Italiani all’estero, diminuiscono i pensionati che espatriano, ma aumentano altre categorie

Negli ultimi anni, il fenomeno dei pensionati italiani che scelgono di trasferirsi all’estero ha registrato un calo significativo, segnando un’inversione di tendenza rispetto al passato. Due delle mete più popolari, il Portogallo e le Isole Canarie, hanno perso parte della loro attrattiva.

Nel caso del Portogallo, la principale causa è stata la modifica delle agevolazioni fiscali che prevedevano la defiscalizzazione totale delle pensioni, abolite nel 2019. Dal 2019 al 2023, le partenze verso questa destinazione sono diminuite dell’83,7%. Le Isole Canarie, invece, hanno visto un calo a causa dell’aumento esorbitante dei costi degli affitti e del costo della vita in generale. Ora solo i pensionati con discrete capacità economiche possono trasferirsi qui, e questo ovviamente ne riduce il numero.

Oggi, le nuove destinazioni più ricercate dai pensionati italiani sono l’Albania, la Tunisia e alcuni paesi dell’Europa dell’Est. Questi luoghi offrono un costo della vita più basso ma, essendo paesi in via di sviluppo, non garantiscono lo stesso livello di servizi presente in Italia. Per molti pensionati, la scelta di restare in Italia, nonostante le difficoltà economiche, rimane preferibile. La mancanza di destinazioni attraenti per i pensionati che cercano un costo della vita inferiore ha dunque frenato le partenze.

Un trend in calo per i pensionati italiani all’estero

Il fenomeno del trasferimento dei pensionati all’estero sta vivendo un declino più ampio: secondo i dati Inps, il numero dei pensionati che vivono all’estero è diminuito del 24% rispetto al 2019. Nel 2023, l’Inps ha pagato circa 310.000 pensioni in 160 paesi, per un totale di 1,6 miliardi di euro. Questo dato segna una riduzione del 6,7% nel numero di pensioni erogate rispetto al quinquennio precedente.

Le partenze verso il Portogallo sono crollate: dalle oltre 700 registrate nel 2019, a sole 114 nel 2023. Anche la Spagna ha visto una diminuzione dell’8% nello stesso periodo. Un calo si registra anche per i trasferimenti verso Romania, Polonia, Bulgaria e Moldavia. In controtendenza, però, si trovano la Tunisia, che ha registrato un aumento del 46% negli ultimi cinque anni, e l’Albania, passata da 10 trasferimenti nel 2019 a 100 nel 2023.

Giovani: la nuova ondata migratoria

A compensare il calo dei pensionati è l’aumento dei giovani italiani che decidono di trasferirsi all’estero. Secondo i dati presentati al convegno “@Migrazione da fenomeno sociale a fattore identitario”, dal 2006 a oggi, la presenza italiana all’estero è raddoppiata. Ogni anno, circa 100.000 italiani si trasferiscono per motivi di lavoro o studio, e tra questi il 45% ha tra i 18 e i 34 anni, mentre il 23% rientra nella fascia d’età tra i 35 e i 49 anni.

Dopo lo stop imposto dalla pandemia, anche le famiglie hanno ripreso a migrare (14,7% del totale) così come gli over 65 (5,5%). Le partenze provengono in particolare dal Nord Italia, con Lombardia e Veneto in testa. Oltre il 72% delle destinazioni si trovano in Europa, ma crescono le migrazioni verso il resto del mondo.

Un dato interessante riguarda le donne italiane all’estero: dal 2006, il loro numero è cresciuto del 106%, dimostrando una crescente volontà di realizzazione personale e professionale oltre i confini nazionali.

Il bilancio: meno pensionati, più giovani

Se da un lato i pensionati sembrano disillusi dalle opportunità offerte dall’estero, dall’altro i giovani continuano a vedere nei paesi stranieri una possibilità concreta per migliorare la propria vita. Questo doppio trend riflette i cambiamenti sociali ed economici del nostro tempo, confermando come le motivazioni migratorie siano in continua evoluzione.

Diario Tenerife

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