Studiare in Brasile: l’esperienza di una expat italiana

Vivere e studiare in Brasile: riceviamo e volentieri pubblichiamo l’esperienza di Marika Avezzùuna connazionale che vive in Brasile, dove ha studiato. A dispetto dei luoghi comuni, accedere alle università in Brasile è molto difficile, la selezione è molto stringente, e superarla richiede un sacrificio enorme. 
Florianapolis. Foto da ofertaturisticaweb.com
Florianapolis. Foto da ofertaturisticaweb.com

Studiare in Brasile: la testimonianza di Marika

Io vivo dove tu vuoi passare le vacanze. Questa è stata una delle prime frasi che mi ha detto il mio nuovo coinquilino della gigantesca casa in cui vivo ora a Florianopolis, isola e capitale dello stato di Santa Catarina, Brasile. Piacere e tutti sono Marika Avezzù, veneta di 24 anni espatriata da un anno e mezzo nella terre del Sud America! Inizialmente ho vissuto a Curitiba, capitale dello stato brasiliano del Paranà.

Entrare nelle Università Brasiliane

Il mio sogno era quello di entrare all’Università Federale del Paranà per diventare professoressa di italiano e per studiare in una delle migliori università pubbliche, quindi gratuite, del Paese. Purtroppo, però, essendo gratuita, l’università è gettonata da tutti (60000 iscritti per 4500 posti) ed è molto difficile passare. Di conseguenza mi sono rimboccata le maniche e sono tornata all’ultimo anno di liceo per poter studiare tutto ciò che c’è da sapere per passare all’università. Qui l’istruzione è molto diversa, l’ultimo anno di liceo (per le scuole private) è un ripasso completo di tutte le materie. Dalle più comuni come matematica e portoghese, alle più difficili come chimica fisica o fisica elettrica. Biologia anatomica, genetica e botanica sono altre materie che non avevo praticamente mai visto in vita mia (ex liceale linguistica povera me!). I miei genitori, che vivevano con me, si sono offerti di aiutarmi economicamente in questa impresa quasi suicida perché per un vestibular (l’esame di ammissione) bisogna studiare giorno e notte. E non scherzo! Iniziavo alle 8 del mattino e finivo e mezzanotte, sempre con i libri sottomano perché altrimenti, come dicevano a scuola, ci sarà sempre un giapponese che studia più di te. I mesi dell’anno passavano tra uno scatto di nervi e un caffè nella notte per rimanere sveglia fino a quando non ho trovato lavoro perché non è come in Italia. Lo studente deve lavorare, troppo comodo studiare solamente! Soprattutto per chi frequenta scuole private che sono estremamente care. Diventata professoressa di italiano in uno dei centri di lingua più rinomati della città, la mia vita era diventata una corsa senza pausa. Sveglia alle 4, lezione alle 7, biblioteca, lezioni, lavoro e poi ti nuovo biblioteca e a casa solo alle 23. E poi arriva il grande giorno, il vestibular tanto atteso. 80 domande di cultura generale tra storia, storia del Brasile, geografia, chimica, letteratura brasiliana, lingua straniera, matematica e fisica. Il tutto da rispondere in 4 ore e mezza. I brasiliani quando si tratta di fare qualcosa coi fiocchi lo fanno perfettamente! Domande di logica ma anche di conoscenza e, se passo un minimo di domande, passi alle seconda fase, fatta di due prove. Una di produzione di 5 resto con ciascuno una media di 12 righe e l’altra con la materia specifica inerente al tuo corso (esempio medicina: biologia e fisica). Scegliendo lettere ho avuto la fortuna di avere solo la produzione di testo ma nonostante tutto è stata un’impresa per me. Scrivere in lingua ufficiale e non parlata, sapere analizzare testi filosofici e grafici è stata dura. Ma poi quando esci sei tranquillo e felice e la tensione dell’inizio a causa di persone che ti gridano il nome del loro liceo e canticchiando “il posto alla federale è mio” svanisce e speri solo che il tuo nome appaia nella lista nei primi giorni di gennaio. Bene, come ricordate io vivo a Florianopolis ora e non più a Curitiba. Il perché? Beh non sono passata per due posti alla UFPR (università federale del Paranà) ma sono passata al 3 posto in classifica alle UFSC che è l’università federale di Santa Catarina.

Vivere a Florianopolis

Mi ero decisa di fare anche a Florianopolis l’esame di ammissione anche se era completamente diverso (3 giorni consecutivi di prova e ancora peggio dei due e Curitiba). Ed ora eccomi qui in questa isola stupenda, tropicale e ventosa in cui d’inverno appaiono le balene e i pinguini e che se non chiedi il permesso di entrare nell’isola alla strega indigena dello stato, beh, non uscirai più da quel magico pezzetto di terra che nonostante la crisi brasiliana sta affrontando nuovi progetti scolastici, sanitari e turistici. Essendo un’isola con più di 42 spiaggie, Florianopolis è un centro di turisti e surfisti. Poca industria, situata nella penisola, e è molto tranquilla. Le persone sono allegre e aperte. Completamente diverse da quelle Curitiba, fredde e molto più chiuse. Florianopolis è una città colonizzata per la maggior parte da portoghesi, tedeschi e italiani. Sto ancora cercando lavoro e spero di trovarli al più presto, ma ho già una prova di lavoro come cameriera per il fine settimana e un colloquio in questo giorni come commessa. Do lezioni private di italiano e tento di rendermi indipendente il prima possibile. Vivere con brasiliani è bello, ognuno è tranquillo è socievole. Si vive insieme ma anche separati. Ovvio che ci saranno sempre degli screzi, ma per il momento l’esperienza della Repubblica (come chiamano qui quando si vive in molti in una casa) è molto bella e spero che duri per molto!

2 Risposte a “Studiare in Brasile: l’esperienza di una expat italiana”

  1. Non è tutt’oro quello che luccica.
    Sono in brasile da oramai 2 anni dopo che mi sono sposato con la mia nuova compagna brasiliana conosciuta in Italia.
    Sono un “ragazzo” di 52 anni in cerca di lavoro che in italia per la mia età non c’è
    se non con forma autonoma dando il 60% dei prifitti allo stato. (…)

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