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Sono tornato in Italia il mese scorso, dopo aver trascorso sei mesi a Tenerife con mia moglie. Entrambi siamo pensionati e abbiamo deciso di svernare in questo incantevole angolo di paradiso. In novembre, salvo imprevisti, torneremo per un altro soggiorno di cinque o sei mesi, mettendo a frutto l’esperienza maturata, in modo da gestire il prossimo soggiorno in maniera più consona al nostro stile di vita.
Durante questi mesi, abbiamo esplorato l’isola in lungo e in largo e, senza la pretesa di sentirci esperti, vorrei condividere alcune riflessioni che potrebbero risultare utili a chi desidera trarre beneficio dalle nostre esperienze.
Il sud di Tenerife
Abbiamo trascorso i primi tre mesi nella zona turistica a sud, tanto amata dagli italiani. Si sente parlare italiano ovunque, e questo per noi non era un problema, anzi, ci sentivamo più a casa e con piacere abbiamo mangiato in vari locali italiani. La scelta di soggiornare a Los Cristianos, non essendo mai stati prima a Tenerife, è frutto dei consigli di alcuni amici, che ci avevano presentato quella zona come la migliore.
Dopo tre mesi, anziché tornare a casa come preventivato, abbiamo deciso di affittare un appartamento per altri tre mesi, scegliendo però una casa rurale a due passi da Buenavista del Norte.
La scoperta del Nord della isola
Dopo aver conosciuto la parte settentrionale dell’isola, ci siamo pentiti di aver preso la casa a Los Cristianos, anche se per ovvi motivi abbiamo onorato il contratto di prenotazione. Forse perché siamo anziani e non abbiamo voglia di avere sempre molta confusione intorno, ma non capiamo come mai gli italiani vadano matti per il sud, sottovalutando o addirittura sminuendo il nord.
Questo porta chi non conosce la zona tra Buenavista del Norte e Icod de Los Vinos a escluderla, concentrando tutta l’attenzione verso la zona turistica di Los Cristianos, che alcuni hanno soprannominato Los Italianos, Las Americas e i loro dintorni. Anche Santa Cruz e Puerto de la Cruz, pur non essendo al sud, sono zone densamente popolate e confusionarie. Condividiamo queste impressioni sperando che possano essere utili a chi non conosce Tenerife per farsi un’idea più completa, guardando oltre la zona turistica, che comunque è ideale per chi cerca vita, movida e confusione.
Spese e costo della vita a sud
Per soggiornare tre mesi in un piccolo appartamentino a Los Cristianos abbiamo pagato una cifra più che doppia rispetto a Buenavista, e come se non bastasse dopo un paio di settimane per disperazione abbiamo dovuto spendere per abbonarci a un parcheggio sotterraneo a pagamento per evitare di dovere impazzire ogni volta che si prendeva la macchina. Trovare un posto per parcheggiare era sempre una missione, fonte di stress al punto che alcune volte evitavamo di usare la macchina noleggiata apposta per quello.
L’appartamento a Los Cristianos
L’appartamento era in un grande residence con piscina comune, sicuramente apprezzabile e di cui abbiamo approfittato alcune volte. Tuttavia, era scomodo per via della confusione e dei rumori, anche di notte. Le pareti sottilissime degli appartamenti facevano percepire ogni rumore, persino chi parlava nel cuore della notte a voce non troppo alta. Sembravano pareti di cartongesso, una qualità di costruzione indecente considerando il costo di quegli appartamenti per le vacanze e le valutazioni di chi volesse comprarli.
Descrizione dell’appartamento
Oltre alla camera da letto con finestra alta che dava all’interno del residence, l’appartamento comprendeva un piccolo bagno e una sala con cucina in stile americano, un divano, una TV e nemmeno lo spazio per un tavolino decente. Si mangiava sul mensolone della cucina con gli sgabelli, scomodissimi.
Una sistemazione che forse può andare bene per una coppia di giovani che trascorrono una settimana di vacanza e passano le giornate fuori, ma viverci anche per soli tre mesi era scomodo, e abbiamo speso quasi 6500 euro. Eppure, abbiamo conosciuto persone, anche italiane, che ci vivono tutto l’anno.
Esperienze gastronomiche nel sud
Nei tre mesi di Los Cristianos abbiamo mangiato fuori tra pranzi e cene almeno trenta, quaranta volte, oltre a innumerevoli pause bar. Abbiamo mangiato bene la metà delle volte, mentre l’altra metà non siamo usciti proprio soddisfatti. Abbiamo scoperto piacevolmente ristoranti e pizzerie italiane davvero buoni, ma anche ristoranti turistici con prezzi abbastanza alti e qualità spesso non delle migliori.
Siamo capitati in alcuni locali gestiti da asiatici, e non mi riferisco a ristoranti di cucina asiatica, ma cibo canario, anche italiano o internazionale in locali gestiti da asiatici, e in questi non siamo rimasti soddisfatti. Sono sembrati i classici locali per il turista che non torna.
Scoprire Buenavista del Norte
A Buenavista abbiamo conosciuto la vera Tenerife. L’alloggio era una casa rurale con ampia metratura, dotata di un giardino e di spazio per mangiare all’aperto e per parcheggiare. Abbiamo esplorato luoghi tranquilli, semi incontaminati, con un turismo non massivo, sicuramente più rispettoso dell’ambiente e meno invasivo.
Cucina Canaria autentica
Abbiamo gustato piatti tipici della cucina canaria in ristoranti dove un pasto costa pochi euro ed è delizioso. Abbiamo scoperto i guachinche del nord di Tenerife, dove si serve carne proveniente da animali allevati localmente, verdure coltivate in loco e banane biologiche prodotte nelle ampie platanere. I vini canari, poi, non hanno nulla da invidiare a quelli italiani.
Stile di vita tranquillo, relax e ospitalità
Abbiamo incontrato tante persone cortesi e sperimentato uno stile di vita più rilassato, con un’attenzione particolare ai clienti, che non sono considerati solo turisti di passaggio. Qui, non ci si sente come carne da cannone destinata a liberare il posto per altri turisti.
Riflessioni personali
La vera Tenerife, a mio modesto parere, è rappresentata da luoghi come Buenavista, Los Silos, El Tanque, Icod fino a Garachico, Tierra del Trigo e il comprensorio limitrofo, fino alla parte più rurale di Los Realejos e, magari, anche Santa Úrsula. Questi sono posti che credo pochi italiani conoscano, esplorino e apprezzino. E forse è un bene, perché se il turismo di massa arrivasse anche qui, credo che questi luoghi perderebbero la loro essenza. Tuttavia, ho notato che i tedeschi apprezzano questi posti molto più degli altri europei.
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