Orban si, Orban no

E’ da capodanno circa che appena sento un amico esordisce con la frase: “Ho sentito che li a Budapest c’è casino..”.
Girando per le strade della città non vedo nulla di diverso dal solito. E allora per fare chiarezza diciamo che i quotidiani e i telegiornali internazionali, mai come in questo periodo storico: “organi di disinformazione” hanno mischiato un po’ le carte e confuso le idee a parecchie persone.
In Ungheria succede semplicemente che al governo c’è un primo ministro: Viktor Orbán, che  gode di una larghissima maggioranza e che ha fatto una serie di riforme, discutibili e opinabili.
Per non passare di parte mi limiterò ad elencare una lista delle misure adottate in modo che ognuno possa farsi un’idea della bontà o meno dei singoli provvedimenti:
1.    Ha ridotto gli stipendi dei dipendenti pubblici
2.    Ha ridotto di 9 punti percentuali la tassazione per le aziende
3.    Ha vietato i mutui in valuta straniera
4.    Ha diminuito il potere di interferenza della Banca Centrale Europea per quanto riguarda le decisione economiche interne al governo ungherese.
5.    Ha imposto alle banche di ripagare, con proprio capitale, parte dei debiti contratti in valuta estera, a partire dai famosi mutui in Franchi Svizzeri.
6.    Ha abbassato l’età pensionabile dei magistrati
7.    Ha imposto un tetto massimo del 20% alle notizie di cronaca nera nei telegiornali.
8.    Ha imposto ai giornalisti l’obbligo di rivelare le proprie fonti.
9.    Ha stabilito che la TV ungherese dovrà trasmettere una percentuale minima del 40% di musica ungherese sul totale di musica trasmessa.
10.    Ha modificato il nome dello Stato da Repubblica Ungherese in Ungheria
11.    Ha esteso il diritto di cittadinanza a tutti gli ungheresi nel mondo
12.    E’ stato reintrodotto nella Costituzione il riferimento alle radici cristiane del paese.

Questo è quanto ognuno poi tragga le proprie conclusioni.

3 Risposte a “Orban si, Orban no”

  1. resto dell’idea che l’ue ormai faccia gli interessi di alcuni stati ma mi sorge una domanda a cui può rispondere solo chi vive la situazione dall’interno: cosa pensano gli ungheresi di ciò?

    è un consenso “dovuto”, cioè mi spiego meglio: hanno capito che questi provvedimenti possono aiutarli a livello economico;
    è un consenso CONVINTO, cioè a parte la particolare situazione che magari ha facilitato l’approvazione di tali cambiamenti è una presa di posizione reale si tutto il popolo ungherese…
    grazie per la risposta… vi seguo sempre

    1. Qui non esistono dittature o simil-forme, quelle per fortuna sono finite nel 1989.
      E’ un consenso convinto per una maggioranza di persone che sostiene l’attuale governo.
      Tra la minoranza ci sono persone meno convinte e altre ancora di segno diametralmente opposto al governo scendono in piazza a protestare.
      Ciò che trovo stonato è che il polverone sollevato da un’esigua minoranza (che ben inteso ha pieno diritto ad essere convinta delle proprie opinioni e a scendere in piazza a manifestarle) favorisca ad una certa stampa di “regime” (pro Stai Uniti-BCE o semplicemente anti-liberale) l’opportunità di deformare l’attualità a proprio uso e consumo. Detto questo io ho scritto un articolo elencando sommariamente alcuni dei principali provvedimenti adottati dal governo in carica, in modo che ognuno seguendo una propria logica potrà farsi un’idea della bontà o meno di ogni singolo provvedimento.

  2. d’accordissimo con te. nonostante sia un convinto sostenitore di un europa libera e unita, mi dissocio dalle politiche che si stanno tenendo in questi ultimi periodi; in cui stati di serie A decidono anche le sorti di stati di serie B (poi perchè sono di serie B???).
    Un’altra precisazione: la parola ‘DOVUTO’ era intesa nel senso che questa fosse l’unica chance per salvarsi. un po come in Italia, imposto un governo tecnico (scelto dai potenti) le proteste sono limitate, non perchè si condividano a pieno questi salassi continui, ma perchè la DIS-INFORMAZIONE PUBBLICA ci dice: o si fa così o adios! allora la gente anche se a malincuore cerca fino al possibile di scegliere la cinghia.

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