Il lupino gigante di Vairano o lupinaccio

Il lupino gigante di Vairano o lupinaccio è un prodotto antico da far da far risalire agli egizi e alla Magna Grecia e poi ai romani. Viene coltivato in modo artigianale ed è da considerarsi un prodotto di nicchia, un tempo abbandonato a favore di altre colture, e oggi riportato in auge da piccole aziende agricole ma che producono prodotti di qualità.
Si produce tipicamente nei territori di Vairano Patenora (Caserta) e di alcuni paesi limitrofi  come Presenzano, Caianello e Marzano Appio; la sua denominazione, lupino gigante o lupinaccio, anche lupinone, è dovuta alle grandi dimensioni del lupino che raggiunge un diametro di oltre 1,6 cm.
Il lupinaccio predilige terreni acidi e non calcari, limosi, e condizioni climatiche temperate, fresche e non troppo calde; fiorisce tra maggio e giugno.
Il lupino di Vairano oggi è oggetto anche di alcune ricerche scientifiche per valutare e far conoscere i suoi poteri nutrizionali. E’ già ben noto che ha un elevato contenuto proteico, intorno al 30%, cosa che lo fa somigliare ai legumi e cereali e dunque rappresenta anche un’alternativa alle uova e alla carne.
Si digerisce facilmente e pare abbia anche proprietà terapeutiche per prevenire il diabete il cancro al colon e per ridurre il colesterolo; non contenendo glutine è d’ausilio anche per i celiaci.
Con la farina del lupino si producono biscotti, pasta e pane.
Il lupino di Vairano è un presidio Slowfood.

Da consumarsi:

  • Tipicamente vengono mangiati durante le feste patronali tra un passeggio e l’altro;
  • Come spuntino o antipasto con olive e semi di zucca;
  • Come aperitivo;
  • Con la pizza;
  • Come secondo: con mozzarella di bufala, pomodori secchi, olive e lupini giganti;
  • Recentemente lo chef Renato Martino, 1 Stella MichelinRistorante Vairo del Volturno,  presenta nel suo menù il dessert:
    “Sorbetto di lupini di Vairano con lupini canditi e biscotto al cioccolato” nel menù 2015/2016
    “Cremolata di lupini di Vairano su biscotto al cioccolato” nel menù 2016/2017

E’ importante: prima di essere consumati devono essere messi in acqua per tre giorni e poi salamoia.

Foto di Anna Zeppetella Del Sesto, Azienda Agricola

Pubblicato da borghicastelli

Giulio D. Broccoli