A Bruxelles se non si sta attenti rubano anche le mutande

Nelle ultime settimane qui a Bruxelles ci deve essere una strana congiuntura astrale: siamo perseguitati da storie di mutande.

Ooooohllà, ora vi vedo svegli. I soliti maniaci.

Italiani e gruppi di Expats multi-provenienza ancora stanno discutendo litigando in vari forum e gruppi di Facebook sull’utilità di un evento come la No Pants Subway Ride (perché, ci doveva essere un’utlità? E fatevela, una risata…), attribuendo al suo creatore la causa della fame nel mondo, dell’incremento del tasso di disoccupazione, e della probabile totale assenza di pensione di anzianità nel nostro futuro di vegliardi (!!!).

credits: web

Intanto, un maldestro topo d’appartamento (specie alquanto diffusa da queste parti, grazie all’alto tasso di sicurezza fornito dalle porte blindate modello carta velina) si fa pescare con un bottino di tutto riguardo negli slip: no, non sto parlando di iperdotazioni-troppa-grazia-ricevuta….

L’ultima perla dal sapore velatamente pepato è però di qualche giorno fa, e ne ridono persino in Francia.

Jan Bucquoy – credits: web

Un passo indietro: a Bruxelles esiste un Musée du Slip, creato nel 2009 dall’artista e regista anarchico post-surrealista Jan Bucquoy: il museo, originariamente posizionato nei Marolles, è ora ospitato nel Dolle Mol, a due passi dalla Grand Place.

«La mia idea era quella di chiedere gli slip a personaggi famosi, un modo simbolico di chiedere di mettersi a nudo, e dimostrare che in mutande siamo tutti uguali. E se siamo tutti uguali in mutande, è il mondo che gira nel verso sbagliato. Il messaggio è: uguaglianza, fraternità, libertà». (Peace&Love insomma).

Jan Bucquoy – credits: web

Oltre ai suoi slip personali, nella collezione figurano quelli di ministri come Didier Reynders e Fadila Laanan, il perizoma dell’attrice porno francese Brigitte Lahaie, la biancheria intima dell’attore di “Grand Bleu” Jean-Marc Barr, quella del presentatore televisivo francese Guillaume Durand, le mutande del direttore del Théâtre parigino du Rond-Point Jean-Michel Ribes, quelle dell’artista e agitatore belga Noël Godine, Plastic Bertrand, Picha, Urbanus…e via dicendo. Oltre a questi “pezzi unici”, sono esposti anche originali collages creati dal curatore, e rappresentanti personalità varie (re, ministri, presidenti) con le mutande in testa, quasi da bravi goliardi neo-laureati.
Un luogo “culturale” curioso e piuttosto insolito, insomma, che da qualche mese ospita(va), tra altri, un campione della biancheria intima del sindaco di Bruxelles, Yvan Mayeur.

Poi l’amara sorpresa: uno sconosciuto dal dubbio gusto feticista ha rubato il “prezioso pezzo autografato” .

«Abbiamo notato il furto solo domenica sera – ha detto Jan Bucquoy –  Il pezzo era esposto al piano terra nel caffè Dolle Mol, dove è più facile rubare rispetto al settore al primo piano, e ce ne siamo accorti solo quando abbiamo visto lo spazio vuoto ».

Il curatore spera di ritrovare il “bottino”, e ironizza: «Se i ladri si fanno vivi restituendo il maltolto, prometto di offrire loro una birra » (ah, beh, ora sì che hai dato una motivazione a prova di bomba…qualcuno me lo diceva, del braccino corto fiammingo). Nel frattempo –di questi tempi meglio non essere troppo ottimisti- ha comunque provveduto a chiedere un altro paio di mutande al Sindaco. (E, ci auguriamo, un preventivo per delle telecamere di sorveglianza a qualche ditta specializzata).

Tutto questo perché in primavera la collezione di punta prevede gli slip di diciannove sindaci della Regione di Bruxelles –Capitale, e il pezzo forte non può certo mancare.


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Se siete dei novelli Sherlock Holmes (o se siete stati voi e volete rimediare), o semplici curiosi,  potete visitare il Museo degli Slip da mercoledì a domenica dalle 16:00 in poi.

Musée du Slip – Café « Le Dolle Mol »
rue des Eperonniers, 52 – 1000 Bruxelles
Tél : +32 477 413 442

Possiamo forse dare la colpa a lui?

Una risposta a “A Bruxelles se non si sta attenti rubano anche le mutande”

  1. Bellissimo articolo. Non vedo l’ora di vederlo. Sarò a Bruxelles per scrivere degli articoli dal 21 aprile al 23. Nella mia lista c’è anche questo bizzarro museo.

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