Anna, laureata italiana in Germania: “Se non fossi partita, sarei finita in psicoterapia”
Questo blog è dedicato a Tenerife e alle Canarie, ma quando si tratta di raccontare le storie di connazionali che si sono trasferiti all’estero, non ci tiriamo mai indietro. Ci piace descrivere spaccati di vita vissuta, esperienze reali narrate dai protagonisti, dalle quali si può imparare molto. Punti di vista autentici, raccontati senza secondi fini, con il solo desiderio di condividere la propria esperienza affinché altri possano trarne spunto e, in alcuni casi, ispirazione.
Torniamo a parlare di Germania, una delle nazioni più grandi ed importanti d’Europa, che ospita numerosi expat italiani. In precedenza, avevamo raccontato la storia di connazionali che da Tenerife sono andati a vivere in Germania, e quella di chi dalla Germania, al contrario, si è trasferito a Tenerife.
Oggi vi raccontiamo la storia di Anna, una giovane laureata calabrese partita dalla provincia di Catanzaro per cercare fortuna a Monaco di Baviera. Nonostante avesse trovato un ottimo impiego, dopo tre anni e mezzo ha scelto di fare ritorno nella sua terra d’origine, “perché l’alternativa sarebbe stata assumere psicofarmaci“, ha riferito.
La mia Calabria è bellissima, anche se è purtroppo sottovalutata dalla maggior parte degli italiani. Dal verde dell’Aspromonte alle belle spiagge di Tropea e Diamante, la Calabria è una terra incantevole, con una gastronomia che non è inferiore a nessun’altra regione. Purtroppo, non è valorizzata e, inoltre, c’è un grosso problema: il lavoro, poco e mal pagato. Chi, come me, ha conseguito una Laurea (Laurea Magistrale in Ingegneria Elettronica alla Sapienza di Roma, ndr) affrontando grandi sacrifici personali ed economici, si ritrova privo di sbocchi e opportunità. Se non hai la “fortuna” di vincere qualche concorso, ti ritrovi a lavorare senza guardare l’orologio per 800 euro al mese.
La decisione di espatriare
Determinata a lavorare nel mio ambito di studio, dopo essermi proposta a qualche dozzina di aziende tra Veneto, Piemonte e Lombardia, mi ero messa alla ricerca anche in Svizzera, Austria, Germania, Belgio e Olanda. Se in Italia non avevo avuto fortuna, all’estero il mio profilo professionale aveva suscitato interesse, e avevo ricevuto diverse proposte. Quella più interessante era arrivata dalla Germania, dove ero stata assunta da una multinazionale molto famosa a livello internazionale, nonostante non parlassi una parola di tedesco. (Ma con un inglese perfetto, ndr)
Non avevo perso tempo, e mi ero trasferita a Monaco di Baviera. Con in mano il contratto di questa famosa azienda, non avevo durato fatica a trovare un alloggio. Un modesto monolocale nella periferia di Monaco, a due passi dal luogo di lavoro. Il canone di affitto era di 1.100€ al mese, il 30% del quale coperto da un benefit aziendale. Lo stipendio inizialmente si aggirava sui 2.600€ netti, cresciuto a 3.000€ dopo appena un anno.
Il nuovo inizio a Monaco di Baviera
I primi mesi di vita in Germania mi ero dedicata al lavoro e a imparare la lingua, grazie a un corso intensivo finanziato interamente dall’azienda, che mi concedeva di uscire un’ora prima dal lavoro, tre giorni alla settimana, per poterlo frequentare. Un periodo trascorso velocemente, mi sentivo piena di stimoli, e il fatto di non avere una vita sociale soddisfacente non mi pesava. Le uniche uscite in quel periodo erano per soddisfare qualche necessità o per fare la spesa, mentre la domenica mi concedevo di esplorare la città, di solito in solitaria, per qualche ora.
Socializzare e integrarsi è molto difficile
Dopo sei, sette mesi la mancanza di amicizie e di una vita sociale avevano iniziato a pesarmi, quindi avevo deciso di darmi da fare per crearmi un giro di amicizie. Un disastro completo. Mi ero iscritta in una palestra, convinta che avrebbe potuto aiutarmi, ma l’ambiente non era come quello delle palestre italiane. La maggioranza dei tedeschi andava in palestra per fare esercizio, magari con le cuffiette alle orecchie, non per socializzare.
I pochi che si avvicinavano sembravano essere interessati solo a una cosa, e quando capivano che non mi interessava, sparivano dal radar velocemente. Questo mi era capitato anche in altri contesti. Quando provavo ad avvicinare qualche ragazza per fare amicizie femminili, ricevevo risposte gentili ma lapidarie; nessuna sembrava interessata a fare amicizia con me, tanto che arrivai a pensare che forse sbagliavo qualcosa io.
Alla fine, le uniche persone con cui scambiavo due parole erano degli italiani che gestivano una pizzeria vicino al mio quartiere, e qualche altra immigrata come me. Ma non ero riuscita a stringere relazioni significative. Mi era capitato di uscire con alcuni ragazzi per conoscerli, ma non ero riuscita a creare legami. Le differenze culturali e il modo di essere delle persone erano molto distanti da quelli a cui ero abituata. Mi capitava di ritrovarmi con quella sensazione di non sapere cosa dire e cosa fare, hai presente? Con silenzi imbarazzanti e senza sapere cosa dire per romperli.
Il clima tedesco
A tutto questo andava aggiunto un clima rigido e insopportabile per chi era abituato a quello del sud Italia. Mi avevano detto che il clima bavarese fosse uno dei migliori della Germania, trovandosi a sud del paese, dunque non volevo nemmeno immaginare come fossero Sassonia e Renania, che sono le regioni del nord. Già a ottobre a Monaco iniziava il freddo, e le prime giornate decenti si vedevano a giugno. Un inverno interminabile con il sole, molto debole, che si affacciava di tanto in tanto. A dicembre, gennaio, febbraio ti chiedevi se ci fosse ancora, dietro le imponenti nubi.
Voglia di vacanze in Italia
Ad agosto e nel periodo natalizio avevo le ferie. Tornavo immediatamente a casa. Ogni volta, fare ritorno in Germania alla fine delle vacanze era sempre più pesante, fino ad arrivare ad avere il magone al pensiero che per otto mesi, da dicembre al successivo agosto, non sarei potuta tornare a quella che continuavo a considerare la mia casa.
Amici e conoscenti mi ripetevano, qualcuno con una punta di malcelata invidia, che avevo fatto la scelta giusta nel trasferirmi in Germania, che in Calabria/Italia non funzionava niente, e le classiche lamentele. Alcuni mi chiedevano informazioni o addirittura di aiutarli a trovare lavoro, mentre io mi sentivo male al pensiero di tornare a Monaco.
Probabilmente questo mi aveva spinto a sopportare più a lungo, a non tornare sui miei passi per almeno un altro anno. Poi l’anno scorso avevo conosciuto un ragazzo. Mi piaceva e gli piacevo in modo evidente, ma il fatto che avessi i giorni contati per tornare in Germania ci frenava entrambi. Una volta rientrata, trascorrevo molte ore a chattare con lui, e questo mi aveva dato la spinta per trovare il coraggio di dire: “Ma chi me lo fa fare? Ma vale davvero la pena?” e avevo deciso, seppure con paura di pentirmene, di rientrare in Italia.
Vivere all’estero è bello quando si tratta di una scelta libera, e non di una quasi costrizione dovuta alle mancanze della tua terra. Poi probabilmente è anche questione di carattere, ed evidentemente emigrare non fa per me. O almeno, non in Germania, magari potrei spostarmi nel centro Italia.
“La Germania non è un posto adatto agli italiani”
La Germania è una nazione ben organizzata, piuttosto ordinata, e il cittadino medio è molto civile. Lo stato sociale è certamente migliore di quello italiano e le aziende riconoscono ai propri impiegati dei benefit che in Italia al massimo vengono riconosciuti ai dirigenti. Ma a mio parere, non è un luogo per italiani. Questa ovviamente è una mia idea.
Ho avuto modo di confrontarmi con altri italiani che vivono in Germania, e ho riscontrato che queste sensazioni sono più comuni di quanto si pensa. In tanti non tornano perché non saprebbero cosa fare, sentono di non avere un futuro nella loro terra e si aggrappano agli aspetti positivi della vita in Germania. Ma di certo non è il paradiso che qualcuno descrive. Molti sostengono di essere felici perché a nessuno piace dire che si trova poco bene. Chi emigra preferisce sempre dare una immagine vincente e descrivere solo gli aspetti positivi delle situazioni.
Qualcuno mi consigliava di stringere i denti i primi 5 anni, che poi mi sarei abituata. Ma ripeto, vale la pena vivere stringendo i denti, lontana dalla famiglia, dagli amici, dalla propria terra? Conosco persone che non si sono abituate nemmeno dopo 20 anni. Come un napoletano che lavora in una stazione di servizio, e sarebbe felicissimo di poter tornare in Italia. Ma, arrivato vicino alla soglia dei 50 anni, non se la sente di lasciare le piccole certezze che ha conquistato, per ricominciare da capo in questa Italia. Per quanto mi riguarda, se non fossi tornata in Italia sarei finita in psicoterapia. Stavo sprofondando nell’abulia, nell’apatia, nella mancanza di voglia di vivere. Stavo diventando depressa.
C’è anche chi è soddisfatto
Ovviamente non mancano coloro che sono felici e soddisfatti della vita in Germania. Alcuni riescono ad adattarsi, non avvertono il peso del clima e delle differenze culturali e vivono sereni e felici. Ma nella maggior parte dei casi, frequentano solo altri italiani, o altri migranti, difficile che riescano ad integrarsi con la popolazione locale. Questo non per razzismo o pregiudizio, ma perché a mio avviso sono un popolo molto diverso rispetto a noi. Capita lo stesso anche in altri paesi europei. Ad integrarsi completamente ci riescono i bambini, chi arriva in Germania in tenera età e frequenta le scuole.
Internet e le fake news sulla Germania
Su internet è pieno di video e articoli che dipingono la Germania come un paradiso solo perché gli stipendi sono superiori a quelli italiani. Qualcuno si immagina che lavorare in Germania consenta di fare il nababbo, ma anche il costo della vita è maggiore. Per comprare un appartamento in quartieri periferici come Neuperlach o Trudering-Riem ci vogliono 7-8.000 euro al metro quadro, non so se rendo l’idea. Comprarlo in zone centrali come Glockenbachviertel o Schwabing, può arrivare a costare fino a 15-18.000 euro al metro quadro. Ma di che stiamo parlando?
Non dovete credere ai video artefatti, spesso realizzati da gente che vive in Italia e cerca solo visibilità, che affermano che la vita in Germania costa meno che in Italia, perché è un falso. Vi mostrano solo quello che gli fa comodo, evitando di mostrare molte altre cose che costano molto più che in Italia. Ci sono video dove fanno vedere che fanno la spesa e spendono meno che in Italia, ma comprano prodotti in offerta o quei pochi prodotti che costano meno, evitando di mostrare quelli più costosi. Sono video spazzatura che illudono i giovani, proiettando una realtà che non corrisponde alla vera situazione.
Seguici sulla pagina Facebook su Instagram per restare aggiornato!
Noleggia uno scooter e vivi Tenerife in libertà e senza traffico e problemi di parcheggio
Altri articoli sulla Germania:
Vi racconto perché ho deciso di lasciare la Germania per vivere alle Canarie
Lascia Tenerife per trasferirsi a lavorare in Germania, ma finisce male