Per la serie “italiani che si fanno riconoscere all’estero…”

Ho letto l’articolo sulle barriere architettoniche (questo, ndr) e avendo mio padre che si sposta in carrozzina confermo che c’è chi si trasferisce qui anche per quel motivo. La possibilità di muoversi liberamente ha avuto il suo peso anche nella scelta dei miei genitori. E vi dirò di più. Chi è costretto a muoversi in sedia a rotelle valuta le barriere architettoniche anche per andare in vacanza. Le località di mare italiane ed i lidi sono poco attrezzate in questo senso e fanno male. Perché i posti accoglienti per i disabili attraggono questo tipo di turismo e le voci si spargono presto, pertanto se qualche sindaco di buona volontà volesse rilanciare il turismo al proprio paese ci pensi.


Ci facciamo riconoscere sempre…

Comunque oltre a non rispettare a casa nostra i disabili anche all’estero ci facciamo riconoscere. Qualche settimana fa nel parcheggio del Siam Mall ho assistito a una scena davvero indecente. Una coppia di giovani stava montando in auto, che era parcheggiata in uno stallo riservato ai disabili. Una signora di mezza età spagnola ha iniziato a litigarli facendo notare loro come avessero parcheggiato su uno spazio riservato, e la ragazza con aria di strafottenza, in uno spagnolo stentato gli ha risposto che avevano lasciato l’auto solo per 5 minuti. Appena ha aperto bocca ho capito che erano italiani e me ne sono davvero vergognata.

La signora, visibilmente alterata ma con educazione ha ribadito che gli stalli contrassegnati devono essere lasciati ai disabili, ed a quel punto è intervenuto il ragazzo, che in italiano gli ha detto di “pensare ai c**zi propri” e di non “rompere il c**zo”. A quel punto sono sbottata e gli ho detto, in italiano, che se devono venire a Tenerife a comportarsi così farebbero bene a tornare da dove sono venuti e di portare rispetto alla signora, che aveva ragione. Mi sono presa un “vaffa” pure io, dopodiché sono montati in auto e se ne sono andati. Ma la storia forse non è finita qui, perché la signora aveva fatto delle foto all’auto in sosta e ha preso il numero di targa, e mi ha detto che si sarebbe rivolta alla polizia.