Viktor Orbán: Le prossime sei settimane saranno decisive per uscire dalla pandemia.
Cosí ha parlato oggi Orbán Viktor al consueto programma radiofonico del venerdí “Buongiorno Ungheria” su radio Kossuth.
“Se riusciremo a raddoppiare il numero di persone vaccinate, potremmo essere fuori dall’emergenza sanitaria entro la fine di maggio o l’inizio di giugno”. Ha aggiunto il primo ministro.
La vaccinazione è la sola soluzione. Non esiste altro modo per combattere la pandemia.
La riapertura delle scuole
La consultazione nazionale ha evidenziato quanto importante sia per il popolo ungherese la riapertura delle scuole.
In base ai dati disponibili, il 19 aprile gli studenti delle scuole elementari e materne potranno tornare negli istituti di istruzione pubblica. Gli altri, per il momento, proseguiranno la didattica da casa.
Viktor Orbán ha negato la presenza di centinaia di bambini in ospedale, spiegando che al momento sono solo 2 i bambini sottoposti a ventilazione.
I dati statistici confermano che le decisioni prese in termini di riapertura delle scuole sono corrette.
Tuttavia, il primo ministro dá la possibilitá ai genitori preoccupati per i loro bambini di richiedere e ottenere senza problemi dal preside della scuola l’autorizzazione a seguire le lezioni da casa.
Ulteriori aperture saranno decise in base al raggiungmento di successivi traguardi espressi in termini di popolazione vaccinata.
L’opposizione in Ungheria e i vaccini orientali
Il primo ministro ha criticato il comportamento dei partiti dell’opposizione in Ungheria.
Mentre nei paesi occidentali si discute su come uscire dalla crisi, in Ungheria i partiti di sinistra cercano solo di osteggiare il governo.
“Mi colpisce quello che vedo nella sinistra, ossia questa continua protesta nei confronti dei vaccini orientali e della campagna di vaccinazione.”
“Dobbiamo capire che le aziende farmaceutiche sono in competizione tra loro. Ci sono molte critiche, verso i vaccini dei competitori.
In Ungheria abbiamo un dipartimento dedicato, in grado di controllare l’efficacia dei vaccini. Questo è un grande vantaggio per la gestione delle epidemie.
Oltre il 30% della popolazione é stato vaccinato
Il Primo Ministro ha spiegato che proprio grazie anche alla presenza dei vaccini di Russia e Cina, l’Ungheria é riuscita a vaccinare oltre il 30% della popolazione. É la piú alta % di popolazione in Europa, dopo Malta“.
3.145.592 di persone in Ungheria hanno giá ricevuto la prima dose e oltre 1.300.000 di persone la seconda.
“Gira poi la falsa idea che una volta raggiunto il sessanta-settanta per cento della società, non ci sará bisogno di ulteriori vaccinazioni.
Questo è un malinteso. Non é possibile uscire da questa pandemia senza vaccinazione!
Il Primo Ministro ha richiamato l’attenzione affinché tutti si registrino al programma di vaccinazione nazionale.
I medici di base
Il primo ministro ha spiegato poi che il popolo ha grande fiducia nei medici ed é per questo motivo che il programma di vaccinazione in Ungheria é stato costruito anche con il prezioso aiuto dei medici di base.
Orbán Viktor ha spiegato che si tratta di un compito gravoso e di grande responsabilitá per loro.
Sicuramente la loro conoscenza sul campo, la competenza, e la grandezza morale stanno facendo la differenza.
“Se avete qualche incertezza, o se non capite qualcosa, sentitevi liberi di consultare il vostro medico di famiglia“, ha sottolineato il presidente del Consiglio.
Ha aggiunto che la vaccinazione è volontaria, tuttavia é importante che le persone si uniscano e aderiscano numerose alla campagna di vaccinazione in atto.
La ripresa dell’economia
Per quanto riguarda la ripresa dell’economia, stiamo lavorando ad un piano concreto che creerá più posti di lavoro di quelli persi a causa dell’epidemia.
“Abbiamo avuto diverse consultazioni con i rappresentanti dei settori in difficoltà”, ha detto Viktor Orbán.
L’apertura delle terrazze sará il primo passo.
“Indipendentemente dalle riaperture, Viktor Orbán ha annunciato che i ristoratori continueranno a ricevere sussidi salariali nei prossimi mesi”.
Viktor Orbán: Le prossime sei settimane saranno decisive. Se continuiamo con questo ritmo, sappiamo che in Europa saremo tra i primi ad uscire dalla crisi.
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