Cara Boldrini, ma si è accorta che espatriano 100.000 italiani all’anno???

Alcune ore fa il profilo Twitter della Presidente della Camera Laura Boldrini ha tweettato la seguente riflessione, scatenando un putiferio di commenti, tanto che lo screenshot del post di Twitter ha iniziato a circolare persino su Facebook, accompagnato in molti casi da commenti tutt’altro che positivi. Sulla pagina ufficiale di Facebook non è stata pubblicata la stessa riflessione.

tweet boldrini migranti
“Italia è Paese a crescita zero. Per avere 66milioni di abitanti nel 2055 dovremo accogliere un congruo numero di #migranti ogni anno (s)”

La cosa che mi domando, e che non comprendo, è il motivo per cui l’Italia debba necessariamente avere 66 milioni di abitanti nel 2055. Perché attualmente, in Italia ci sono ben poche prospettive anche per gli attuali 60.679.836 abitanti (dato Settembre 2015, da Wikipediatanto che non solo le nuove generazioni, in assenza di certezze lavorative, stentano a fare figli, ed è per questo che siamo a “crescita zero”, come fa notare lei nel suo post. Anzi, siamo in decrescita: secondo i dati di wikipedia il “tasso di crescita” è negativo,  -0,19% (gennaio-settembre 2015)

Ma non è finita qui. Un numero crescente di italiani decide di trasferirsi altrove, e si tratta di numeri non trascurabili, e sopratutto, in aumento. Negli ultimi 7 anni secondo i dati ufficiali, 700.000 italiani sono espatriatiIn più della metà dei casi in Europa, ma anche fuori dal vecchio continente. Ma il numero degli italiani espatriati rischia di essere molto più alto, poiché moltissimi expat non si iscrivono all’AIRE, e quindi risultano residenti in Italia, pur vivendo all’estero.

Alcuni anni fa si parlava di “fuga dei cervelli”, riferendosi ai numerosi ricercatori che una dopo aver conseguito laurea e magari master, vanno a fare ricerca all’estero, dove spesso ottengono ottimi risultati e gratificazioni di alto livello. Ormai si può parlare di “esodo di massa“, poiché a cercare fortuna all’estero si sono aggiunte persone prive di particolari qualifiche, disposte a svolgere “qualsiasi lavoro” pur di trovare un lavoro e poter vivere in modo dignitoso. Se ne vanno famiglie che cessano attività in Italia e investono all’estero. Tenerife stessa è popolata da decine e decine di negozi, ma anche agenzie immobiliari e altre imprese. Se ne vanno sempre più spesso anche i pensionati, attratti da luoghi come le Canarie, ma anche il Portogallo e molte altre nazioni dove la vita costa meno e hanno minori trattenute fiscali sulla pensione. Molte nazioni sono felici di accoglierli, poiché consumano e muovono l’economia. Come il Portogallo, che non applica nessuna trattenuta sulle pensioni. La stessa politica dello stato di Panama, meta quest’ultima molto gettonata dai pensionati americani e di altre nazioni, ma solo marginalmente dagli italiani.

Gli italiani che espatriano sono trasparenti per i nostri politici, che evitano di parlarne. Forse pensano di sostituirli con nuovi migranti, provenienti da paesi del terzo mondo, disposti a lavorare sottopagati pur di mandare qualche soldo alla famiglia in patria, come accade nei campi di Rosarno – per citare un nome noto – e sempre più in tutta l’Italia. Ormai nelle zone più disagiate del sud, sono disposti a lavorare per 1,50€ all’ora anche gli italiani, come hanno evidenziato Le IeneOrmai c’è grande concorrenza per lavorare nei campi a 25-30€ al giorno, chi viene scelto si ritiene “fortunato”.

Se non cambiano le cose, il numero degli italiani che espatrierà non farà che aumentare, con un effetto depressivo sull’economia nazionale e sui consumi. Per non far “fuggire” i pensionati c’è chi propone di tassare le loro pensioni in Italia anche se risiedono all’estero. Ma questo non basterà per frenare l’emorragia, poiché anche a parità di assegno pensionistico, in molte nazioni estere si vive meglio lo stesso. E anche il clima di insicurezza e degrado a cui sono abbandonate molte città, ed in particolare le “periferie” delle città più grandi, sono un ulteriore “incentivo” per scappare.

Da parte della politica, a parte i soliti annunci e le solite promesse che si rinnovano eternamente, non sembra arrivare nessuna risposta alla crisi, e importare migranti non servirà certo a risollevare l’economia nazionale, anzi come abbiamo visto negli ultimi anni, aumentano le tensioni sociali e l’intolleranza verso gli stranieri. Basta guardare i risultati elettorali di certi partiti xenofobi che dopo gli scandali erano quasi spariti dal parlamento, e che oggi raccolgono vasti consensi persino negli storici “feudi rossi” come la Toscana.

Signora Boldrini, attivatevi per dare risposte agli italiani e agli stranieri che da anni si sono integrati in Italia, prima di pensare ad aprire le porte ad altri.

Preoccupatevi di dare lavoro all’attuale forza lavoro, con la metà dei giovani che sono disoccupati e molti cinquantenni a spasso, con scarse prospettive di ricollocamento, dopo che le aziende dove lavoravano sono fallite o hanno delocalizzato.

Diario di Tenerife