Mi trovo un po’ in difficoltà a scrivere male di noi italiani, soprattutto il giorno dopo la fine dei Giochi Olimpici di Londra. Il fatto è che per chi vive a Budapest tutto l’anno non è facile trovarsi in centro durante il mese di agosto circondato dagli italiani in vacanza. Complice il mio vizio di voler distribuire consigli a tutti conosciuti e sconosciuti ho avvicinato diverse persone questi giorni per cercare di dare una mano, quanto meno un aiuto a chi a Budapest (da come tiene la cartina in mano) pare non ci sia mai stato e da chi Budapest la conosce meglio di casa sua a Milano.
Un mio vecchio e caro amico diceva sempre “Tu vai a far del bene sulla faccia della terra”.
Iniziamo con la signora che stamattina mi chiedeva dove poter mangiare un buon gulasch, e io a spiegare che il gulasch ungherese non è lo spezzatino che noi in Italia usiamo chiamare gulasch ungherese. Quindi se andate in un ristorante alla ricerca di quel piatto rimarrete delusi quando vedrete arrivare una zuppa liquida calda, altrettanto buona a mio parere ma molto diversa nella sostanza da quello spezzatino di manzo che crediamo che sia. Niente da fare..la signora mi ha letteralmente riso in faccia: “ahahah ma come il gulasch ungherese non lo fanno in Ungheria? E dove lo fanno allora? ma non dica fesserie!”. Spieghiamo poi a quella gentile connazionale che allora cercasse a Roma gli gnocchi alla romana, o a Napoli gli spaghetti napoletana, gli spaghetti alla fiorentina a Firenze con gorgonzola e spinaci, il gorgonzola tipico formaggio toscano, tutti piatti famosi al mondo quanto la celeberrima pasta al sugo di Alfredo, che tutto il mondo cucina tranne che noi.
Poi da H&M nota marca di abbigliamento svedese due ragazze di Bologna sostenevano che i vestiti di H&M di Bologna sono molto ma molto più belli di quelli di Budapest. E io a spiegar loro che è un franchising e che i vestiti sono uguali. A dire il vero anche i prezzi sono uguali quindi a questo punto tanto vale andare a quello di Bologna. Beh ma uno va in vacanza ed è libero di visitare anche i negozi, giusto! Anzi meglio per l’economia ungherese e per i proprietari svedesi. beh morale della favola, hanno deciso per un vestito poi alla cassa hanno chiesto uno sconto perchè il vestito era difettoso, lo sconto non è stato dato e allora hanno buttato il vestito nelle mani della commessa dicendo che a Bologna gli avrebbero fatto subito lo sconto per un difetto simile. bene, altro buon motivo per andare all’H&M di Bologna.
Per finire una famiglia che non ho potuto evitare di ascoltare, erano al tavolo di fianco al mio a pranzo e non hanno fatto altro che lamentarsi tutto il pranzo di come il servizio dell’albergo fosse scadente rispetto al villaggio turistico in Kenya dell’anno scorso. Lì, in Kenya appunto, c’era il baby village, qui siamo in un 5 stelle e nemmeno una baby sitter. E’ inaccettabile. E poi è veramente scandaloso che non c’è nemmeno un quotidiano in lingua italiana. A parte che i bambini avevano circa 10 anni e potevano benissimo camminare e vistare le bellezze della città.
Cosa serve viaggiare se poi non si capisce che il bello del viaggio sta nell’esperienza del diverso, nel viaggio stesso. Non vorrete mica girare il mondo alla ricerca di ciò che già avete a casa vostra?
Per fortuna la maggior parte dei turisti italiani viaggia con il giusto spirito, la fregatura è che io non capendo ciò che dicono i francesi o i tedeschi posso solo prendermela con alcuni italiani in vacanza nel centro di Budapest.
Non me ne vogliate.
“Cosa serve viaggiare se poi non si capisce che il bello del viaggio sta nell’esperienza del diverso, nel viaggio stesso. Non vorrete mica girare il mondo alla ricerca di ciò che già avete a casa vostra?”
la differenza tra viaggiatori e turisti… bellissimo post!
Ciao guarda io sono arrivato a budapest domenica e quando sento parlare italiano giro alla larga. Io mi Sto trovando bene e non cerco il gulash 🙂
Ti do perfettamente ragione. Gli italiani all’estero sono pestilenziali. Chi si lamenta perché in hotel nessuno parla in italiano o perchè a colazione manca la Nutella. Ma state a casa!!! Dal canto mio cerco di non far capire che sono italiana, non voglio che si sentano in diritto di attaccar bottone con me…per non parlare del chiasso e della maleducazione che portano in giro…