Dopo anni di tristezza finalmente un Natale felice: GRAZIE TENERIFE!

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La storia di una famiglia italiana che per colpa della crisi era sprofondata nell’indigenza, e che a Tenerife ha ritrovato la propria serenità e tranquillità. Se sei un expat e vuoi raccontarci la tua storia contattaci tramite la pagina Facebook Diario di Tenerife oppure tramite il form sul blog. Puoi allegare eventuali foto. Specifica se intendi restare anonimo o se possiamo indicare il tuo nome. Potete scrivere un racconto libero, prendere spunto da queste domande, o entrambi.

Dopo anni di tristezza finalmente un Natale felice: GRAZIE TENERIFE!

Io e mia moglie siamo una delle tante coppie che con la crisi ha perduto lavoro e reddito e con questi anche serenità, tranquillità, benessere. Chi dice che la crisi fa morire prima ha ragione perché io ho passato mesi che non dormivo e avevo tachicardie improvvise e credo anche una forma depressiva lieve. Si proviene dal Lazio e siamo ormai quasi sulla soglia dei 50. Abbiamo 2 figli. Si è sempre lavorato entrambi anche quando i figli erano piccoli, e posso dire che si stava bene e non è mancato mai nulla fino a che non si è perduto il lavoro prima mia moglie poi io, che a quasi cinquantanni mi sono ritrovato fuori con 700 euro di mobilità. Mia moglie ha perduto il lavoro nel 2010 e da li non è riuscita a trovare nulla se non lavoretti. Il bilancio della famiglia ne ha risentito subito ma si andava avanti. Poi nel 2011 la botta, nel giro di pochi mesi l’azienda ha iniziato a parlare di crisi e ha mandato tutti in mobilità. Ci hanno dato una buona uscita di 10.000 euro e messo in mobilità a poco più di 700 euro al mese, unico reddito familiare e un prestito fatto anni prima da finire di pagare. Si iniziò a risparmiare veramente su tutto e non si campava con i 700 euro, si intaccava sempre i miei risparmi che erano il gruzzolo della buonauscita e 15 anni di liquidazione. Sin da subito entrai in uno stato mentale ansioso e depressivo, vivevo nel terrore di non trovare niente e già mi immaginavo a fine mobilità e quando i risparmi erano esauriti ritrovarmi alla fame, o a dover mendicare genitori e suoceri che hanno pensioni ma niente di che anche loro. Una paura che ti accompagna quando ti svegli, quando vai fuori, quando vedi un film e quando vai a dormire. Solo chi ha moglie 2 figli e si ritrova così può capire credo. Iniziai a cercare lavoro da subito non volevo adagiarmi sugli allori della mobilità ma era veramente impossibile poi alla mia età non parliamone neppure. Nella nostra casa abbiamo la caldaia a gasolio come usava anni 80, e scaldarsi con termosifoni era diventato proibitivo, si tenevano spenti perché mettere 200 euro di gasolio nemmeno ti scaldi 1 mese di inverno, si aveva delle stufette ma anche la luce costa molto e per evitare che arrivasse una bolletta mega si evitava. Ai figli non volevo farli stare al freddo e gli avevamo detto di accendere la stufetta in camera ma anche loro non sono piccoli e sapendo la situazione stavano al freddo come noi e ci dicevano che l’avrebbero accesa dopo per non farci restare male. Quando mi sono accorto che anche loro stavano al freddo ho pianto, sono stato male e vi giuro non vedevamo prospettiva. Anche mia moglie si era molto abbacchiata con questa situazione pur cercando di non farmela pesare, vedeva quanto fossi atterrito. Una situazione questa che sicuramente riguarda milioni di italiani, anche peggio probabilmente, molto peggio. Ma solo chi ci passa lo può capire, come ci si sente, come si vive, anche se uno fuori cerca di tenere il sorriso comunque.

Raccontata così non credo che si trasmetta ciò che ho vissuto per alcuni anni, che non sapevo dove battere la testa, cosa inventarmi per campare, e arrivai a mettere la casa in vendita per vedere se trovavo un acquirente senza svalutarla troppo, la casa unica cosa che avevamo, e anche li in 1 anno e mezzo arrivarono offerte molto svalutate rispetto alla valutazione di mercato già svalutatissima rispetto a qualche anno addietro.

Poi la svolta, a fagiolo quando mancava 2 mesi alla fine della mobilità. una amica di mia moglie si era trasferita a Tenerife e le aveva proposto di andare a Tenerife a lavorare in un ristorante italiano. Si è preso la palla al balzo e mia moglie è partita dopo 10 giorni da sola, prima ospite e poi dopo poco ha preso una stanza. L’idea di trasferirsi a Tenerife piaceva anche ai nostri figli e dunque ci siamo organizzati e dopo 6 mesi si è fatto il grande passo tutti. Ho messo in affitto la casa e con quei soldi ci paghiamo l’affitto a Tenerife 400 euro al mese. Anche qui trovare lavoro non è stato facile ma ho imparato la lingua ma dopo un anno di lavoretti vari ho trovato lavoro come giardiniere e tuttofare in un residence. Un mio figlio vuole fare l’università qua e dopo tanto tribolare questo è il primo Natale che facciamo dopo anni con un lavoro entrambi. Il primo Natale a Tenerife lavorava solo mia moglie ma quest’anno si lavora entrambi, si potrà tornare a scambiare i doni con serenità, e questo Natale per noi sarà speciale perché vengono alcuni nostri parenti dall’Italia. Ci sentiremo meno soli. Scusa se ho scritto troppo puoi tagliare qualcosa se volete ma di cose da dire ne avrei una montagna, mi è pure venuto da piangere scrivendo. 

Cosa mi manca dell’Italia? Niente a parte i parenti e alcuni amici di certo non mi mancano i politici mascalzoni che continuano a ingrassare mentre la gente è sempre più disperata, c’è più povertà di quanto si creda. Quando ho sentito le parole del ministro (Poletti, ndr) dire che non sente la mancanza degli italiani espatriati e che è bene che ce ne siamo andati via ho provato molta rabbia. Ho lavorato una vita per poi dovermi trasferire in un altro posto perché hanno mangiato una nazione intera. Hanno fatto scappare tutte le aziende che in Italia sono oppresse dalle tasse e vanno nell’est Europa o in Asia dove pagano poco e spendono poco di tasse. 

In italia ci tornerò per trovare i parenti, abbiamo ancora la casa ma non credo che tornerò per vivere, e se trovo da vendere la casa a un prezzo accettabile la vendo e la compro qui, o forse investo in una attività, ci stiamo pensando. A Tenerife ci stiamo bene siamo tornati alla nostra normalità ma non me ne sono andato a cuor leggero perché vivere lontano da genitori anziani che non sai mai fino a quando ci sono, fratelli parenti e amici non è una cosa che mi piace. Non è una scelta andarsene ma era quasi una costrizione visto che non si trovava nulla. Mia moglie è fissa e io per ora ho contratti annuali ma ho prospettive di lavoro almeno per ora, a Dio piacendo.

Lettera Firmata – per Diario di Tenerife

Ringraziamo per la commuovente testimonianza e auguriamo a questa famiglia un caloroso In bocca al lupo! Se sei uno dei tanti expat italiani in giro per il mondo, raccontaci la tua storia!

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