici da visitare:
- Resti di epoca sannita: Dell’antica città sannitica rimangono soltanto alcune tombe portate alla luce nella necropoli in località Conca d’Oro;
- Resti di epoca romana: Sono visibili le monumentali mura difensive racchiudenti l’antica cittadina. Tali mura, in parte, risalenti all’epoca sillana e restaurate in età angioina, racchiudono un impianto urbanistico rettangolare di area 540m x 405m e sono rafforzate, alternativamente, da torri circolari e quadrangolari. Inoltre ai quattro vertici del rettangolo sono poste torri esagonali.
- Resti del Criptoportico, costruito in opera incerta con pianta su tre bracci rettangolari collegati. Un teatro risalente all’età sillana e successivamente restaurato nel corso del I secolo d.C. Un edificio termale ritrovato sotto la cripta della Cattedrale dell’Assunta. Sono visibili, sul pavimento, le tipiche “suspensurae”.
- Le tabernae del Foro.
- L’area occupata dall’anfiteatro, individuato grazie a riprese aeree, e ancora del tutto da scavare.
Il mausoleo sepolcrale romano, risalente al I secolo a. C. attribuito alla famiglia degli Acili Glabrioni, trasformato nel corso del Duecento in chiesa di S. Giovanni Gerosolimitano e poi in chiesa ai Caduti (1924), altri mausolei sono stati ritrovati in località Torrioni, Cambisi e Cerasa. - Numerose ville rustiche e residenziali disseminate nel territorio, fornite di cisterne, nonchè acquedotti, impianti termali, fornaci ed aree di necropoli.
- Il “Parco delle Pietre”, dove sono sistemati sarcofagi e cippi funerari.
- La chiesetta della Madonna delle Grazie, costruita su un mausoleo funerario a base circolare.
- Il Museo dell’antica Allifae.
- Rufrae.L’antica Rufrae, molto probabilmente, sorgeva sul luogo dell’odierno castello di Presenzano (Caserta) già dal VI secolo a.C. L’antico centro abitato, creato dai Sanniti, fu conquistato dai Romani nel 326 a.C. Con l’avvento dei Romani l’abitato si spostò verso la pianura lungo la Via Latina, ritornando nella posizione originaria solo per difendersi dall’invasione dei Saraceni.
- Rufrae, citata da Virgilio e Silio Italico, era nota nell’antichità soprattutto per la produzione di frantoi in lava di Roccamonfina.
Oggi, in località San Felice, dell’antica città romana restano una necropoli della prima metà del V secolo a.C., un santuario del IV, III secolo a.C. e un anfiteatro costruito in età augustea e restaurato già nel II e nel V secolo d.C.
Tratti dell’antica fortificazione sannita sono, invece, visibili lungo il muro di cinta del castello medievale. - Callifae. La città sannita di Callifae sorgeva probabilmente sul Monte Perrone (o Cavuto) di Roccavecchia (frazione di Pratella, Caserta), e si estendeva nel territorio compreso tra il Matese, il Volturno e il Lete. Fu conquistata dai Romani nel 326 a.C.
Dopo la Guerra Sociale (88 a.C.), Callifae fu distrutta e il territorio annesso a quello di Allifae.
Oggi, dell’antica città, sono ancora visibili mura ciclopiche lunghe alcuni chilometri, la base di un tempio del III sec. a.C. e i resti di un teatro scavato nella roccia.
In età normanna fu rioccupata, fortificata e prese il nome di Rocca di San Vito. - Austicola. Le notizie rigurardanti la città sannitica di Austicola sono dubbie. Secondo lo studioso A. La Regina la città era ubicata sulla collina del Montauro nel terrritorio di Vairano Patenora (Caserta).
Utilizzando il servizio satellitare di Google si possono vedere le mura megalitiche che circondavano l’antica città sannita.
Da vedere: mura megalitiche; la zona è ricca di reperti antichi, santuario di San Michele Arcangelo.
- Saticula. Saticula sorgeva, molto probabilmente, nei pressi dell’attuale Statigliano, frazione del comune di Roccaromana (Caserta), come sembrano confermare i resti di antiche costruzioni.
Le origini di questa città si perdono, tra storia e leggenda, nella notte dei tempi.
Virgilio cita i Saticulani, nell’Eneide (VII-723 sgg.) tra i popoli accorsi in aiuto di Turno per combattere contro Enea.
La città è nominata varie volte sia a proposito delle guerre sannitiche, sia a proposito della seconda guerra punica. Fu distrutta dai Romani. - Caiatia. Secondo leggende discordanti, Caiatia (l’odierna Caiazzo, Caserta), fu edificata da Calata, figlia di Tifata, innamoratissima di Volturno o, addirittura, dai discendenti di Noè.
Caiatia, abitata già in età preistorica, fu fondata dagli Osci tra il IX e l’ VIII secolo a. C, come confermano alcuni tratti delle mura pelasgiche.
Occupata dagli Etruschi nel 847 a.C. e successivamente dai Sanniti nel 431 a.C. divenne, tra il 312 e 306 a.C. Municipio di Roma con moneta e leggi proprie.
Caiatia, probabilmente, diede i natali al censore Aulo Attilio Caiatino che per ben due volte fu console e dittatore di Roma.
Subì gravi devastazioni ad opera di Vandali, Goti e Saraceni. Durante la dominazione longobarda appartenne prima al ducato di Benevento, poi alla contea di Capua. Il castello fu costruito, probabilmente, da Landone Matico nel IX secolo. In età normanna, numerosi nobili Caiatini presero parte alla crociata al comando del Conte Rainulfo, Signore della città. In età normanna, numerosi nobili Caiatini presero parte alla crociata al comando del Conte Rainulfo, Signore della città. Nel 1239 la Città ospitò l’imperatore Federico II e Pier della Vigna, che fondò in Caiazzo la Corte dei Conti. Successivamente vi soggiornarono Giovan Battista Marino e Torquato Tasso. - Trebula Balliensis. L’antica città di Trebula ( l’odierna Treglia, Caserta) fu fondata dai Sanniti intorno al IV secolo a.C. per controllare la strada che attraversava i Monti Trebulani e congiungeva la pianura della Casilina con i centri di Traguni ed Allifae; si ritiene la Pompei dei Sanniti. Dopo la battaglia di Canne fu sotto il dominio di Annibale, successivamente diventò municipio romano con il nome di Trebula Balliensis e fu distrutta dai Saraceni nel IX secolo. Trebula fu rinomata nell’antichità come stazione climatica e luogo d’ozio di patrizi ed illustri romani, tra cui si annoverano Cicerone e Tito Livio, nonché come terra di produzione del famoso vino Trebolanum. Oggi, dell’antica città sono visibili il circuito murario, costruito con blocchi di calcare levigati, e situato a situato a 467 metri s.l.m; i resti di un acquedotto e di un piccolo teatro. L’area di Trebula fu soggetta ad intensi scavi già nel secolo XVIII, quando sotto la direzione di Lord Hamilton, ambasciatore d’Inghilterra a Napoli e gran collezionista di antichità, vennero alla luce monete, bronzi, vasi, iscrizioni e marmi. Un itinerario interessante è “Sulla rotta dei Fenici” – 28 Aprile 2013 (dalle ore 8:30 ALLE 14:00) Treglia di Pontelatone. Si ripercorre la Seconda Giornata Annibalica in Campania e Molise, che consacra l’ingresso del Comune di Pontelatone e del Gruppo Archeologico Trebula Balliensis nella “Rotta dei Fenici”, Itinerario del Consiglio d’Europa, che consentirà una maggiore conoscenza della storia e delle vicende che videro Annibale i Sanniti e i Romani come protagonisti, in lotta per il controllo dell’Antica Trebula Balliensis.
- Cobulteria. La città sannita di Compulteria, o Cubulteria, o Kumpulteria è stata per anni una città fantasma ma ormai, a seguito di scavi, è definitivamente accertato che essa sorgeva nei pressi dell’attuale cimitero di Alvignano (Caserta), ove era situato l’Eremo con la Chiesa in cui riposa il corpo di S. Ferrante o di S. Ferdinando, Vescovo di Caiazzo e protettore di Alvignano e di Dragoni.
Cubulteria, risale probabilmente a prima del V secolo a.C. e si tratta di un antico e nobile centro sannita, sfidò Roma alleandosi con Annibale e subì poi la forza distruttrice di Quinto Fabio Massimo; dal III secolo a.C. coniava monete di bronzo e ossedeva ville rustiche, templi, un foro, una cinta muraria costruita dall’imperatore Adriano, ecc.
Fu teatro di scontro durante la II guerra sannitica (326 a.C.) e passò sotto la dominazione romana dal 215 a.C.
Da vedere: Resti di un Santurario italico - Cluvia. L’antica città sannitica di Cluvia sembra doversi identificare con l’odierna Castello Matese (Caserta).