Palazzo Filangieri di San Potito Sannitico

Palazzo Filangieri di San Potito Sannitico
Palazzo Filangieri di San Potito Sannitico

Palazzo Filangieri di San Potito Sannitico

  • Il palazzo Filangieri de Candida Gonzaga, fu costruito sulla struttura di una villa romana di cui si conservano i cunicoli degli acquedotti, che fino a non molto tempo addietro alimentavano vasche e fontane del giardino.
    I proprietari e costruttori del palazzo, i Sannillo, ricchi possidenti e di notevole cultura, s’ispirarono al palazzo borbonico di Caserta nell’ampliare ed arredare la loro dimora.
    Per realizzare l’opera si servirono degli artigiani ed artisti, accorsi da tutta l’Europa a Caserta, chiamati dal Re per la costruzione della Reggia.
    Si può quindi ipotizzare una derivazione diretta dagli esempi vanvitelliani anche dalla struttura della scala che dal cortile conduce al piano nobile.
    In proporzione minore ricorda lo scalone della Reggia del Vanvitelli; del tipo “forbice a doppia rampa”, ha il ballatoio poggiante su due colonne doriche. I gradini sono reallizzati in pietra viva e le pareti sono decorate con uno zoccolo a finto marmo e da tre grandi affreschi raffiguranti un cane da caccia con selvaggina e, ad un livello superiore, a sinistra il pensatore e filosofo ateniese Socrate (V secolo a.C.) ed a destra lo stratega ateniese Aristide (IV-V secolo a.C.).
    Al piano terra altri ambienti pavimentati in pietra viva conservano le antiche destinazioni a scuderia, a stalla ed a magazzini per il grano e per l’olio.
    In uno dei grandi, suggestivi locali al piano terreno è allestito un museo delle Icone, dipinte sottovetro dalla proprietaria.
    Dal romantico cortile, intorno al quale si sviluppano le quattro ali del palazzo, pavimentato con mattoni a “spina di pesce” e ripartito in settori stellari da fasce di pietra viva, la scala conduce al primo piano. Qui distinguiamo la parte rustica del ‘700 e la parte nobile dell’800.
    La parte nobile è ricca di decorazioni ottocentesche. Le pareti delle varie sale sono coperte da parati di carta che riproducono nelle tinte e nei colori i disegni che ritroviamo nella Reggia di Caserta.
    I pavimenti, tutti in piastrelle di cotto, sono dipinti con disegni unici, geometrici ed a finto marmo. Anche le tele dei soffitti sono affrescati secondo disegni ottocenteschi. Travi a vista o rivestite di carta d’epoca si ritrovano invece nella parte settecentesca più antica, che conserva anche una tipica cucina rustica, dotata di grande cappa sopra il camino.
    Le porte e le innumerevoli finestre e balconi della parte nobile ottocentesca sono laccate dalla “Grove of London”, nel 1810.
    Tutti questi lavori, sia parati che porte, sono stati realizzati con grande gusto e maestria e sono in perfetto stato di conservazione; costituiscono una testimonianza dell’antico artigianato molto qualificato ed ormai scomparso.
    Dei bei letti a baldacchino con mobili d’epoca ed una ricca collezione d’oggetti degli Indios dell’Amazzonia e del “Mato Grosso” raccolti dall’attuale proprietario completano l’arredamento.
    Il complesso costituisce un notevole esempio di casa aristocratica pluristratificata, dotata dei servizi necessaria alla vita agraria, e con decorazioni alla moda in voga presso la corte casertana agli inizi del XIX secolo.

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In collaborazione con Sissy Filangieri

Pubblicato da borghicastelli

Giulio D. Broccoli