Ruderi del monastero Benedettino di Santa Maria in Cingla di Ailano.- Il Monastero benedettino di Santa Maria in Cingla, ubicato in località Cegna presso Ailano, fu fondato, probabilmente, prima del 747 per volontà del duca di Benevento Gisulfo II, ed era sottoposto a Monteccassino.
Fino alla venuta dei Normanni accoglieva solo fanciulle nobili longobarde e dopo due secoli dalla sua costruzione estendeva il suo dominio dalle basse valli del fiume Lete e della Sava fino a Sepicciano, senza contare ulteriori possedimenti e terre nelle contee di Venafro e Teano.
Il monastero fu distrutto dai saraceni nell’847 e nel 943 ed in seguito le monache si ritirarono a Capua, mantenendo a Cegna solo una “cella”, una piccola comunità.
Fu ricostruito agli inizi del XII secolo dall’abate Gerardo, sul modello della chiesa cassinese di San Martino, divenendo dipendenza di Montecassino, ed era ancora in piedi agli inizi del Settecento.
Usufruì di favori da parte di imperatori e principi con l’esenzione delle imposte sull’esteso patrimonio. Attualmente, si possono riconoscere i resti delle mura del recinto del monastero, i resti dell’abside (laterale destra e sinistra) della chiesa abbaziale, larga oltre 20 metri, nonché colonne e pietre di vario tipo.
Il paliotto romanico dell’altare fu trasferito nella chiesa di San Giovanni (Ailano), e rimontato nell’altare del Rosario.
Ritrovamenti:
Con scavi successivi, effettuati nel 1870 e nel 1903, furono ritrovati sepolcri ed ossa, tronchi di colonne, capitelli, cornici e una parte del pavimento a mosaico della chiesa; e rilevati i resti di affreschi sul muro laterale della navata centrale e nell’abside minore di destra.
Nel 1985 l’ultimo ritrovamento: un capitello con foglie stilizzate e appuntite, databile al IX o al X secolo.