Al lavoro, baci i tuoi colleghi? E con gli amici, come ti comporti?
Si parla della “bise”, ovvero di quello che in Italia si fa due volte, in Francia tre…ed in Belgio spesso ancora solo una, per cui ti ritrovi ad inchinarti verso l’altro lato (che è quello opposto rispetto “al nostro”: “bacio russo” -con slinguazzata o meno- sempre in agguato) quando l’altro è ormai rientrato a casa propria.
«Stretta di mano, baci sulla guancia o semplice cenno da lontano: come preferisci salutare i tuoi amici e/o colleghi?»
Premesso che il gesto dell’ombrello o altre espressioni più colorite non sono stati considerati, questa era la domanda principale di uno studio pubblicato qualche settimana fa.
Stranamente, qui in Belgio le abitudini sono molto diverse a seconda della Regione nella quale ci si trova: i risultati dei sondaggi mostrano una forte differenza tra il nord e il sud del Paese.
Vallonia: straziami, ma di baci saziami
In Vallonia la “bise” va per la maggiore tra il 90% degli intervistati, mentre nelle Fiandre si è più freddini: solo il 55% abbraccia e bacia.
Con gli amici, per salutarsi, i Valloni amano baciarsi. Sono concordi 9 su 10: almeno un bacio, lo si da’, perché più cordiale e familiare rispetto alla formale stretta di mano.
I più giovani, addirittura, stanno evolvendo verso i due baci, con sommo gaudio di noi Italiani (ricordiamoci il lato, però…paragoniamolo alla guida a destra britannica!)
L’algida impassibilità delle Fiandre
I Fiamminghi, invece, per l’ennesima volta risultano meno “tattili” e più rigidi: come già detto, solo il 55% si bacia. Il 28% preferisce la stretta di mano, se non addirittura, a seconda dei casi, un semplice cenno di cortesia da lontano.
«È che i valloni sono più caldi, DEVE essere così» sostiene un Fiammingo.
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Ammmore tra colleghi?
Se si parla di posto di lavoro, la situazione si complica.
Un po’ tutti si formalizzano, ma se il 63% dei Valloni ancora si bacia, per i Fiamminghi il bacio tra colleghi pare quasi offlimits: solo il 13% lo concede.
«I colleghi fiamminghi neanche si abbracciano, questo è sicuro, mentre tra i Valloni volano baci ovunque», ha detto una signora. «Ho lavorato in aziende dove c’erano sia Valloni sia Fiamminghi, e se con i primi “guai” a scordarsi di salutare qualcuno a baci, abbracci e salamelecchi –l’incidente diplomatico è in agguato- con gli altri si recupera tempo, in quanto la prassi è un “ciao” da lontano, ed è già una grazia…è una questione culturale e non rappresenta certo un problema!»
…e a Bruxelles?
Un attimo, però. E qui nella Capitale?
A dispetto di chi ci vuole bilingui e chiede la par condicio culturale tra le Comunità, a Bruxelles è il bacio la modalità più diffusa, almeno secondo il 75% degli intervistati, mentre per il 22% la stretta di mano basta (e avanza?).
«La gente di Bruxelles è divisa. Per quanto riguarda il saluto tra colleghi all’arrivo sul posto di lavoro, meno della metà degli intervistati (44%) afferma di distribuire baci amichevoli, mentre il 40% preferisce la stretta di mano, ed il 21% si limita ad indirizzare un educato [si spera] saluto verbale o un cenno».
Le percentuali non mi quadrano, ma è certo che i risultati sono indicatori del mix culturale tipico della città.
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Lo studio, tuttavia, non dice come in Belgio ci si saluti alla fine della giornata o alla partenza dal posto in cui ci si trova, che sia tra amici o tra colleghi.
Credo che nonostante questo dubbio amletico riusciremo a dormire comunque, con la speranza, però, che i Belgi capiscano -una volta per tutte- che il nostro “ciao”, pronunciato più o meno strascicando la “c”, non si usa solo alla partenza, al posto del più formale “au revoir” ma anche all’arrivo…suonando altrettanto bene di un “salut” o di un “coucou”.
Tot zien, e salutame a sor’ta!