Educazione e degrado: le differenze tra l’Italia e Tenerife

Educazione e degrado cittadino: ieri pomeriggio ho assistito ad una scena che, nella sua semplicità, mi ha fatto molto riflettere circa la differenza di abitudini e di civiltà tra Tenerife e l’Italia. 

Seduto ai tavoli esterni di un bar di Los Cristianos, di primo pomeriggio, l’occhio mi è caduto su una signora che era uscita di casa con il sacco della spazzatura per gettarlo nei cassonetti, ma questi erano già colmi, cosa per’altro insolita per quell’orario pomeridiano. Il servizio di raccolta dei rifiuti a Tenerife è infatti molto efficiente.

Il cassonetto è stracolo? E la signora riporta la spazzatura in casa

Una volta aperto il cassonetto, mediante il pedale, e constatato che questo era pieno, la signora non ha provato a “forzarcelo“, magari lasciando aperto lo sportello, ne lo ha abbandonato a fianco, come è prassi fare a Roma (e in molte altre città italiane). La signora si è affacciata sul marciapiede, ha guardato se ci fossero in vista altri cassonetti nelle vicinanze (e non per verificare se nessuno la guardava per abbandonarlo…) dopodiché è rientrata nel suo portone, a poche decine di metri, riportando in casa il sacchetto.  Una scena normale, alla quale un canario, probabilmente, non avrebbe fatto nemmeno caso. 

Dopo una decina di minuti, la scena si è ripetuta. Questa volta un ragazzo che non aveva più di trent’anni. Anche lui quando ha notato che il cestino era stracolmo ha desistito. Si è allontanato con il sacchetto dei rifiuti in mano. E infatti non mi è mai capitato, a Tenerife, di trovarmi di fronte i pietosi spettacoli che a Roma sono ordinaria amministrazione:

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Tra l’altro, spesso a Roma, nei quartieri ad elevata densità abitativa, ci sono cassonetti in ogni strada. Talvolta a poche decine di metri di distanza. Ma quasi nessuno si scomoda per andare ad un altro punto di raccolta. L’italiano medio abbandona il sacchetto a fianco dei cassonetti, dove diventa cibo per topi, che non a caso nella Capitale stanno proliferando e creando non pochi problemi, tanto che due mesi fa il Comune si è riunito per affrontare l’emergenza ratti.  Sia chiaro che parlo di Roma, per conoscenza diretta, la situazione è la medesima in molte città italiane, comprese quelle del centro-nord.

Una questione di mentalità, educazione e di civiltà.

Non è invece, una questione culturale. In Italia ci sono persone ben istruite che ritengono “normale” abbandonare i rifiuti per strada, se il cassonetto è pieno, mentre a Tenerife anche le persone più umili non lo fanno.

Lo stesso discorso, riguarda i piccoli cestini posti nei parchi o nel centro della città. Quelli delle zone più frequentate si riempiono subito, e la gente accatasta la spazzatura formando una “cupola”, e per terra.

Parco Sabine 3-2

Poco importa che sia sufficiente un’ondata di vento, per seminare i rifiuti in tutta la zona, magari il parco dove domani riporteranno a giocare i propri figli. Poco importa se i cani randagi apriranno i sacchetti della spazzatura lasciati fuori dai cassonetti, seminando i rifiuti per la strada. Poco importa se i sacchetti della spazzatura abbandonati per terra offriranno un ottimo banchetto per i ratti del quartiere, favorendone la proliferazione. E chi se ne frega se il cassonetto, stracolmo al punto di non chiudersi, emanerà cattivo odore, contribuendo al degrado del quartiere.

Più facile abbandonare il sacchetto, salvo poi lamentarsi del degrado e dell’inefficienza dell’azienda preposta alla gestione della nettezza urbana. A Roma l’AMA probabilmente non è gestita in maniera impeccabile, tra i lavoratori c’è un tasso di assenteismo molto elevato, e le cose potrebbero essere organizzate in modo migliore, ma buona parte del degrado urbano è dovuto alla cattiva educazione delle persone. 

Anziché criticare e basta il servizio pubblico, faccamo la nostra parte

Quando vediamo molte cartacce e spazzatura per strada, anziché domandarci “come mai gli spazzini non puliscono“, dovremmo chiederci “come mai le persone insudiciano“. A Roma mi è capitato personalmente di veder gettare dal finestrino di un’automobile in corsa persino una bottiglia di plastica da 1,5 litri, vuota. Se molte persone si comportano così, per mantenere puliti i luoghi ci vorrebbe un esercito di netturbini. 

I beni pubblici non vengono percepiti dagli italiani come un “patrimonio collettivo” da rispettare, o meglio di cui prendersi cura. Anzi, sovente vengono vandalizzati, sia da giovani stupidi e annoiati che devastando un parco giochi si “divertono”, che negli ultimi anni, dai “ladri di metalli”, che a Roma portano via quasiasi oggetto metallico sia rivendibile al mercato nero, dalle altalene fino al coperchio dei “nasoni”, le caratteristiche fontane pubbliche romane.

Diario di Tenerife

5 Risposte a “Educazione e degrado: le differenze tra l’Italia e Tenerife”

  1. A parte il fatto che comparare Roma (o addirittura l’Italia) con Tenerife é un non-senso, é come comparare una pulce con un elefante. Roma é una metropoli Tenerife é una isola. Gestire l’immensita e le problematiche di una immensa metropoli non é certo paragonabile alla realtá di Tenerife.
    A chi fanno bene questi articoli? Sparare m***a son capaci tutti. Il grande problema del meraviglioso popolo italico é questa continua e feroce autocritica su tutto. Questa costante svalutazione di tutto quello che ci concerne.
    Quando si ricomincerá ad amare l’Italia , il paese piú vitale, sorprendente, creativo e soprattutto bello dell’intero pianeta, allora tutto potrá iniziare a cambiare, e si comincerá ad apprezzare la fortuna di essere nati quí, questo paese che piú di chiunque ha dato e contribuito alla civiltá e progresso del mondo.
    Antonio

  2. A parte il fatto che comparare Roma (o addirittura l’Italia) con Tenerife é un non-senso, é come comparare una pulce con un elefante. Roma é una metropoli Tenerife é una isola. Gestire l’immensita e le problematiche di una immensa metropoli non é certo paragonabile alla realtá di Tenerife.
    A chi fanno bene questi articoli? Sparare m***a son capaci tutti. Il grande problema del meraviglioso popolo italico é questa continua e feroce autocritica su tutto. Questa costante svalutazione di tutto quello che ci concerne.
    Quando si ricomincerá ad amare l’Italia , il paese piú vitale, sorprendente, creativo e soprattutto bello dell’intero pianeta, allora tutto potrá iniziare a cambiare, e si comincerá ad apprezzare la fortuna di essere nati quí, questo paese che piú di chiunque ha dato e contribuito alla civiltá e progresso del mondo.

    1. Caro Antonio, la grandezza di Roma non è una giustificazione. Londra è molto più grande, ma certo non anche li non accade ciò che nella capitale è “normale”, non solo perché in nessun’altra città europea l’azienda dei rifiuti ha probabilmente i livelli di assenteismo che vengono registrati tra i dipendenti AMA, ma anche per la diversa mentalità e comportamento dei cittadini. Saluti

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