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Sapevano tutto di me! Vi spiego come hanno provato a truffarmi con una telefonata

Alla questione avevo già dedicato un post su Facebook, ma a poche ore dalla sua pubblicazione il social lo ha rimosso, poiché avevo pubblicato il numero telefonico dal quale hanno provato a truffarmi, e secondo il social pubblicarlo sarebbe una violazione della privacy perché potrebbe favorire furti di identita (sigh).

Avevo deciso di non dedicare ulteriore tempo alla vicenda, ma questa mattina ho letto la notizia che i dati di 6,8 milioni di utenti sono stati sottratti da una nota piattaforma di e-commerce, e sono stati posti in vendita nel dark web, dove presumo saranno acquistati da organizzazioni dedite alle truffe o simili.

Ma come possono essere usati i dati in questione?

Vi racconto cosa mi è accaduto sabato 22 marzo. Di sabato, quando le banche sono chiuse, e dunque contattare la banca risulta più problematico. Si tratta di un tentativo di truffa molto comune, ma ho deciso di parlarne perché il contesto la rendeva piuttosto credibile. Niente a che vedere con le classiche truffe di email diffuse massivamente nella speranza di trovare uno sprovveduto, bensì una truffa personalizzata, ben congeniata, portata avanti da una persona capace di esprimersi nelle modalità e con un linguaggio totalmente compatibile con quelli delle entità bancarie.

A renderla maggiormente credibile, il fatto che l’aspirante truffatore conosceva i miei dati personali: nome, cognome, telefono, email e banca dove ho il conto corrente. O meglio questi sono i dati che mi ha comunicato per carpire la mia fiducia, come per dimostrare che, conoscendoli, fosse davvero la banca, e non una truffa. Chissà di quali altri eventuali dati poteva essere a conoscenza.

Ricevo una chiamata con numero non memorizzato in rubrica, ma visibile.

  • Io: “Pronto?”
  • Truffatore: “Buongiorno lei è Nome Cognome?”
  • Io: “Con chi ho il piacere di parlare?”
  • Truffatore: “Sono Tizio del servizio clienti della Banca X, la contatto perché abbiamo rilevato dei pagamenti sospetti effettuati con la sua carta. Due pagamenti online del valore di 600 euro. E’ stato lei a farli?”
  • Io: “No, non sono stato io” (e nel frattempo entro nella App della banca dove dei pagamenti in questione comunque non c’era traccia, senza addebiti anomali)
  • Truffatore: “Dovrebbe avere ricevuto una email all’indirizzo X (il mio indirizzo registrato con la banca). Se mi conferma che non è stato lei ad effettuare i pagamenti avviamo la procedura per bloccarli…”

Nel frattempo, ricevo un SMS dal numero di telefono che utilizza veramente la banca, tanto che il cellulare me li dispone insieme ai veri messaggi che ricevo dalla banca per confermare operazioni e simili.

  • Io: “bene, allora lunedì mi recherò dalla polizia per sporgere denuncia”
  • Truffatore: “Si, le forniremo tutto il materiale tramite email relativo alle operazioni affinché possa denunciare il fatto”
  • Io: “No, non ha capito. Mi recherò a denunciare il tentativo di truffa”
  • Truffatore: interrompe la comunicazione.

Avrei dovuto assecondarlo, per conoscere maggiori dettagli relativi al tentativo di truffa, ma purtroppo in quel momento non ho avuto questa prontenzza di spirito, e ho tagliato corto.

Il modus operandi di queste truffe

In ogni caso, il modus operandi è piuttosto prevedibile. Avrebbero potuto chiedermi di cambiare la password tramite un link malevolo che mi avrebbero inviato (phishing) oppure in alcuni casi, chiedono di spostare i fondi su un altro conto corrente per evitare che il presunto ladro faccia sparire tutti i miei soldi, o qualcosa di simile. Ci sono svariate variabili e stratagemmi, tutti finalizzati ad un unico scopo: svuotare il conto corrente del malcapitato.

Mi ha sorpreso il fatto che l’aspirante truffatore fosse a conoscenza dei miei dati, probabilmente sottratti a qualche banca dati o simili. Ma anche la proprietà di linguaggio e la “professionalità” con la quale è stato condotta la telefonata.

Il fatto che il truffatore conosca i dati personali rende piuttosto credibile la telefonata, e le persone più ingenue ed in buona fede sono senz’altro vulnerabili a questo tipo di tentativi, infatti nel post poi rimosso dal social dove parlavo di questa truffa, in diverse persone avevano commentato dicendo che conoscono persone che erano cadute in “trappole” simili. Spesso le vittime sono persone avanti con gli anni, ma non solo. Anche molti giovani cadono in questo tipo di truffe.

E’ comunque importante mettere in guardia le persone meno esperte su queste modalità di truffa, in modo da aiutarle a riconoscerla quando si dovessero trovare ad affrontarla.

Alessandro, Diario Tenerife

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