Caldo o freddo, sud o nord.

Questi giorni riflettevo sul fatto che i popoli da sempre sensibili ai cambi di temperature reagiscono in modo differente al caldo o al freddo a seconda che provengano da un posto caldo o freddo.

Mi spiego meglio.

E’ più facile trovare apertura e tolleranza nei confronti della diversità in coloro che abitano in posti freddi , piuttosto che il contrario.

Secondo una mia statistica del tutto personale quando parlo con i turisti che provengono da posti caldi  mi trovo a dover rispondere sempre più frequentemente a domande di questo genere:

“ma fa veramente così freddo in ottobre?”

“scusi ma quanti gradi troveremo in novembre?”

“ma in inverno a quanti gradi arrivate a Budapest?”

“com’è la vita in  inverno in Ungheria? da noi a Roma ci sono 25 gradi anche in dicembre..”

La mia reazione è abbastanza scontata e inevitabile: ma allora perché vi allontanate da casa? perché viaggiate? Cosa cercate in un viaggio? Cosa vi spinge a partire da casa vostra? Abbandonare le vostre abitudini per esplorare situazioni nuove?

Premetto che io tra il caldo e il freddo preferisco di gran lunga il caldo.

Detto questo un giorno ero a tavola con un gruppo di persone e si parlava dell’eventualità di fare un’esperienza lavorativa in paesi come l’Islanda, la Norvegia o appunto l’Ungheria e in modo del tutto scontato un’amica al tavolo faceva notare che non avrebbe mai lasciato Roma per un posto freddo, il marito inaspettatamente disse: “che stupidaggini, al freddo semplicemente ci si abitua”. Al momento fui un po’ sorpreso nel trovare così tanta apertura da una persona che abitava da decenni a Roma e quasi trovai la risposta gratuita. A distanza di tempo mi trovo a pensarla esattamente con l’amico di cui sopra, quelle frasi mi sono rimbombate nella testa per settimane.

Il freddo e il caldo sono solo situazioni ambientali marginali rispetto a tutto il contesto entro il quale un’esistenza si muove: i progetti di lavoro, le velleità artistiche, le amicizie, le possibilità di realizzazione  professionale e sociale, la salute, la sicurezza, la stabilità, la qualità della vita, cosa sono di fronte al problema ambientale del freddo e del caldo?

Questi giorni ci troviamo in un’isola greca, un posto notoriamente caldo dove il clima regala anche a settembre delle giornate estive e godibili come le migliori giornate italiane di luglio o di giugno. Di fronte ad un amico cinese che vive da anni in Canada una donna greca lodava la bontà del clima locale dicendo e ripetendo che anche in inverno qua non si raggiungono mai temperature sotto i dieci gradi. L’amico in modo del tutto inaspettato e naturale ha risposto: “queste isole sono fantastiche ma il loro punto debole è che qui non potrete mai avere il privilegio di uscire nelle fredde giornate invernali a fare attività come lo sci, il pattinaggio e le passeggiate sulla neve in montagna”.

Ho trovato nella mia esperienza di vita molta ottusità mentale in particolare da chi proviene da posti caldi, questa è la mia esperienza del tutto personale.

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